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PavoneRisorse |
A proposito del "liceo breve",
Invalsi e altro ancora
a cura di Vincenzo Pascuzzi
Qualche giorno fa, in uno dei numerosi forum
di cui è popolata la rete ,
un genitore è intervenuto su un tema di
grande attualità
Liceo Breve, diploma in 4
anni: esperimento in tre scuole lombarde
Scusate se il discorso che segue non è molto
articolato, sono semplicemente un genitore con maturità professionale. Non sono
abituato a fare grandi discorsi per cui sintetizzo dei concetti. Sono
assolutamente d'accordo con valorizzare i docenti per cui quello che dirò non
prendetela come un attacco alla categoria.
Leggo in questa mailing list e gli argomenti
principali sulla scuola che ho letto , correggetemi se sbaglio, sono:
no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E
in questa ultima email la ciliegina sulla torta. Come possiamo pensare di far
uscire i ragazzi un anno prima se c'è crisi e non c'è posto di lavoro.
Ma quale è la cosa importante della scuola? Perché la
scuola esiste? Di certo non per dare lavoro agli insegnanti. La scuola esiste
perché i ragazzi possano formarsi e avere delle competenze che gli permettano di
affrontare nel migliore dei modi il futuro che li attende. La scuola primaria e
secondaria di primo grado per affrontare bene la scuola secondaria di secondo
grado. La scuola secondaria di secondo grado per affrontare nel migliore dei
modi l'università o il mondo del lavoro.
Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi viene
spontanea non è certo quante cattedre si possono guadagnare o perdere o se
durando un anno in meno si avranno più disoccupati. La domanda da porsi è se 4
anni sono sufficienti per ottenere un risultato positivo nei ragazzi. Una volta
risposto a questa domanda ci si può interrogare sul numero di cattedre o su
altro.
Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non entro
nel merito ma di sicura un sistema di valutazione delle scuole serve. Non va
bene l'invalsi, ok mi sta bene. Ma serve anche che vi siano delle risposte
concrete a come si può valutare la scuola. E' difendibile una maestra che dopo 5
anni di inglese in una scuola primaria porta i suoi ragazzi ad un livello tale
che al di là di qualche canzoncina in inglese non sanno e non sarebbero in grado
di entrare in un negozio a chiedere un Kg di pane.
I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere a
spada tratta e senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in percentuale
minore ci sono, devono essere aiutati a migliorare. E come non tutti possono
fare i cuochi se non hanno la passione e il talento per farlo, alcuni dei
docenti che oggi si siedono alle cattedre della scuola, pochi anzi pochissimi è
vero, non possiamo certo dire che abbiano la passione e il talento per fare gli
insegnanti. (potrei anche fare tanti esempi pratici e reali ma credo che ognuno
di noi abbia in mente qualche persona)
Quando si mettono i diritti degli insegnati sempre e
comunque davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola non stia
funzionando come dovrebbe.
Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura che
sono dalla parte della maggior parte degli insegnati, ma anche con tutta la
buona volontà ritengo che diano fondamenta al detto che si impara nonostante i
docenti.
24.10.2013
G. S.
Nella giornata odierna
Vincenzo Pascuzzi ci ha inviato le proprie riflessioni in merito
Rispondo puntualmente alla e-mail del genitore G.S.,
così il mosaico o puzzle può cominciare a rilevare il suo disegno. Mi riprometto
però di indicare in una prossima nota alcune questioni generali che sono sullo
sfondo e costituiscono lo scenario, che è complesso e articolato.
Non ho ancora letto le repliche degli altri docenti.
► «gli argomenti principali sulla scuola che ho
letto , sono: no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E in questa
ultima e-mail la ciliegina sulla torta [cioè il liceo breve a 4 anni].»
Sì e no. L’argomento principale della ml (o delle due
ml) è la difesa e la realizzazione di una scuola pubblica statale efficiente
come previsto in costituzione: “Ricomincio dal 3. L'art. 3 e l'art. 33 della
costituzione e i principi che li hanno ispirati, sono i riferimenti di questo
gruppo che ha come obiettivo il rilancio della Scuola della Costituzione, una
Buona Scuola per la Repubblica che sia garanzia per il futuro delle giovani
generazioni e del paese tutto”.
Il no all’Invalsi è un no ai test attuali e forse va
rispiegato ma è in funzione della scuola pubblica statale davvero efficiente. La
difesa delle cattedre è inscindibile da una scuola efficiente e su questo
argomento c’è sensibilità acuita dall’esperienza vissuta a partire dal 2008 con
i famigerati tagli di Gelmini (un vero massacro che richiederà forse decenni per
essere rimediato).
Il liceo breve è inquietante novità di questi giorni
con già importanti e motivati commenti; vedere, ad esempio, “Fritto misto
all’italiana” di Franco Labella (1) e il comunicato della Flc Lombardia (2).
► «Come possiamo pensare di far uscire i ragazzi un
anno prima se c'è crisi e non c'è posto di lavoro.»
