Direzione didattica di Pavone Canavese

Counselling


(25.12.2000)

Abilità di counselling a scuola
di Milly Seira

Come per altre professioni, la scuola è uno spazio in cui gli insegnanti quotidianamente si relazionano con altri interlocutori attraverso degli scambi comunicativi.
Oltre che nello specifico compito di tipo educativo e didattico i docenti sono spesso impegnati, in maniera consapevole o inconsapevole, in relazioni d'aiuto.
Per migliorare la qualità di questi interventi gli insegnanti possono utilizzare delle abilità comunicative di counselling all'interno della loro specifica professione.
Alcuni esempi, tratti dal reale repertorio di un counsellor che lavora in ambito scolastico, chiariranno quali sono le situazioni comunicative in cui potrebbe rivelarsi efficace utilizzare queste abilità.

La continuità è un'utopia

Le insegnanti di scuola elementare dichiarano di essere stufe di doversi presentare agli incontri con gli insegnanti della scuola media per il passaggio delle informazioni sugli allievi di quinta che

frequenteranno la prima media. Rilevano come durante gli incontri i professori sono interessati solo a sapere se ci sono bambini che hanno grossi problemi e che disturbano. Di tutto il lavoro fatto precedentemente dalle insegnanti e delle informazioni sul livello raggiunto dai bambini ai docenti delle medie non interessa nulla. E interessa soprattutto che le riunioni si svolgano in fretta.

Il lavoro sulla continuità, esclamano, è un'utopia! 


"
Ma state parlando di mio figlio?…."

La madre di un bambino di quattro anni che presenta dei problemi di comportamento e di apprendimento viene convocata per ben tre volte durante l'anno scolastico dalle insegnanti di scuola materna. Le insegnanti vorrebbero affrontare con lei il discorso sulle difficoltà del bambino ma la madre, che si presenta al colloquio verso la fine della scuola, ascolta nervosamente le insegnanti e poi esordisce dicendo: " Ma state parlando di mio figlio?….".

 

Ma quale problema?

I professori della quarta H di un Istituto superiore sono preoccupati per il frequente assenteismo dei ragazzi alle lezioni durante il secondo quadrimestre. Il sistema delle interrogazioni programmate non funziona più e loro non possono fare le valutazioni di fine anno perché spesso i ragazzi non si presentano a scuola. Più di un professore ha provato ad affrontare con i ragazzi l'argomento nel tentativo di trovare con loro una soluzione al problema dell'assenteismo. I ragazzi hanno sempre risposto: " Ma quale problema, professore?…".

 

Fatti vostri …

La mamma di Luca, un bambino che quest'anno frequenta la prima elementare, si reca ad un colloquio con gli insegnanti. E' stata convocata per parlare della grossa difficoltà che il figlio dimostra nello stare attento e seduto anche solo per breve tempo. Luca, infatti, impegna il tempo girando costantemente nell’aula, disturbando sia i compagni sia l’andamento generale delle attività.

Le maestra iniziano a raccontare, a descrivere il comportamento del bambino. Alla fine la mamma risponde " Avete ragione, è colpa della materna dove hanno sempre giocato e mai lavorato. A casa non fa così, sicuramente avrete il vostro bel daffare. Beh, poi si sa che i bambini d’oggi sono agitati…ai miei tempi si aveva rispetto delle insegnanti e loro si facevano rispettare…".

 

In tutti questi casi lo scambio comunicativo è difficile; il rischio di cadere in situazioni conflittuali è alto, direi altissimo.

Certo si può decidere di non evitare il conflitto ma questo non sempre si rivela la scelta migliore. E soprattutto decidere in tal senso può ostacolare il raggiungimento di un obiettivo fondamentale nei rapporti professionali. Infatti per procedere nel loro lavoro, tutti gli insegnanti dei casi sopra descritti devono poter continuare a parlare ai colleghi della scuola media, ai genitori, ai ragazzi. Non solo per trovare una soluzione ai problemi ma per mantenere la relazione con loro. Rendere possibile la prosecuzione della relazione con l'altro o la sua ripresa è un obiettivo prezioso in termini di comunicazione. Infatti costituisce la condizione di base per una ricerca condivisa di cambiamento.

Che cosa è possibile fare?

Gli insegnanti possono introdurre un intervento di facilitazione , utile ogni volta che , in classe o durante un colloquio con i colleghi e con le famiglie, una situazione viene percepita come difficile o problematica e l’ipotesi di fronteggiarla o superarla pare irrealizzabile.
Fare questo sforzo serve per creare i presupposti per avviare una collaborazione e un clima di lavoro soddisfacente. Serve per evitare la frustrazione di rincorrere obiettivi impossibili o di perseguire la dimensione del "si dovrebbe": i ragazzi dovrebbero essere diversi, le madri dovrebbero collaborare, …
A mio avviso a scuola è possibile accrescere le specifiche professionalità contenendo al massimo quella dispersione di energie nel cercare di risanare i vari conflitti prima di poter lavorare dal punto di vista progettuale, educativo e didattico.

MINE EMOTIVE

L'esito di scambi comunicativi simili a quelli accennati negli esempi precedenti può dipendere molto dalla dinamica del colloquio e dal tipo di comunicazione che si utilizza per dirsi cose difficili.
La spontaneità in ambito professionale può contribuire a complicare la situazione; proprio quella spontaneità per la quale siamo apprezzati, e che sovente ci aiuta, in contesti amichevoli.
Nei colloqui e nelle riunioni in cui non è consentito fare brainstorming, usare le prime parole che ci vengono in mente può trasformare la situazione in una mina emotiva, pronta a scoppiare se non riusciamo a tenerla sotto controllo. Se non siamo abili a far questo in modo naturale, le abilità di counselling ci possono aiutare.

Ecco solo alcuni esempi di situazioni comunicative in cui si possono utilizzare:

Ciò che caratterizza le counselling skills è la capacità di utilizzare la comunicazione in maniera consapevole e di diventare coscienti del proprio stile comunicativo abituale. Farne un uso consapevole o imparare a renderlo più efficace è utile per essere in grado di fornire informazioni utili, comprensibili, applicabili e per rispondere adeguatamente in situazioni relazionali e comunicative difficili.

Negli appuntamenti successivi vedremo in che cosa consiste concretamente utilizzare una comunicazione consapevole esplorando alcune situazioni tipiche che si verificano a scuola.

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