Direzione didattica di Pavone Canavese

Counselling


(06.10.2002)

E' tempo di riunioni
di Ernestina Parente

L’anno scolastico riprende con la consueta routine delle riunioni di inizio anno.
Si potrebbe pensare che il clima lavorativo sia migliore della chiusura estiva, se non altro per le vacanze che dovrebbero restituire energia agli insegnanti; in realtà le novità continue e incessanti che coinvolgono la scuola, le richieste nuove, i riadattamenti e le capacità di tollerare informazioni mancanti, possono minare questa possibilità.
Da un lato le riunioni per alcuni insegnanti rappresentano un momento di burocrazia e di lontananza dalla classe, dalla pratica didattica, e possono caratterizzarsi di aspetti negativi, legati a perdita di tempo, a discussioni lunghe e inutili, a spazi decisionali non vissuti come propri e a volte nemmeno ricercati.
Dall’altro sempre più la scuola si organizza per commissioni, con referenti che affrontano il compito di comunicare le informazioni ricevute dal dirigente, ascoltare il pensiero dei colleghi, creare punti di accordo per arrivare a progettare interventi comuni: ruolo assai lontano da una certa idea di insegnante.Le abilità che sottendono a questo ruolo possono risultare utili anche agli altri insegnanti che sempre più lavorano in team allargati: il tempo ben strutturato grazie ad abilità relazionali e di comunicazione può risultare una grande risorsa soprattutto nelle decisioni comuni, in un contesto dove la singola classe non esiste più ma le scelte sono motivate e raccordate ad un unico progetto comune , il POF, in particolare nell’elaborare e attivare strategie uniche nei confronti delle famiglie e quindi alunni e genitori.
La sensazione di terminare una riunione avendo perso tempo ha conseguenze non solo rispetto all’incontro stesso,che verrà definito inutile, ma può avere altre conseguenze: rischia di arrecare altri danni:

Inoltre il senso di malessere rischia di favorire interventi non pertinenti, che di per sé avrebbero un contenuto valido, ma che in quel contesto di riunione non potrebbero comunque trovare soluzione e nemmeno spazio.
Parlare tanto può far bene, può essere anche gratificante, ma occorre pensare anche al contesto in ci si trova e soprattutto al fatto che si ha un compito da affrontare e gli atteggiamenti spontanei nella comunicazione possono ostacolarne gli sviluppi.
Riunioni che da circolare devono iniziare alle 14 o alle 17 e iniziano dopo… prima di entrare nel vivo dell’incontro passano ancora dei minuti…collegi docenti che non terminano come da calendario.
Ora l’ansia che cresce è notevole e ognuno ha il suo punto di vista: tutti hanno fretta, il tempo è un bene che ognuno impiega in base ai propri interessi e valori; il punto è la possibilità di sapere gli spazi impegnati nel contesto comune, che per tutti è rappresentato dalla scuola.
Non è vero che più tempo si passa a discutere e meglio si produce; in realtà i processi decisionali sono facilitati da tempi brevi che permettono la gestione del gruppo e limitano i carichi di ansia che dopo un certo periodo iniziano a "girare" tra e nelle persone.
Quindi attenzione ai tempi e soprattutto al riconoscimento dei tempi e riduzione dei tempi degli incontri.
Quali strategie potrebbero servire per render pìù funzionali le riunioni del contesto scolastico?
Ci rivolgiamo ai lettori e chiediamo a chi abbia idee, creative e stimolanti, di inviarcele tramite la redazione della rubrica
Le proposte verranno raccolte in un prossimo articolo che offrirà i contributi pervenuti.

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