(01.04.2000)
SOLA ANDATA
Se vedete che
ci sacrifichiamo e che
mettiamo a rischio la nostra vita
per venire in Europa,
è perché in Africa si soffre troppo,
abbiamo la guerra, le malattie,
la mancanza di cibo,
carenza di educazione e di istruzione
Noi vogliamo studiare
E vi chiediamo
di aiutarci a studiare per essere come voi
Yaguine Koita - 14 anni . Fode Tounkara - 15 anni
Lettera rinvenuta nelle tasche di due ragazzi africani che nell'agosto '99, all'aeroporto di Bruxelles, sono stati trovati morti assiderati nel vano del carrello di un aereo proveniente dalla Guinea
Sono queste le parole con cui si apre la mostra Sola andata, aperta dal 18 marzo a Reggio Emilia. Un evento importante per il pianeta educazione interculturale. Più che di mostra sull'immigrazione, in realtà, "Sola andata" è un gioco di ruolo che permette ai visitatori di immedesimarsi nel viaggio (e quindi nelle storie, nelle vite, nei drammi e nelle speranze) di quanti emigrano dai paesi poveri verso i paesi Europei.
La mostra ripercorre le vicende che, nel mondo, secondo le Nazioni Unite, 120 milioni di immigrati, profughi e rifugiati affrontano nella loro fuga da miserie, guerre e dittature, abbandonando il loro paese d'origine per un viaggio di "sola andata". La mostra, interattiva e multimediale, già esposta a Bruxelles, Parigi e Roma (dove il ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer è stata immediatamente spedito in prigione per il solo fatto che la sua faccia non ispirava fiducia alla polizia). La mostra, per il suo particolare allestimento, è capace di far rivivere ai visitatori, attraverso scenografie a grandezza naturale, le traversie e le difficoltà affrontate da rifugiati e immigrati durante il viaggio dal loro Paese di origine fino al paese di accoglienza.
I visitatori sono guidati, attraverso la tecnica del gioco di ruolo, da animatori stranieri che impersonano gli interlocutori italiani (doganieri, poliziotti, datori di lavoro, ecc.) che incontrano solitamente gli immigrati nel loro viaggio alla ricerca di asilo. All'ingresso della mostra il visitatore sceglie il personaggio da interpretare (cinese, brasiliano, kosovaro, ecc.) e di questo personaggio riceve un documento di identità, con relativa fotografia, che lo accompagnerà per tutto il viaggio; viaggio che può durare anche due ore e in cui si incontrano amici e nemici attraversando quotidiane esperienze di difficoltà e di solidarietà.
L'elemento di grande novità della mostra sta proprio nella sua capacità di coinvolgere emotivamente i fruitori. Del resto, occorre ammetterlo, sappiamo tutto o quasi - dal punto di vista razionale - sui fenomeni migratori, sui costi umani e psicologici dei medesimi, ecc... ma cercare di rivivere emotivamente la fatica e l'angoscia di chi emigra è tutta un'altra cosa.
Si tratta di cambiare il punto di vista, di mettersi al posto di.., di vivere come se...
Una attitudine tipicamente interculturale che la mostra riesce a far toccare con grande immediatezza.
La mostra-teatro si rivolge all'opinione pubblica in generale, ma la sua valenza "educativa" e il suo grande impatto emozionale la rendono particolarmente adatta ad un pubblico giovanile, come opportunità di educazione alla mondialità. Visitatori privilegiati dell'evento possono essere le scolaresche dell'ultimo anno delle scuole elementari, delle scuole medie inferiori e superiori, gli studenti universitari e ovviamente le loro famiglie. L'evento infatti intende contribuire a sviluppare sentimenti di solidarietà e di accoglienza favorendo la crescita di una cultura della diversità e del rispetto.
Per informazioni
Sotto l'Alto Patronato
della Presidenza della Repubblica
e con il patrocinio di:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero della Pubblica Istruzione
Ministero della Solidarietà Sociale
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Ministero delle Pari Opportunità