piccole
riflessioni nel mare della psicologia
a cura di Daniela Bardelli
"
il suo
fiore gli aveva raccontato che era il solo della sua specie in tutto
luniverso."
("Il piccolo principe" A. De Saint Exupery)
La capacità di relazionare in maniera significativa
con le altre persone è alla base di una vita soddisfacente e la teoria
dellattaccamento, proposta da John Bowlby (70) ha un ruolo importante.
La teoria dellattaccamento si basa sulle scoperte delletologia: lo scopo
biologico della teoria è la protezione dei piccoli dai predatori e dai pericoli esterni.
Perché le persone si legano?
Lattaccamento deriva da un bisogno di salvezza e sicurezza che, fin dalla nascita,
indirizza lattenzione ed il legame da parte di ogni individuo verso pochi individui
significativi.
La tendenza alla formazione di forti legami con alcune persone è considerata normale e
funzionale fin dai primi mesi di vita e il fatto che il bisogno iniziale sia quello della
sicurezza, può aiutare a comprendere meglio il dolore e la sofferenza legate al senso di
perdita emergenti anche nelladulto.
Se si riflette sulla relazione madre-bambino si pensa quasi certamente che sia il bambino
ad attaccarsi alla mamma perché in lei trova nutrimento, pulizia, calore ma il bisogno di
attaccamento è anche presente nella madre, è un rapporto di soddisfazione e di relazione
reciproca.
Un buon attaccamento permette la formazione e la creazione di legami affettivi stabili
basati su una buona concezione di Sè e un buon livello di autostima.
Lattaccamento sicuro favorisce un anello esterno di protezione psicologica che
mantiene il bambino in uno stato di equilibrio.
Se la figura di attaccamento è percepita dal bambino sufficientemente vicina, sintonica,
capace di risposte sensibili, questultimo sente sicurezza, amore e fiducia in se
stesso, è sereno, giocoso, aumenta i tentativi di allontanamento dalladulto per
individuarsi; se la figura di attaccamento non è percepita sufficientemente presente il
bambino inizialmente attiva comportamenti di attaccamento: ricerca a livello visivo,
richiede il contatto, piange, si aggrappa, prova paura e senso di abbandono e se queste
esperienze sono continuative e prolungate nel tempo, nel bambino emergono comportamenti
sintomatici, ambivalenza, rabbia, diffidenza, difficoltà a fidarsi ed affidarsi.
Con un attaccamento sicuro il bambino immagazzina un modello operativo interno di persona
sensibile, amorosa, affidabile, meritevole di amore e attenzione.
Con un attaccamento insicuro il bambino può vedere il mondo come pericoloso, le persone
da trattare con precauzione e senza potersi fidare troppo, si considera poco meritevole di
affetto.
Il bambino con un buon attaccamento è un bambino che sa di avere nel genitore un punto di
riferimento dal quale può allontanarsi per crescere, per individuarsi, per esplorare il
mondo, sicuro di poter tornare per "rifare il pieno di sicurezza" e ripartire in
autonomia.
Lattaccamento più funzionale è quello per cui nel momento della separazione dal
genitore il bambino va in allarme, si lamenta, piange ma poi si consola perché è sicuro
che il genitore tornerà a prenderlo e non rischia di perderlo.
Ogni specie animale ha uno stimolo specifico di attaccamento; Lorenz dimostrò che una
finta papera che si muove attiva lattaccamento nei piccoli, mentre una vera papera
che non si muove e che quindi non produce lo stimolo necessario (il movimento) non viene
cercata dal piccolo; nelle scimmie lo stimolo necessario a produrre attaccamento è uno
stimolo tattile, la morbidezza: i piccoli scimmiotti cercano e si avvicinano ad una
scimmia di peluche piuttosto che ad una scimmia di ferro anche se questultima dà
loro il cibo.
Qual è lo stimolo specifico di attaccamento
relativo agli esseri umani?
Ai piccoli cuccioli di uomo non basta ricevere le basilari cure di sopravvivenza e le
ricerche su bambini istituzionalizzati hanno dimostrato che lo stimolo necessario è il
sorriso.
-
vieni a giocare con me - le propose
il piccolo principe - sono così triste.
- Non posso giocare con te disse la volpe non sono addomesticata
(
)
- No -disse il piccolo principe - cerco degli amici. Che cosa vuol dire
"addomesticare"?
- E una cosa da molto dimenticata disse la volpe - vuol dire "creare dei
legami"
Tu fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila
ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu ha bisogno di me. Io non sono per te che
una volpe uguale a centomila altre volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno
luno dellaltro. Tu sarai per me unico al mondo,e io sarò per te unica al
mondo. (
) Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un
rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere
sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi,
laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile.
I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color
delloro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è
dorato, mi farà pensare a te
.per favore addomesticami
(..)
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando lora della partenza fu
vicina la volpe disse
- ah
piangerò
- La colpa è tua disse il piccolo principe io non ti volevo fare del male,
ma tu hai voluto che ti addomesticassi
- E vero - disse la volpe
- Ma piangerai ! - disse il piccolo principe
- Certo! - continuò la volpe
- Ma allora che ci guadagni?
- Ci guadagno - disse la volpe- il colore del grano. Poi soggiunse
- Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo.
(
)
- voi siete belle disse ancora il piccolo principe ma siete vuote. Non si
può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi
rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi perché è lei che ho
innaffiata
messa sotto una campana di vetro
ho riparata col paravento
ho
ucciso i bruchi
perchè è la mia rosa
(
)
- E il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così
importante
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei
responsabile della tua rosa
disse la volpe"