Direzione didattica di Pavone Canavese

Tuttodirigenti

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Dirigenti, attenzione:
chiedere aiuto agli organi di controllo può significare autodenunciarsi !

 

Sono un capo d’istituto, ora dirigente scolastico di un Istituto Comprensivo, che assieme a tutti gli altri colleghi nel 1996 è stato promosso sul campo datore di lavoro con conseguente equiparazione al proprietario dell’azienda o dell’industria.

Attraverso una esemplare ed illuminata operazione condotta in tema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, non si è trovato di meglio che attribuire ai capi d’istituto la responsabilità amministrativa, civile e penale per inadempienze rispetto alle quali essi non hanno alcuna possibilità di intervento ed in una materia dove la sola segnalazione di irregolarità o richiesta di collaborazione agli organi di controllo e vigilanza, al fine di coinvolgere i soggetti obbligati ad intervenire per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, si tramuta in autodenuncia con conseguente condanna penale.

Riporto sinteticamente un fatto, a mio parere esemplare, al fine di dare significato alla constatazione sopra esposta.

Attraverso richieste verbali e varie lettere inoltrate tramite posta a mezzo raccomandata ho sollecitato il Comune, nella persona del Sindaco, ad installare nelle scuole l’obbligatoria segnaletica di sicurezza. Nel corso di quattro anni non solo questa non è stata affissa, ma non ho mai nemmeno ricevuto un cenno di riscontro ad eccezione di vaghe promesse verbali di intervento, sempre subordinate alla disponibilità economica dell’Ente.

Per dovere di informazione va specificato che alcuni adempimenti previsti dal D. L.vo 626/94 e successive modificazioni ed integrazioni sono esercitati direttamente dai capi d’istituto mentre altri sono di competenza dei proprietari degli edifici e l’obbligo dei dirigenti si esaurisce con la segnalazione agli Enti obbligati degli interventi di manutenzione da effettuare, come recita lo stesso Decreto 626 e tutta la normativa emanata in materia dal Ministero dell’Istruzione. Nel momento dell’ispezione i capi di istituto sono invece chiamati a rispondere personalmente delle inadempienze dei soggetti che per norma sono tenuti ad effettuare gli interventi.

Per garantire agli alunni una scuola sicura, con il solo ed unico obiettivo di esercitare correttamente il mio ruolo istituzionale di capo d’istituto/datore di lavoro, al fine di rispondere agli obblighi che mi impone la Legge in materia di sicurezza e per sollecitare in maniera più convincente il Comune ad eseguire gli interventi di sua esclusiva competenza, nel maggio 2001 ho inoltrato l’ennesima richiesta al Sindaco ed ho inviato la stessa per conoscenza al locale Comando dei Vigili del Fuoco senza valutare le conseguenze dell’imprudenza che stavo commettendo. Nel marzo del 2002 un Ufficiale dei Vigili del Fuoco ha compiuto un sopralluogo che si è concluso con un verbale di accertamento e la prescrizione all’installazione della segnaletica di sicurezza entro dieci giorni. Ho immediatamente trasmesso per competenza il verbale al Sindaco ed entro i termini assegnati, con mia piena soddisfazione, la scuola è stata dotata dei sospirati cartelli.

Purtroppo non avevo capito di essermi autodenunciata. Il giorno 24 aprile 2002, successivamente alla mia comunicazione scritta al Comando dei VV. FF. dell’avvenuta installazione della cartellonistica, un Ufficiale mi ha notificato il pagamento di una multa di 1.032,91 Euro perché comunque colpevole del reato di mancata installazione della segnaletica di sicurezza come verificato durante il sopralluogo.

È con grave senso di disagio e con estrema amarezza che denuncio le contraddizioni e le incongruenze della normativa che individua nel capo d’istituto il responsabile in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro senza attribuirgli risorse per poter provvedere agli obblighi propri di un datore di lavoro, ma anzi precisando che i suoi obblighi si intendono assolti con la richiesta agli Enti Locali della realizzazione degli interventi a loro carico; gli organi di Polizia Giudiziaria invece gli applicano pesanti sanzioni per un reato che non solo non ha commesso, ma che anzi ha segnalato per garantite ad insegnanti e studenti di svolgere l’attività didattica in condizioni di sicurezza.

Promuovere ed attuare la "cultura della prevenzione" all’interno dell’Istituzione Scolastica significa investire in un processo di crescita delle giovani generazioni con beneficio per la collettività e per ottenere questo è necessario ed importante il coinvolgimento attivo non solo delle componenti scolastiche, ma anche degli Enti Locali e di tutte le Istituzioni che si occupano di sicurezza ed igiene del lavoro. Senza timore di essere smentita, posso dichiarare a questo proposito di avere promosso in prima persona una azione di educazione alla prevenzione dei rischi costante nel tempo, conosciuta e riconosciuta anche da vari organi di controllo che in altre occasioni hanno compiuto ispezioni all’interno delle scuole dell’Istituto che dirigo e di cui sono note a tutti le ricadute positive.

Purtroppo l’esperienza personale mi sta insegnando che sono obbligata a rispondere penalmente per inadempienze e violazioni di Leggi dello Stato commesse da altri soggetti nei confronti dei quali non posso esercitare alcun potere se non quello di richiedere cortesemente di realizzare gli interventi necessari e che, se non saranno eliminate le contraddizioni normative, questi altri soggetti continueranno a non fornire risposte ed io, di conseguenza, continuerò a pagare ammende.

Oltre il danno, ovviamente e come sempre, anche le beffe che avrei probabilmente evitato se avessi svolto in maniera meno scrupolosa e diligente il mio lavoro e se non mi fossi occupata e preoccupata di voler garantire agli alunni il diritto a frequentare un ambiente di apprendimento che oltre ad essere educativo potesse rispondere ai requisiti di sicurezza.

Mi auguro di trovare un interlocutore capace di fornirmi risposte e chiarimenti adeguati e contestualmente auspico l’emanazione dei provvedimenti necessari e non più procrastinabili affinché il Dirigente scolastico/datore di lavoro non sia più il capro espiatorio di inefficienze altrui.

26 aprile 2002

Patrizia Graziani
Dirigente scolastico
PORTO MANTOVANO (MN)

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