Direzione didattica di Pavone Canavese

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(15.06.2003)

Contratto-scuola:
gli alti lai del Presidente dell'ANP
di Aristarco Ammazzacaffè


Il Nostro Presidente nazionale dell'ANP, è intervenuto da par suo sulla preintesa del nuovo contratto del comparto scuola. Personalmente - ovvio - concordo su tutto, maxime con quello che nella dichiarazione non c'è. Le ha cantate e suonate un po' a tutti, e sempre con l'aria di chi si sente tradito sapendo di non esserlo. E ovviamente il primo assalto è ai sindacati del comparto, che hanno addirittura preteso - e ottenuto anche (che tempi!) - che i soldi stanziati per il contratto servissero soprattutto ad innalzare lo stipendio base di tutti i lavoratori della scuola.

Questa denuncia del Nostro Presidente Nazionale dell'ANP è tanto più condivisibile quando si pensi che docenti e personale ATA hanno stipendi il cui potere d'acquisto è fermo solo a 10 anni fa e il cui divario rispetto agli altri paesi europei è di quelli che solo la chimera degli impegni morattiani poteva colmare (ricordate i 19 mila miliardi di vecchie lire che hanno tenuto molto banco e poca cassa per intere settimane e mesi dello sorso anno? E che nel gioco delle tre carte del Ministro Tremonti - the disaster; in milanese: el disaster - sono scomparsi nell'ormai storico buco?).

E pensare con che tutti quei soldi (sostanzialmente sprecati con una distribuzione media di circa 100 euro netti a testa) si potevano non dico dirottarli verso il contratto dei DS per cominciare a risolvere il salario di posizione per tutti i dirigenti scolastici (idea tutto sommato non peregrina), ma almeno farli gestire direttamente dai capi di istituto che finalmente qualche soddisfazione se la potevano così togliere.

Ma l'affondo più eccitante del Nostro Presidente dell'ANP è nel passaggio che ha come nozione chiave l'invasione di campo. Non le sue - sempre benedette - in quelle degli altri, proprio come il commento di cui ci stiamo occupando felicemente dimostra, ma quella dei sindacati scuola su materie e poteri del Parlamento e, soprattutto, sulle "prerogative del DS".

Nel ragionamento complessivo, che quando l'hai letto ne esci arricchito di interrogativi (del tipo: ma cosa vuole?), i significati più o meno chiaramente desumibili - e assolutamente condivisibili - sono:

a) La contrattazione di scuola ha senso solo se non c'è
b) Difendiamo con forza le competenze negoziali del nostro profilo e ci battiamo coerentemente perché il Parlamento ce le tolga.

Su una cosa sola però mi permetto di dissentire: quella che tira in ballo le responsabilità della "parte datoriale" (si vede proprio che il Nostro è anche il Presidente della Confederazione dei Dirigenti d'Azienda: Panini, della CGIL scuola, saprebbe esprimersi così ?)

Questo non è accettabile. Perché sappiamo che la nostra Ministra ce l'ha messa tutta per far capire all'ARAN quello che voleva dopo che gli altri glielo hanno spiegato.

Certo lei ha le sue priorità - come ognuno può constatare - che sono le vere priorità della scuola italiana; e cioè i talenti (il termine glielo ha imposto El disaster, che pensava ad altro), le famiglie (il suggeritore è il card. Ruini), il volontariato (fonte: San Patrignano), i tailleur (la sua cosa giusta e soprattutto varia) e il voto in condotta (propostale dai papa boys e loro mamme).

Come possiamo darle torto? E poi c'è la riforma sulla quale prima o poi comincerà a fare da sola un discorso compiuto. Se avrà imparato.

Non si può pertanto prendersela con la Ministra.

Né tantomeno con il suo luogotenente in lamé e frangetta Guardami-guardami (è il più recente look del sottosegretario on. Aprea): impegnata com'è nel suo tour in alcuni capoluoghi italiani dove è tutta tesa ad ascoltarsi scambiando fischi (reali, come quelli di Reggio Calabria) per fiaschi (metaforici); e subito dopo a scappare per raggiungere il prof. Bertagna. Il quale si era parlato prima di lei, senza capirsi, ma con personale soddisfazione.

Pensate poi che potremmo prendercela con Adornato ? Ancora e sempre curvo a sbianchettare sul curriculum vitae le tracce del suo passato comunista e a lucidar corazze all'imperatore con materiali eurispes (quelli, per capirci, delle 1500 mamme, d'accordo con la ministra sul 7 in condotta educativo per i figli degli altri). No, sarebbe ingeneroso.

Noi, d'altra parte, che in questa partita abbiamo pezzi da presidiare (se perdiamo i vicari dell'ANVI, che ha già superato nell'intera penisola ben 10 tessere, e le "alte professionalità" - APì - nientemeno che europee dell’APEF e comandate dell’ADDoC, come facciamo a dare corpo se non testa all'ANPAP?); noi, dicevo, la nostra parte l'abbiam fatta fino in fondo. Ma, o i nostri suggeritori erano afoni o gli interlocutori erano sordi. Oppure i Confederali li hanno drogati. E quelli, si sa, sono capaci di tutto.

Soprattutto la CGIL che è formata – come è noto - da comunisti dichiarati, ma anche ex, post, ultra, intra, … ma in ogni caso comunisti. E il Premier, come lo chiamano per non essere identificati, ci ha spiegato cosa significa.

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