C’è sicuramente anche questo aspetto non trascurabile
ma che non è prioritario o essenziale, a mio giudizio .
► «Ma quale è la cosa importante della scuola?
Perché la scuola esiste? Di certo non per dare lavoro agli insegnanti.»
Alle domande viene data risposta valida e condivisa
nella frase successiva. Il riferimento al lavoro degli insegnanti inserito in
questa risposta, nel senso che una scuola che funzioni e soddisfi ragazzi e
genitori implica necessariamente il lavoro professionale degli insegnanti, non
si discute. Diverso il caso di una scuola che non funziona e che perciò può
implicare lavoro inutile e pretestuoso.
►«La scuola esiste perché i ragazzi possano
formarsi e avere delle competenze che gli permettano di affrontare nel migliore
dei modi il futuro che li attende. La scuola primaria e secondaria di primo
grado per affrontare bene la scuola secondaria di secondo grado. La scuola
secondaria di secondo grado per affrontare nel migliore dei modi l'università o
il mondo del lavoro.»
Perfetto!
► «Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi
viene spontanea non è certo quante cattedre si possono guadagnare o perdere o se
durando un anno in meno si avranno più disoccupati. La domanda da porsi è se 4
anni sono sufficienti per ottenere un risultato positivo nei ragazzi. Una volta
risposto a questa domanda ci si può interrogare sul numero di cattedre o su
altro.»
A me è venuta spontanea un’altra domanda: “perché
questa ipotesi, anzi questa realtà, è comparsa all’improvviso, come un fungo,
quando è già in attuazione e senza discussioni e coinvolgimenti?”. Mi sembra
strano e sospetto che lo Stato sperimenti – almeno così dice, ma il successo
della sperimentazione è annunciato e scontato già in partenza – presso le scuole
private paritarie che hanno condizioni di funzionamento privilegiate e
particolari, tipo: 20 alunni per classe, super attrezzature, rigidità
disciplinare, ecc. e rette annuali di 8 o 9.000 euro.
Singolare che con questa sperimentazione, come con
quelle Invalsi, non ci sia un soggetto terzo che le verifichi! Lo stesso
sperimentatore ne annuncerà il sicuro successo, anzi nemmeno si prenderà cura di
questo adempimento formale.
Inoltre, lo Stato e il Miur da soli non possono
separare l’eventuale liceo breve dalla sorte dei docenti che risultassero in
esubero. E poi come fidarsi di Stato e Miur che, nel passaggio da un governo
all’altro, avanzano e si rimangiano riforme sbandierate come epocali? Da ultimo
vedere il bonus maturità revocato e ripristinato nel volgere di pochi giorni.
► «Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non
entro nel merito ma di sicura un sistema di valutazione delle scuole serve. Non
va bene l'invalsi, ok mi sta bene. Ma serve anche che vi siano delle risposte
concrete a come si può valutare la scuola.»
Non è in discussione l’opportunità o la necessità di
valutare scuole, docenti, presidi, ecc., ma non si riconosce – come già detto -
agli attuali test Invalsi questa prerogativa, sia pur limitata a due sole
materie. Si deve valutare per migliorare non solo per eventualmente punire o
mettere in soggezione o indurre alla didattica finalizzata ai test o quiz. E poi
Invalsi non ha strutture, né personale, né modalità condivise atte a gestire le
prove, né a minimizzare le copiature o cheating. E poi chi controlla l’Invalsi?
A chi risponde l'Invalsi? Chi lo garantisce? Perché non c’è trasparenza? Perché
è ancora commissariato? Perché utilizza personale precario anche da decenni? E
quanto costano le sue rilevazioni.
► «E' difendibile una maestra che dopo 5 anni di
inglese in una scuola primaria porta i suoi ragazzi ad un livello tale che al di
là di qualche canzoncina in inglese non sanno e non sarebbero in grado di
entrare in un negozio a chiedere un Kg di pane.»
Ok. Sembra che tutto o quasi l’inglese insegnato a
scuola si trovi in condizioni simili. È questione da porre al Miur che
deve-dovrebbe provvedere. Mi sembra che proprio il Miur, qualche anno, fa
abilitò forzosamente le maestre a insegnare l’inglese con meno di 80 ore di
corso! Ho letto che in Corea del Sud vanno negli Usa a reclutare docenti di
madre lingua. Per infierire sull’Invalsi: in 10 anni di attività non ha ancora
documentato questa situazione che pure è riconosciuta da molti!
► «I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere
a spada tratta e senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in percentuale
minore ci sono, devono essere aiutati a migliorare. E come non tutti possono
fare i cuochi se non hanno la passione e il talento per farlo, alcuni dei
docenti che oggi si siedono alle cattedre della scuola, pochi anzi pochissimi è
vero, non possiamo certo dire che abbiano la passione e il talento per fare gli
insegnanti.»
