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(20.06.2006)
La precarizzazione
della funzione dirigente: incarichi o reggenze ?
di Mario Fraccaro, d.s. presso
l'I.C. di Lonato del Garda (BS)
Il reclutamento dei direttori didattici è sempre avvenuto
tramite regolare concorso, la cui scadenza era periodicamente rispettata (
l’ultimo concorso è stato bandito nel 1995); in tal modo , oltre ad assicurare
la copertura dei posti vacanti, si consentiva a tutti coloro che ne avevano i
requisiti (possesso della laurea e 5 anni di anzianità nel ruolo docente) di
poter partecipare con regolarità alle procedure concorsuali.
Sui posti residuali , scoperti nelle more dell’espletamento del concorso, si
procedeva con l’istituto della REGGENZA , ossia il DD titolare di un circolo
viciniore “reggeva” temporaneamente la scuola con l’ausilio di un docente
vicario distaccato dall’insegnamento. Ciò era funzionale alla situazione
contingente; non si creava precariato, il reggente era comunque un capo
d’istituto che conosceva perfettamente i problemi dei 2 ordini di scuola
costituenti il circolo didattico e il docente esonerato dal servizio maturava
sul “campo” un’esperienza notevole, con il supporto del reggente.
Nella scuola media inferiore e superiore , invece, le cose sono andate
diversamente; i concorsi ordinari sono avvenuti a singhiozzo , con lunghi
periodi di interregno. L’ultimo è stato bandito nel 1990. Tuttavia, sui posti
vacanti , anziché nominare il preside reggente, è stato istituito l’istituto
dell’INCARICO DI PRESIDENZA, assegnato a livello provinciale sulla base
unicamente dell’anzianità di servizio e del punteggio maturato per la funzione
di collaboratore del preside.
Il proliferare degli incarichi, perpetuati anche per più anni, ha determinato
(anche con complicità sindacali) di fatto l’eclissi dell’istituto del concorso
ordinario, contribuendo ad ingrossare anno dopo anno le fila di un precariato
che reclamava giustamente la sanatoria ma vanificava le legittime attese di
coloro che, pur aspirando a ricoprire tale funzione, di fatto erano
irrimediabilmente esclusi vuoi per l’impossibilità di cimentarsi nel concorso,
vuoi per l’età.
Da qui continue rincorse per “condonare” la situazione, con l’emanazione di un
primo concorso riservato, cui ne seguiranno altri per il futuro , sin quando
l’ultimo incaricato non sarà incluso a pieno titolo nei ruoli dirigenziali.
La Legge 43/2005 pone (forse) fine a questa situazione, prevedendo l’abolizione
dell’incarico di Presidenza e i ripristino delle reggenze.
Attenzione:tale provvedimento potrà essere veramente efficace solo se verrà data
certezza temporale e giuridica per l’espletamento dei concorsi ordinari
finalizzati periodicamente alla copertura di tutti i posti vacanti.
In tale prospettiva le reggenze sarebbero residuali e funzionali all’efficienza
del sistema; soprattutto impedirebbero di perpetuare all’infinito la piaga del
precariato dirigenziale.
Appare francamente sconcertante (ma non più di tanto) la posizione del sindacato
FLC CGIL su questa materia; sul sito web di tale sindacato vi è una difesa ad
oltranza della categoria degli incaricati al punto che si arriva a sostenere che
anche se un Preside incaricato non dovesse superare il concorso riservato ha
comunque diritto a ricevere l’incarico (sic!), come se fosse un beneficio a
vita.
Sempre sullo stesso sito si sostiene che le reggenze “costituirebbero un
danno gravissimo per la qualità del servizio scolastico”. Strana concezione
della Qualità!
Io penso invece che le lobby sindacali a qualsiasi livello (la questione dei
supplenti - quasi tutti con tessera sindacale- è emblematica) sono uno dei
problemi del sistema scuola.
Sono estremamente favorevole all’Istituto della reggenza perché:
a) consente un risparmio consistente allo Stato;
b) elimina il precariato;
c) consente di dirigere le scuole prive di titolare a DS con esperienza e
competenza
d) consente a questi ultimi di accedere ad una retribuzione aggiuntiva che
integra l’attuale e indecoroso trattamento economico.
Inoltre non ci sarebbero più alibi per la mancata indizione dei bandi ordinari
di concorso.
A proposito di questi ultimi: ma perchè non rendere più snella e meno
farraginosa l’attuale procedura di reclutamento, prevedendo corsi di formazione
obbligatori ,ma solo una volta entrati in ruolo ? E perché non eliminare quell’odiosa
soglia di sbarramento ( la selezione per titoli) che esclude gran parte del
corpo docente più giovane, ma forse anche più motivato ed entusiasta?
Le Aziende e le Imprese private promuovono i loro dirigenti a trent’anni, non
certo a cinquanta o sessanta.