Nellantichità non vi era consapevolezza
del legame fra sordità e mutismo.
In tutta Europa i sordi non godevano di alcun diritto perché considerati persone con
problemi mentali.
La concezione per cui il pensiero si potesse solo sviluppare attraverso la parola
articolata portava il senso comune a credere che i sordi fossero addirittura
"mentecatti furiosi".
I Romani ereditarono dai Greci lamore per la perfezione fisica e ciò li indusse ad
uccidere tutti i neonati con problemi. Un decreto di Romolo (753 a.C.) allargò la fascia
temporale sino ai tre anni e questo permise di identificare e quindi brutalmente
sopprimere anche i bambini sordi che altrimenti, considerata la relativa
"invisibilità" del loro deficit, avrebbero invece potuto salvarsi.
Ben più fortunata sorte incontrarono i nobili. Nel I° secolo d.C. Plinio nella
"Storia Naturale" parla di un certo Quinto Pedio, nipote sordo dellomonimo
console romano. In quanto nobile gli fu concessa la grazia e la possibilità di coltivare
il suo estro artistico nella pittura.
Sotto limperatore Giustiniano ( 527 565 d.C.) si cominciò a distinguere tra
sordità e mutismo ed ai sordi che fossero minimamente in grado di scrivere vennero
attribuiti pieni diritti legali. È verosimile credere che quest ultimi in realtà ,
in quanto istruiti, avessero perso lultimo in età avanzata.
Diverso fu il discorso in Europa per i sordi dalla nascita, i quali vennero considerati
inadatti a ricevere unistruzione fino al 1600; in Italia addirittura fino al 1923.
Nel Medioevo si subì uninvoluzione in ogni settore ed in campo medico si cercavano
nervi comuni allorecchio e alla lingua ed ancora si ipotizzava che fosse il frenulo
a causare il mutismo. Altrimenti, credendo che la bocca fosse connessa con le trombe
dEustachio, si urlava nella bocca del sordo per farlo sentire.
Con lavvento dell Umanesimo e del concetto di uomo nuovo in cerca di
riscatto e dignità attraverso la cultura, effetto benefico ne subì anche il campo
delleducazione dei sordi.
Nuova forza riprese la consapevolezza della relazione fra sordità e mutismo ed il fatto
che il pensiero potesse prendere forma non solo attraverso la voce.
Girolamo Cardano (1500) scriveva: " In realtà noi abbiamo la possibilità di
manifestare i nostri pensieri sia con le parole che con i gesti ...."
Le prime notizie sulleducazione dei sordi arrivano dalla Spagna.
Padre Ponce de Leon insegnò a leggere, scrivere e far di conto a tre fratelli sordi
nobili di Castiglia.
Il fatto che proprio un monaco benedettino si prese cura di ragazzi sordi non stupisce
molto.
Infatti i monaci per aggirare la regola del silenzio comunicavano a segni ed ogni
monastero sviluppava al suo interno una personale versione di questa lingua.
Nuovi istruttori nacquero in Spagna ereditando il metodo di un certo Ramirez de Carrion.
Essi furono molto gelosi delle loro tecniche in virtù anche dei cospicui guadagni che ne
traevano.
De Carrion in Italia educò Emanuele Filiberto Amedeo principe di Carignano.
Discutibili i suoi metodi che comprendevano luso di purghe, rasatura della testa e
bevande di brandy, nafta e salnitro e tecniche di privazione e ricompensa secondo le quali
lallievo veniva affamato, picchiato e privato della luce.
A proposito di quest ultimo argomento il dottor Pietro Celo, recentemente, ha
scritto unironica e divertente parodia su di un ipotetico trattato di educazione
dove questa volta i parametri vengono totalmente ribaltati: a venir istruiti alla nobile
arte del comunicare coi segni è una stolta minoranza di cittadini udenti, poveri e
sventurati, i quali per fortuna, grazie ai loro istruttori sordi, possono riscattarsi e
salvarsi dalloscurità di pensiero!
"
..In codesta condizione di speranza crescono li udenti; per loro superfluo
è il Segno e lespressione del viso. Le membra si atrofizzano e la vista si fa
ottusa, intelletto e raziocinio perdon così una grande occasione di ricchezza e di
sviluppo
.Quali i rimedi dunque, quali le proposte
parecchi sono li esercizi da
intraprendere
..Taluni sordomuti da anni compiono tale gravoso compito e pare che
incoraggianti sieno i risultati.
Qualche udente, pur correttamente parlando, con le mani segna sì armoniosamente che pare
sordo sin dalla nascita. Oh quale sublime complimento! Quale prezioso e nobile risultato.
Ecco un udente restituito alla pienezza de la conoscenza, a la totalità del sentire
intimamente e profondamente la beltà de luniverso!
In altri campi
.sagita in Europa lo strumento dellelettricità e del
galvanismo come mezzi daiuto per la condizione
dudibilità
.
In egual modo possiamo supporre che il galvanismo giovi a le immobilità de li arti
superiori ne i casi di debolezza dei nervi delle braccia
." (P. Celo, 2001)
(continua)
BIBLIOGRAFIA:
a cura di Li Destri, Volterra "Passato e Presente" -
Gnocchi, 199
Caselli, Maragna, Rampelli, Volterra "Linguaggio e Sordità" - La Nuova
Italia,1994
Pietro Celo "Il maestro de i segni" Edizioni Kappa, 2001