Direzione didattica di Pavone Canavese

L'educazione interculturale nell'anno del POF.....

[educazione interculturale] [glossario] [home page]


(15.11.2001)

Molto rumore per nulla

Molto rumore stanno sollevando in questi giorni alcuni organi di stampa che riferiscono di un istituto scolastico della provincia di Cuneo che sospende le lezioni per il giorno 17 di novembre (inizio del Ramadan) e per il giorno di conclusione dello stesso periodo religioso.
Il fatto permette qualche sintetica riflessione, secondo due diversi registri. Da un lato infatti vi è la dimensione normativa (ovvero se è legittimo chiudere le scuole in determinati giorni modulando il calendario scolastico), dall'altro la dimensione di merito riferita alle festività islamiche.

Per quanto riguarda la dimensione normativa non sfugge a nessuno che da alcuni anni la scuola dell'autonomia può modulare il proprio calendario scolastico avendo come paletti da un lato il numero minimo di giorni di scuola da assicurare (i famosi 200 giorni) e dall'altro le indicazioni del Direttore Generale dell'ufficio Scolastico Regionale che fissa a sua volta un calendario scolastico per l'intera regione. Nel caso specifico la circolare dell'Ufficio Scolastico Regionale cita (all'art. 4) l'opportunità di definire il calendario scolastico tenendo conto delle specificità territoriali ed anche della dimensione multiculturale del tessuto sociale.

Modulare il calendario scolastico prevedendo una sospensione delle lezioni, entro i paletti definiti, è pertanto assolutamente legittimo per le scuole dell'autonomia.

Ma passiamo alla dimensione di merito

Ciò che in realtà fa problema a molti è che la chiusura avvenga per il Ramadan.
A dire il vero la scuola in questione prevede la sospensione delle lezioni anche per il giorno di Santa Lucia oltre che per Carnevale.
Ora, come si può vedere, ciò che a molti disturba è il merito della scelta, ovvero il fatto che il Consiglio di Istituto abbia deciso, in tempi non sospetti visto che la delibera è datata a fine giugno 2001.
Ad essere sinceri ciò che fa specie è l'insieme delle critiche a tale decisione, ineccepibile sia nella forma che nella sostanza. E' vero, alcuni sostengono che la decisione avrebbe dovuto essere meglio motivata in correlazione con il POF dell'istituto. Sinceramente al riguardo non ho sufficienti dati per poter verificare se il Pof dell'istituto comprensivo in questione sia o no improntato ad una logica interculturale (se ad esempio definisce l'educazione interculturale come orizzonte o sfondo integratore dell'insieme delle attività). Anche in questo caso comunque va detto che lo stesso argomento vale sia per il Ramadan che per Santa Lucia e Carnevale. Probabilmente per queste festività si presuppone di non fornire motivazioni visto che tutti sanno il significato di Santa Lucia per i bambini. Ma a rigor di logica se non vi fossero riferimenti nel POF alla dimensione ludico-magica di questa tradizione (valida per altro solo per alcune regioni d'Italia) anche questo giorno di chiusura sarebbe scarsamente motivato. Ma, diciamoci la verità...chi è che va a fare le pulci alle scuole che chiudono solo per permettere ponti adatti a frotte di sciatori? Forse che nel POF di queste scuole c'è un orizzonte culturale definito "mercato" o "iperconsumismo" ?
Se una critica va fatta alla decisione di chiudere per il Ramadan....questa riguarda il fatto che per l'Islam la festa è collocata solo alla chiusura del periodo di digiuno, non anche per l'inizio.
Si tratta in questo caso di migliorare la conoscenza della seconda religione più diffusa in Italia. Ma se questo vale per la scuola della provincia di Cuneo certo vale ancor di più per quanti ne criticano le scelte. Questi poi dovrebbero fare anche un corso accelerato sulle norme che regolano la scuola dell'autonomia.
Per tutti i soggetti in questione, e in particolare per gli affezionati lettori di questa rubrica, segnalo il numero di novembre della rivista CEM Mondialità interamente dedicata ai "doni della cultura araba e dell'Islam all'umanità". Pagine ricchissime che permettono di superare le tonnellate di stereotipi che in questi giorni si sentono a riguardo dell' Islam, dell'Afghanistan e del radicalismo islamico.

E mi pare stupendo che il direttore del CEM (Arnaldo De Vidi) apra il suo editoriale con una bellissima citazione di Etty Hillesum, martire nei campi di concentramento tedeschi:
"Non vedo nessun’altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappare via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare il mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi. E’ l’unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove".

Aluisi Tosolini

torna indietro