(14.11.2003)
DUE RAPPORTI1.512.324: questo il numero degli stranieri residenti
regolarmente in Italia al 31 dicembre 2002.
A questo numero vanno aggiunti:
600.000 immigrati che hanno presentato domanda di regolarizzazione ai sensi della
legge Bossi Fini;
230.000 minori non registrati nellarchivio di soggiorno in quanto registrati
sul passaporto dei genitori;
45.000 nati stranieri in Italia nel 2003 e minori non accompagnati presenti sul
territorio
82.000 (ipotesi) nuovi permessi sfuggiti alla registrazione del Ministero
dellInterno in quanto spediti in ritardo dalle questure.
Il totale arriva così a 2.469.324 stranieri residenti in Italia, pari al 4,2%
della popolazione complessiva.
Un rapporto denso, ricchissimo di dati, analisi, studi, indicazioni di prospettiva che può essere consultato a partire dal sito della Caritas italiana
Alunni con cittadinanza non italiana A Roma, presso il Centro di Informazione e Documentazione su immigrazione e intercultura sono state presentate dal Direttore Generale Musumeci, in ottobre, alcune anticipazioni sul rapporto che annualmente il MIUR predispone a riguardo della presenza di alunni stranieri nellescuole italiane.In estrema sintesi i dati salienti, riferiti al 2002/03, sono i seguenti
Alunni stranieri a scuola numero totale: 232.766
Percentuale sul totale della popolazione scolastica: 2,96%
Confronto con alcuni altri paesi europei:
Inghilterra 14% Francia 6% Spagna 2,95% Germania 9,7 Svizzera 23%
Aumento rispetto allano precedente: 50.000 unità
Numero di cittadinanze presenti: 189 (nel mondo ci sono 195 stati)
Alcuni esempi significativi
Province italiane con le percentuali più alte di presenza di studenti stranieri:
La cartina riassume bene la distribuzione
(per classi di ampiezza e a livello regionale)
degli alunni stranieri in Italia
Proiezioni per il futuro
La serie storica dellevoluzione della presneza di alunni stranieri in italia evidenzia una crescita rapida e consistente: si è passati in venti anni da 6.104 a 232.766.
Le proiezioni per i prossimi anni stabiliscono incrementi annui della popolazione straniera residente in Italia pari a 150.000 unità e a 200.000 unità. Conseguentemente sono state elaborate due ipotesi di crescita della popolazione studentesca sintetizzate nella seguente tabella
Tendenze ipotizzate sulla popolazione scolastica non italiana
Anno scolastico |
Ipotesi 1 |
Ipotesi 2 |
2003/04 |
270.132 | 285.369 |
2004/05 |
311.971 | 336.327 |
2005/06 |
351.423 | 379.246 |
2006/07 |
384.436 | 420.563 |
2007/08 |
418.267 | 459.461 |
2008/09 |
446.444 | 498.904 |
2009/10 |
467.742 | 534.840 |
2010/11 |
488.223 | 566.452 |
2011/12 |
507.888 | 597.519 |
2012/13 |
518.633 | 628.041 |
2013/14 |
527.744 | 658.020 |
2014/15 |
535.221 | 676.627 |
2015/16 |
541.066 | 693.602 |
2016/17 |
546.737 | 702.985 |
2017/18 |
550.390 | 710.190 |
2018/19 |
553.019 | 715.218 |
Una domanda per con concludere
A fronte di questi dati le re-azioni della scuola italiana quali sono?
Se posso azzardare un personale interpretazione, frutto della conoscenza empirica
derivante dalle continue occasioni di incontro e frequentazione di molte scuole che in
diverse regioni di Italia si interrogano sulla presneza di alunni stranieri, le cose
stanno allincirca in questo modo:
Le singole scuole
stanno sempre più attrezzandosi elaborando piani e percorsi didattici di chiara matrice interculturale sforzandosi di passare dalla fase dellemergenza (ormai superata da tempo) alla fase della quotidianeità della società multiculturale. In questo senso vedo con grande piacere che sempre più viene assunta la logica delleducazione interculturale come sfondo integratore e orizzonte del POF.Un numero sempre maggiore di
enti locali (non importa di che colore politico) assume la dimensione multiculturale come dimensione imprescindibile della politica locale. E ciò avviene cercando di superare la logica della settorializzazione degli interventi. E proprio nellambito scolastico ciò è reso ancora più evidente dal fatto che non è possibile distinguere tra italiani e non italiani a livello di politica scolastica. Emblematico poi che molte amministrazioni comunali e provinciali abbiano compreso la necessità di rafforzare la lingua di origine dei bambini stranieri e si siano attivate fattivamente per utilizzare in modo sempre piùpreciso e coerente la figura del mediatore interculturale.A livello centrale, di MIUR
, tutto tace. Le questioni interculturali sono sparite dal palazzo di via Trastevere, quasi non si trattasse di una delle maggiori sfide della scuola e della società italiana dei prossimi anni. Una sfida di portata persino maggiore di quella tecnologica su cui invece il MIUR ha investito enormi risorse sia economiche che umane ed organizzative (basti dire che esiste una direzione generale per lInnovazione tecnologica) . Le questioni interculturali riappaiono comunque, e spesso in modo significativo ed importante, a livello di direzioni regionali. E ciò è un bene.Il fatto però che tutto taccia al MIUR può essere variamente interpretato. Da un lato le questioni interculturali non paiono essere particolarmente consone e/o omogenee alla ideologia che anima ampie porzioni della attuale maggioranza governativa. Con il conseguente rischio di gravi dissidi e scontri tra lanima "Bossi" (che la logica interculturale la butterebbe volentieri in mare) e altre anime della maggioranza in parte più aperte ad assumere, almeno pragmaticamente, il nodo della società multiculturale in cui viviamo tentando di risolverlo con modalità più sensate.
Insomma, lo stesso scontro che si è visto a proposito della proposta Fini sul voto agli immigrati.
Per chiudere. Se volete il mio parere personale.... meglio che in questa situazione contingente il MIUR continui a tacere. Almeno non corriamo rischi di guai peggiori. Intanto le scuole dellautonomia e gli enti locali lavorano sempre più a progetti integrati che dal basso fanno crescere una nuova società.
Una precisazione: non solo Fini Si è molto dibattuto in questo ultimo mese della proposta del Vice Presidente del Consiglio, on. Fini, tesa a riconoscere il diritto di voto agli immigrati non comunitari residenti in Italia.Insomma
.se solo lo si vuole davvero un accordo
non dovrebbe essere difficile da trovare.
Ma lo si vorrà trovare?
Senato
Camera
Aluisi Tosolini