(28.10.2013)
Verso il
liceo in 4 anni
Progetto sperimentale avviato a Milano in scuole paritarie. Quando a Catania ?
di Giuseppe Adernò
Il Ministro Maria Chiara Carrozza ha dato il
via libera alla sperimentazione del Liceo a quattro anni che è stata avviata a
Milano prima presso il Collego San Carlo, poi al Liceo “Guido Carli” di Brescia
e presso l’Istituto “Olga Fiorini di Busto Arsizio.
La proposta appare innovativa e funzionale per consentire agli studenti un più
celere inserimento nel mondo del lavoro, impegnandoli mediante maggiori
opportunità formative così da rendere efficace l’apprendimento anche mediante
strategie e metodi che ne agevolano lo sviluppo.
L’Italia è l’unico Paese ad avere la scuola superiore articolata in cinque anni,
persino i Licei italiani all’estero sono di quattro anni. Tutto ciò penalizza lo
sviluppo della carriera e tarpa le ali a chi ha capacità di eccellenza, mentre
si estende la palude di quanti a scuola sono parcheggiati e stentano ad andare
avanti. Sono molti gli studenti capaci che dopo il biennio preferiscono la
frequenza di scuole straniere e aderiscono all’International Baccalaureate,
facendo così registrare una fuga precoce di cervelli e una perdita economica per
l’Italia.
“Imparare vedendo fare e imparare
facendo” è stata da sempre la
regola magica del “sapere”, molto più efficace dell’imparare ascoltando e
parlando poco, come avviene nelle classi con la lezione tradizionale.
Studiare meglio e apprendere con maggiore efficacia sono gli obiettivi della
sperimentazione che sviluppa i contenuti dei tradizionali programmi in quattro
anni, arricchendo le conoscenze mediante nuovi supporti integrativi: docenti
madrelingue, visite didattiche e stage anche all’estero per una conoscenza
diretta del mondo e del lavoro, didattica personalizzata e docenti formati ad
hoc per un tutoraggio e accompagnamento nello studio.
Nella positiva esperienza didattica realizzata con i ragazzi “Ambasciatori
all’ONU”, si è potuto sperimentare che di ritorno dal viaggio a New York i
ragazzi sono cresciuti culturalmente di due anni e ciò favorisce una nuova
apertura mentale ed un efficace arricchimento culturale e di competenze.
Il progetto sperimentale del Liceo che alcuni definiscono “scontato”, ma, in
effetti, è completo: si articola in due bienni il primo di 990 ore e il secondo
di 1.086 ore e si svolgono le lezioni con sistematicità e organizzazione
flessibile nei tempi scuola. Non ci sono scioperi, né interruzioni ed il ritmo
di apprendimento è costantemente monitorato mediante verifiche e valutazioni
periodiche.
“Se ci fosse stato quando io ero studentessa, anch’io mi sarei iscritta a una
scuola così” ha dichiarato il Ministro Carrozza e quest’affermazione ha
creato scompiglio nel mondo sindacale che si preoccupa soltanto il problema
della riduzione delle cattedre, senza attivarsi per rendere efficace
l’insegnamento mediante una radicale formazione dei docenti.
L’idea di base del progetto
innovativo è quella di formare “cittadini del mondo” ma senza tralasciare il
forte radicamento nella nostra cultura umanistica,
afferma don Aldo Gerenzani, rettore del San Carlo.
Primo requisito è la voglia di studiare e gli studenti vengono selezionati
mediante un test d’ingresso; le lezioni iniziano la prima settimana di settembre
e le classi sono composte da venti alunni e con studenti palestinesi, egiziani e
libanesi. Una vera scuola interculturale che favorisce l’apertura mentale per un
apprendimento efficace.
Il modello è esportabile anche nelle scuole statali ed è questo l’intento del
Ministro Carrozza e del direttore regionale della Lombardia Francesco De Sanctis
che accompagna e segue la sperimentazione, che prevede la prima
maturità”anticipata” il prossimo anno.
Perché non pensare ad una sperimentazione simile anche a Catania?
Ci sono tanti ragazzi eccellenti che, collocati in classi adatte, con stimoli
costanti e docenti “bravi”, potranno facilmente accelerare il percorso degli
studi e arrivare prima alla tappa della maturità, in vista di un futuro
migliore.