(07.10.2009)
Ora di Islam
? Basta quella di religione cattolica
di Giuseppe Adernò
Ancora una volta la Sicilia è protagonista, ma non so
quanto per la costruzione di un bene a vantaggio dell’intero Paese.
La proposta del sottosegretario siciliano Adolfo Urso, della corrente
dell’onorevole Fini, di “prevedere un’ora di religione islamica a
scuola ciò è stato considerato” utile per attirare nei nostri istituti i
ragazzi musulmani” ha creato non poco disagio e disaccordi.
Se l’intento del sottosegretario “sociologo” è quello di consegnare l’Italia
alla dominazione islamica è un buon inizio, perché a scuola si formano le nuove
generazioni e se l’on. Fini la ritiene di “elementare buonsenso” non si
comprende più la prospettiva del nostro futuro.
Prima di pensare alle questioni organizzative , quali docenti utilizzare per lo
scopo e dare già degli indirizzi di risposta: “dovrebbero essere - ha
spiegato il vice-ministro - docenti riconosciuti, italiani che parlano
in italiano. Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano
registrati in un apposito albo. In ogni caso insegnanti reclutati con criteri
pubblici” credo occorra” riflettere prima di agire”.
Agli apprezzamenti di Massimo d’Alema secondo il quale "basterebbe
l'allargamento di un principio che oggi già esiste” e ritenendo la proposta
“ condivisibile” perché consente a “bimbi di religione
islamica, come opzione alternativa, l'insegnamento della loro religione",
rispondono altre forze politiche che si oppongono decisamente ad una tale
apertura, oggi piccolo varco, per un arco trionfale domani.
Lascia perplessi la risposta dialettica del Cardinale Renato Martino che vede
nella proposta del vice ministro Urso, “ un meccanismo che permetterebbe di
evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel 'radicalismo'". Ma
con quale garanzia di docenti si potrà evitare il radicalismo ? La storia del
‘68 italiano dovrebbe far pensare a ciò che la scuola può produrre nella
società.
Ben a ragione e ne condividiamo la riflessione di saggezza, il cardinale
Ersilio Tonini pur comprendendo "le intenzioni" teme che "dietro
queste proposte" vi sia soprattutto "pressapochism” e afferma che
ci vuole massima prudenza nell'approccio con l'Islam: si tratta di un'idea
impraticabile. L'Islam ha mille espressioni, collegamenti, imparentamenti.
Insomma - ha sentenziato Tonini - con i valori della nostra civiltá non
ha nulla a che vedere".
Non occorre essere leghisti per sostenere che “Noi dobbiamo difendere la
nostra identità, non cancellarla" e l’identità cattolica di un Paese che ha
le sue radici nel cristianesimo non può essere offuscata da interventi estranei.
La laicità non si esercita con la contrapposizione di altre religioni e se la
nostra Costituzione ed il Concordato ha seguito i passi della storia, apportando
anche delle modifiche nel tempo e nelle formule attuative, non può essere
oggetto di interventi e dibattiti che creano soltanto scalpore, confusione e
disorientamento.
I problema dell’insegnamento della religione cattolica non
si risolve moltiplicando le ore dedicate alle altre religioni, ma insegnando
bene i principi del cattolicesimo e testimoniandoli nella vita.
Ci sono tanti altri problemi urgenti sui quali intervenire considerata la
situazione di crisi occupazionale, di lavoro, di caro vita, di tasse, di
svuotamento dei valori della famiglia, della cultura della vita, di crisi della
giustizia, della sanità e della scuola.