Direzione didattica di Pavone Canavese

I dibattiti di PavoneRisorse

(01.05.2009)

Lettera di una precaria che sta perdendo il lavoro
di Rosalinda Gianguzzi

 
Ancora un anno da lavoratore, forse l'ultimo, dopo una vita di studio,sacrifici, mobbing nelle scuole private.
E' strano come quando temi che qualcosa passi e possa finire, ha sempre un gusto diverso e la vivi più intensamente.
La vivi come un "condannato a morte", con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultima volta..
Tutto quest'anno ha un gusto diverso, tutto è importante, tutto è bello, tutto è vissuto istante per istante.
Anche una festa banale....da sempre "festa del ponte a scuola.....festa della scampagnata", oggi ha un sapore più dolce, ma con un retrogusto amaro.
Oggi il mio pensiero per la prima volta va ai morti sul lavoro, a chi ha lottato per il diritto al lavoro e i diritti dei lavoratori....anche se poi mi preparo per la gita, per aggrapparmi all'ultimo barlume di normalità.
Allo specchio però non ritrovo, la camicia rossa, quella delle scampagnate, ma una tuta e una maglia nera.
E al viso, un trucco pesante, eccessivo: una maschera, perchè i miei abiti non siano lo specchio della mia anima, e i miei occhi colmi di rimmel, matita e ombretto non siano troppo tristi, e le mie figlie non capiscano.
Per far passare quel nero come civetteria.
Il punto è questo: oggi lavoro, domani non lavorerò più, e hanno un bel dire "se fossi senza lavoro, ne cercherei un'altro....."; trovalo tu in Sicilia un lavoro laureata in pedagogia, con 2 master sull'insegnamento, a 35 anni, con 2 figli, e 15 anni d'insegnamento alle spalle.
Che lagna, questi precari che perdono il lavoro, si lamentano sempre: e che diamine un po' di dignità.
Appallo me stessa, immagino chi mi legge, e allora sotto il mio rossetto rosso fuoco, abbozzo un sorriso alle mie bimbe che mi dicono "mamma sei pronta?"e penso: "Grazie, ministro Gelmini!"

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