D’accordo. Però questa osservazione “i bravi docenti
che sono tanti” contrapposti “ai pochissimi cattivi docenti” appare reiterata in
altri contesti, articoli, occasioni. Per cui – forse errando o inconsapevolmente
prevenuto e diffidente – la percepisco diversamente da come è letteralmente
scritta. Insomma, vedo che c’è chi pesantemente dà addosso alla categoria con
riferimento esagerato ai cattivi docenti e poi quasi per recuperare, per
bilanciare, o per consolazione riconosce che sì ci sono i bravi docenti e sono
in maggioranza, però …. Mi appare quasi un furbastro, sgradevole, inutile
“parlare a nuora perché suocera intenda” o un improprio “lanciare il sasso e
nascondere la mano”. Vorrei davvero essere in errore.
Non dimentichiamo che le c.d. riforme Gelmini, a
partire dal 2008, sono state precedute e preparate da massicce campagne di
disinformazione con slogan tipo “in Italia ci sono troppi docenti” (3) in cui
effetti permangono ancora.
Inoltre ora sembra che “E' iniziata la seconda
campagna diffamatoria contro i docenti, per predisporre l'opinione pubblica a
giustificare e, anzi, postulare l'introduzione dell'orario a 24 ore (siamo
lavativi, abbiamo tre mesi di ferie, siamo privilegiati, facciamo il lavoro
delle casalinghe e dei falliti) e della retribuzione "premiale" (più soldi a chi
lavora anche la notte, a chi lava i cessi della scuola, a chi fa il mastino
delatore dei colleghi e il tirapiedi del preside-padrone)... “ (4)
► «Quando si mettono i diritti degli insegnati
sempre e comunque davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola non stia
funzionando come dovrebbe.»
Affermazione non vera da respingere. Né nei fatti, né
nelle intenzioni mi risulta che i diritti degli alunni sono “sempre e dovunque”
(!) sacrificati a vantaggio dei diritti dei docenti, anzi “La scuola si regge in
piedi per il grande lavoro dei docenti” (5) e la situazione dei docenti e di
demotivazione stra-motivata e alcuni la denunciano chiaramente(6) (7).
È pacifico che la scuola non sta funzionando come
dovrebbe ma ciò non per responsabilità principale dei docenti . Caratteristica
dei ministri e dei politici è quella di decidere e operare senza ascoltare la
categoria che vive la scuola reale. Ad esempio, è rivelatore cosa scrive un
docente sul suo blog: “Voglio illudermi di pensare che queste mie osservazioni,
espresse in un semplice blog, possano essere lette da qualcuno dei funzionari
ministeriali preposti all’organizzazione degli esami di Stato, il quale ci
rifletta sopra. Forse, appunto, è un’illusione, ma da qualche parte dobbiamo pur
cominciare per far sentire la nostra voce, la voce di chi ha vissuto tutta la
vita nella scuola e che quindi, senza supponenza, una certe esperienza deve pur
averla maturata” (8).
► «Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura
che sono dalla parte della maggior parte degli insegnati, ma anche con tutta la
buona volontà ritengo che diano fondamenta al detto che si impara nonostante i
docenti.»
Sicuramente non c’è niente di offensivo! E anch’io
spero di non aver offeso nessuno con quanto scritto.
Noto che la frase finale ha assorbito e risente
dell’identificazione “scuola = docenti” (con il corollario “scuola va male =
colpa dei docenti”) divenuta senso comune, un alibi comodo assolvente o
auto-assolvente. Propongo questa variante: “si può imparare anche a scuola” (un
po’ come “il vino si anche con l’uva”), dove nella scuola ci sono anche i
docenti, ma c’è anche tutto il resto (alunni, genitori, ata, presidi,
provveditori, la burocrazia, fino al ministro e al governo; ci sono anche le
strutture, le risorse, i programmi o indicazioni, la normativa, gli scrutini,
gli esami, ….
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LINK
(1 ) Fritto misto all’italiana
http://profumodiscuola.com.unita.it/scuola/2013/10/26/fritto-misto-allitaliana/
(2) In Lombardia partono i licei brevi. Diploma in 4
anni. Meno tempo scuola, meno istruzione. L’esatto contrario di ciò che chiede
l’Europa
http://informazionescuola.it/2013/10/26/comunicato-stampa-in-lombardia-partono-i-licei-brevi-diploma-in-4-anni-meno-tempo-scuola-meno-istruzione-lesatto-contrario-di-cio-che-chiede-leuropa/
(3) Le dieci bugie della Gelmini
http://icdo-nogelmini.blogspot.it/2011/10/10-bugie-di-giuseppe-caliceti.html
(4) Campagna diffamatoria
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=16658 )
(5) Lettera aperta al ministro Carrozza
http://aldodomenicoficara.blogspot.it/2013/10/caro-ministro-la-scuola-si-regge-in.html
(6) Docente demotivata 2
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49579&action=view&c
(7) Docente demotivata
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49558&action=view&c
(8) L’esame di Stato: c’è qualcosa da cambiare?
http://profrossi.wordpress.com/2013/10/22/lesame-di-stato-ce-qualcosa-da-cambiare/