(07.10.2009)
Settimana
corta, anzi cortissima
Lezione pratica di legalità
di Giuseppe Adernò
Le statistiche nazionali ed il rapporto OCSE comunicano
che uno studente su cinque “marina la scuola” e l’Italia con il 22% di studenti
che saltano le lezioni è collocata a metà della classifica, che vede al primo
posto il Giappone con il 4% , e in coda la Spagna con il 34% e Israele
chiude la classifica con 45%. di studenti che saltano le ore di lezioni
Al “marinare la scuola” da singolo studente, per una pluralità di motivi,
comprese anche le “assenze strategiche” per le temute interrogazioni si
aggiunge il fenomeno che si allarga sempre più delle assemblee sindacali , delle
manifestazioni cortei e scioperi che sistematicamente vengono fissati al
venerdì, rendendo “cortissima” la settimana di scuola già “corta”. Per coloro
poi che hanno lezioni anche il sabato, la sospensione delle attività didattiche
il venerdì diventa occasione propizia di “ponte” in preparazione alla domenica.
Sì, è vero, la democrazia è partecipazione, ma la solidarietà e la condivisione
degli studenti ai problemi dei lavoratori, delle tasse, dei tagli di posto di
lavoro, a scuola dovrebbe avere un’altra dimensione, capace di promuovere un
attento studio di ricerca del problema e di maggiore consapevolezza, non per
sentito dire, ma per approfondimento della questione .
Si riducono così i giorni di scuola , si mortifica il
diritto all’istruzione, ci si lamenta che le cose non vanno bene e così facendo
andranno sempre peggio.
In Francia pare che sia stata sperimentata l’assegnazione di un contributo
economico , quale” buono” premio per la presenza a scuola e tale “credito” gli
alunni lo spenderanno in occasione dei viaggi di istruzione. Pagare la frequenza
la scuola in questo difficile momento di crisi economica nazionale è un’idea
balzana, ma è significativo constatare che con questo espediente le assenze
scolastiche in Francia sono diminuite.
Il “marinare la scuola” in certe realtà è il primo passo che porta verso la
dispersione scolastica, fenomeno che si amplia specie in alcuni contesti
territoriali ed in Sicilia risultano 4.040 gli studenti evasori dell’obbligo
scolastico e 4312 coloro che hanno abbandonato la scuola
Le indagini OCSE prendono in esame anche il problema degli abbandoni e sono numerosi gli studenti che, specie nel corso della scuola secondaria, non completano gli studi ed i dati regionali contano ben 3302 giovani che, anche se prosciolti dall’obbligo scolastico, non hanno conseguito un titolo di studio.
La cultura delle legalità e del rispetto delle norme viene
insegnata agli studenti, ma i docenti che firmano l’adesione all’assemblea
sindacale e non ci vanno (le assemblee sindacali sono quasi sempre deserte e
comunque mai corrispondenti al numero dei partecipanti in relazione a quanti
ragazzi vengono mandati a casa), non sono certamente esempio di legalità.
Fa certamente comodo una giornata scolastica leggera anche per il docente, ma
la motivazione che giustifica la riduzione di orario va rispettata e, se non
condivisa, è doveroso stare in classe e fare lezione, spiegando ai ragazzi il
motivo di tale scelta di coerenza.
Questo gesto educativo vale più di mille conferenze sulla legalità e gli
studenti apprezzano tali scelte coerenti, anzi vorrebbero che tutti i docenti
fossero sulla stessa lunghezza d’onda.