Direzione didattica di Pavone Canavese

I dibattiti di PavoneRisorse

 

(3.12.2008)

Società senza volto 
Ad Oxford è stato negato il Natale, in Spagna i tribunali condannano i crocefissi
La laicità è la parola magica che copre e giustifica tutto ciò
di Giuseppe Adernò

 

L’Unione Europea è certamente l’area geopolitica del mondo dove si è consolidata una società civile avanzata che eredita i valori millenari della civiltà greco-romana e ha elaborato il livello più avanzato al mondo di modello di democrazia, dall’illuminismo al liberalismo, condiviso e diffuso nel continente americano, che si è sviluppato traendo sempre linfa vitale dalle radici europee.
La religione cristiana ha impregnato da duemila anni questa terra dei suoi valori e n’è stata con alterne vicende il lievito, la ragione e la protagonista. come afferma il filosofo Benedetto Croce, grande laico e grande liberale non credente, in un suo celebre saggio: “tutti gli europei non possiamo non dirci cristiani, perchè  il cristianesimo è la madre dei principali eventi che hanno caratterizzato la nostra storia migliore. Senza il cristianesimo non avremmo mai avuto la nostra civiltà occidentale”.
Questa riflessione che si fonda sulla storia e sulla cultura europea va meglio esplicitata, indipendentemente dall’essere credente o non credente, laico o ateo. Espungere dal corredo valoriale il cristianesimo proponendo un liberalismo anticristiano, basato su una presunta neutralità delle nostre costituzioni, è un’operazione non solo antistorica, ma può essere suicida per la nostra società sottoposta ad un’immigrazione massiccia di musulmani che non solo sono praticanti convinti, ma vivono un’associazione profonda tra società e islam; la sharia è per questi credenti la ragione della loro esistenza, ed i valori della sharia sono contrari alla linea culturale sociale e costituzionale delle società occidentali.
Dinanzi a queste epocali trasformazioni cosa avviene negli Stati Europei?
Mentre si regista il fallimento del modello di integrazione delle democrazie nor-europee in Gran Bretagna si ritiene di integrare culture e civiltà mediante la pratica del multiculturalismo che ha creato a Londra quartieri ghetto in cui rivivono pezzi di paesi asiatici e africani consentendo che gli immigrati resistano all’assimilazione e all’acquisizione dei valori occidentali.
E’ di questi giorni la notizia che il consiglio comunale di Oxford, sede della prestigiosa università e simbolo di cultura nel mondo, ha approvato la delibera di abolire qualsiasi segno esterno che abbia riferimento al Natale, con la motivazione di “ridimensionare l’eccessiva risonanza assegnata alla più importante festività cristiana a discapito delle altre religioni”
In sostituzione ha inventato la “festività della luce invernale” che giustifica solo gli aspetti consumistici che accompagnano il Natale cristiano, e con la “festività della luce” non solo s’intende oscurare il valore spirituale del Natale e della cristianità, ma si nega di fatto il rapporto tra l’uomo e Dio e la nuova festa sa più di “infernale” anche se si svolge durante l’inverno.
Cosa succede nella cattolicissima Spagna?
La società spagnola che sembra aver mutato il suo volto, seguendo le mode e gli stili di vita che connotano la società di oggi ha fatto deliberare al giudice spagnolo di rimuovere il crocefisso nelle aule della scuola di Valladolid, azzerando con una sentenza la millenaria storia della Spagna, da sempre fedele custode della cattolicità.
Il relativismo diventa sempre più imperante ed offusca i valori fondanti della nostra civiltà
In Francia, sotto l’egida di una società multietnica, di cui non si precisa il significato, si decide di azzerare tutto; niente crocefissi e niente velo islamico, tutti costretti ad accettare la superficie di facciata dei valori della rivoluzione francese, di quella liberté  ed egalité che mal coniuga la fraternità. Umana e ne acuisce gli scontri ideologici ed una convivenza sofferta.
Si tenta in tal modo di cancellare duemila anni di storia come se non ci fossero mai stati e non avessero messo radice nella nostra storia e persino il parlamento europeo ha rifiutato, in nome del relativismo, l’appello ad inserire nella sua costituzione il riferimento alle radici cristiane.
In Italia non si registra un diffuso multiculturalismo, e la presenza delle diverse etnie risente ancora di una non strutturale integrazione sociale . Si auspica da più parti come afferma l’editorialista Magdi Allam non venga consentito di viviere in Italia a coloro che non rispettano le leggi italiane e non accettano i valori della società italiana che si ricollegano alla tradizione giudaico-cristiana
Le chiese non sono sempre aperte e si riempiono soltanto in alcune feste ed in occasioni particolari (matrimoni e funerali). Ogni tanto si fa qualche guerra locale per togliere il crocefisso da qualche scuola; s’impedisce al Papa di svolgere la lectio magistralis  per l’inaugurazione dell’anno accademico all’università “La Sapienza”; o qualche preside, come quello dell’Istituto “Marconi” di Pavullo, blocca il sacerdote, mentre stava benedicendo la scuola il giorno dell’inaugurazione del nuovo edificio scolastico; o qualche insegnante sostituisce il presepe e la recita di Natale con la rappresentazione della favola di Cappuccetto rosso.
Condividendo l’espressione di Eliot: “Se noi lasciamo cadere le nostre caratteristiche cristiane, alla fine, noi non perdiamo soltanto noi stessi, ma perdiamo il nostro volto”, ci rendiamo conto che la strada intrapresa non ha una  buona direzione ed è necessario apportare modifiche ed aggiustamenti
Il Sen. Marcello Pera, laico e liberale non credente, nel volume “ Perché dobbiamo dirci cristiani”, sostiene che l’Europa subisce una crociata all’inverso; si piega, si nasconde, scappa dalle proprie responsabilità.”.
Dimenticando la nostra storia e nascondendo i nostri simboli, non integriamo gli islamici, non diventiamo multiculturali o eclettici ed afferma che: “Di questo passo anche Dante sarà sequestrato.”.
L’operazione culturale da fare è quella di recuperare il senso del messaggio cristiano a cominciare dalla scuola. luogo di cultura e di formazione integrale dell’uomo e del cittadino. Compito non solo degli insegnanti di religione, ma di tutti gli educatori adulti e responsabili, costruttori della società del domani.
Come ha scritto l’on. Fabio Garagnani nella risoluzione presentata nella VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati,  “si impegna il Governo a far sì che nell’ambito dell’autonomia scolastica e fatta slava la libertà di insegnamento di docenti, si reso esplicitante obbligatorio nella indicazioni nazionali il preciso riferimento alla nostra tradizione culturale e spirituale che si riconnette solitamente al Cristianesimo
Certo, vedere che il Natale viene festeggiato in Cina e Giappone, dove molti non conoscono le radici di questa festa, e sentire i filosofi laicisti, i dottori di Oxford e i soloni in Europa che ne vogliono sminuire la valenza e quasi tentare di sradicarla dal calendario e dalla storia, fa un certo effetto!
 

torna indietro