(06.10.2002)
Lanno
scolastico riprende con la consueta routine delle riunioni di inizio anno.
Si potrebbe pensare che il clima lavorativo sia migliore della chiusura estiva, se
non altro per le vacanze che dovrebbero restituire energia agli insegnanti; in realtà le
novità continue e incessanti che coinvolgono la scuola, le richieste nuove, i
riadattamenti e le capacità di tollerare informazioni mancanti, possono minare questa
possibilità.
Da un lato le riunioni per alcuni insegnanti rappresentano un momento di burocrazia
e di lontananza dalla classe, dalla pratica didattica, e possono caratterizzarsi di
aspetti negativi, legati a perdita di tempo, a discussioni lunghe e inutili, a spazi
decisionali non vissuti come propri e a volte nemmeno ricercati.
Dallaltro sempre più la scuola si organizza per commissioni, con referenti
che affrontano il compito di comunicare le informazioni ricevute dal dirigente, ascoltare
il pensiero dei colleghi, creare punti di accordo per arrivare a progettare interventi
comuni: ruolo assai lontano da una certa idea di insegnante.Le abilità che sottendono a
questo ruolo possono risultare utili anche agli altri insegnanti che sempre più lavorano
in team allargati: il tempo ben strutturato grazie ad abilità relazionali e di
comunicazione può risultare una grande risorsa soprattutto nelle decisioni comuni, in un
contesto dove la singola classe non esiste più ma le scelte sono motivate e raccordate ad
un unico progetto comune , il POF, in particolare nellelaborare e attivare strategie
uniche nei confronti delle famiglie e quindi alunni e genitori.
La sensazione di terminare una riunione avendo perso tempo ha conseguenze non solo
rispetto allincontro stesso,che verrà definito inutile, ma può avere altre
conseguenze: rischia di arrecare altri danni:
Inoltre il senso di
malessere rischia di favorire interventi non pertinenti, che di per sé avrebbero un
contenuto valido, ma che in quel contesto di riunione non potrebbero comunque trovare
soluzione e nemmeno spazio.
Parlare tanto può far bene, può essere anche gratificante, ma occorre pensare
anche al contesto in ci si trova e soprattutto al fatto che si ha un compito da affrontare
e gli atteggiamenti spontanei nella comunicazione possono ostacolarne gli sviluppi.
Riunioni che da circolare devono iniziare alle 14 o alle 17 e iniziano dopo
prima di entrare nel vivo dellincontro passano ancora dei minuti
collegi
docenti che non terminano come da calendario.
Ora lansia che cresce è notevole e ognuno ha il suo punto di vista: tutti
hanno fretta, il tempo è un bene che ognuno impiega in base ai propri interessi e valori;
il punto è la possibilità di sapere gli spazi impegnati nel contesto comune, che per
tutti è rappresentato dalla scuola.
Non è vero che più tempo si passa a discutere e meglio si produce; in realtà i
processi decisionali sono facilitati da tempi brevi che permettono la gestione del gruppo
e limitano i carichi di ansia che dopo un certo periodo iniziano a "girare" tra
e nelle persone.
Quindi attenzione ai tempi e soprattutto al riconoscimento dei tempi e riduzione
dei tempi degli incontri.
Quali strategie potrebbero servire per render pìù funzionali le riunioni del
contesto scolastico?
Ci rivolgiamo ai lettori e chiediamo a chi abbia idee, creative e stimolanti, di
inviarcele tramite la redazione della rubrica
Le proposte verranno raccolte in un prossimo articolo che offrirà i contributi
pervenuti.