(09.11.2009)
Crocifissi e
.... sottrazioni
di Giuseppe Adernò
Il dibattito di
questi giorni pone in essere la questione dei crocifissi
da togliere dalle aule scolastiche, come si legge nella sentenza della
Corte europea dei diritti dell’uomo.
Se
soltanto il 4% degli italiani si è dichiarato
favorevole a tale sentenza, che non ha alcun vincolo , anche per il ricorso
presentato dal Governo italiano, vuol dire proprio che la sentenza è solo
espressione di un accanimento ideologico di falsa laicità.,vera
cristofobia che non porta a nulla.
Alla scuola si tolgono le ore
di insegnamento, si tagliano gli organici, si
riducono i finanziamenti, si levano posti di lavoro, ed ora si toglie il
crocifisso, e poi ancora la foto del presidente della Repubblica e chissà
forse anche la bandiera..., cosa resta di una scuola delle sottrazioni ?
Qualche anno fa dalle pagine de La Sicilia
Salvatore Scalia ha condannato il gesto
riprovevole accaduto a Rovigo sul “Crocifisso preso a martellate” ed ora lo
stesso docente, sospeso per un mese dall'insegnamento, oggi si presenta in
TV come un eroe, un antesignano della sentenza di Strasburgo.
E’ proprio nero lo spazio che circonda il medico di
Abano Terme, convivente della finlandese autrice dell’istanza che ha
provocato la sentenza. Ha preferito, infatti, far sentire la sua voce
in TV velato dal buio, metafora del suo mondo senza speranza e senza
futuro. Poveri ragazzi cresciuti con il turbinio delle opposizioni da
provocar loro di star male a scuola, solo perché in classe c’era il
crocifisso.
Sempre sulla pagine de "La Sicilia" nel luglio
del 2007 si legge di un liceo di Catania, ove dietro la “cattedra “, sulla
parete tappezzata di scritte e disegni, c’erano i resti di un crocifisso
mutilato, braccia e gambe spezzate, ed anche il legno era spezzato dalla
parte della braccia.
In quell’aula, per tutto l’anno si sono svolte
regolarmente le lezioni; ventidue ragazzi per un anno intero hanno
guardato quel crocifisso mutilato, otto docenti si sono avvicendati
nell’insegnare materie , contenuti e… valori ed anche il docente di
Religione cattolica ha fatto lezione in quella classe, spiegando la storia
di non so quale religione, se non si è accorto neanche del misero stato di
quel “povero Cristo” e non ha fatto nulla per provvedere, dato che neanche
l’ufficio di presidenza si era accorto, né era stato informato dello stato
di deplorevole degrado dell’aula.
Per fortuna il crocifisso è stato rimesso a posto
con l’inizio del nuovo anno e c’è ancora .
Il crocifisso non si tocca! è il nostro slogan
non di protesta, ma di giustizia e di rispetto della storia, risposta a
quell’intettualismo antistorico e
astorico, come ha affermato lo stesso
Cacciari, sindaco di Venezia.
In una società nella quale i simboli contano, resti pure il
crocifisso nelle aule, simbolo della religione
cristiana monoteista che ha costruito la storia anche di coloro che non
vogliono riconoscerla e reclamano la libertà, la quale non può esistere
senza le radici e l’incontro con il Maestro della "vera" libertà
Alle molteplici sottrazioni della scuola vorremmo
anteporre le addizioni dei valori e dei principi, degli insegnamenti onesti
e delle relazioni educative, messe in atto da educatori testimoni, capaci
di prendersi cura di tutti e di ciascuno , dando risposte adeguate ai tanti
perché che accompagnano il loro cammino.