Direzione didattica di Pavone Canavese |
piccole
riflessioni nel mare della psicologia
a cura di Daniela Bardelli
(01.11.2004)
Solitudine: per i
bambini non è sempre negativa
I bambini e la solitudine: sembrerebbe un binomio negativo ma non è sempre così.
Solitudine non significa isolamento e da una indagine svolta
dallIstituto di Ortofonologia di Roma è emerso quanto anche la solitudine possa
essere unesperienza richiesta e ricercata dai bambini.
Osservando la nostra quotidianità, è evidente quanto i genitori spesso soffrano
allidea di vedere da soli i loro figli e quanto temano che i bambini possano
soffrire di solitudine a causa, ad esempio, delle loro assenze. Da qui la ricerca, da
parte degli adulti, di amicizie, di compagnie, di inserimento dei propri bambini in gruppi
di attività, le più varie. Spesso i genitori pianificano nei più piccoli particolari la
vita dei loro figli, con una serie di impegni quotidiani al fine di non annoiarli e forse,
a volte spinti dai sensi di colpa, riempiono le giornate dei loro bambini nella
convinzione che un bambino, per essere felice, non deve essere solo. Non sarà invece,
più che un pensiero dei "piccoli", un timore dei "grandi"?
Dalla voce dei bambini, infatti, emerge che la solitudine è qualche cosa di complesso,
definibile in termini sia positivi che negativi, che rappresenta il momento della
tranquillità, della piena autonomia, della possibile espressione della fantasia, della
creatività, della spontaneità
Gli adulti, quindi, potrebbero preoccuparsi meno di riempire i presunti vuoti negli spazi
di tempo dei bambini al fine di evitare loro il vissuto di solitudine, ma forse
preoccuparsi di più di come eventualmente la vivono. Uno dei compiti degli adulti è
quello di insegnare ai più piccoli a saper anche stare da soli e a promuovere lo sviluppo
della loro autonomia affettiva: ciò non significa insegnare a vivere soli o senza affetto
ma vivere autonomamente, poiché la solitudine non è sempre sinonimo di abbandono
Un bambino che impara a stare bene con se stesso, sarà maggiormente capace anche di stare
in compagnia di altri, coetanei e non, e potrà scegliere serenamente come occupare il
proprio tempo e in compagnia di chi; e dai bambini potremo imparare noi adulti: imparare
in alcuni momenti a fermarci e ascoltare serenamente il silenzio