Scheda di lettura su
J. HABERMAS - R. TAYLOR
Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento
Milano, Feltrinelli, 1998, pp 117 £. 26.000
Il volume raccoglie due saggi che, da due diverse impostazioni, rispondono al quesito sulla relazione tra culture diverse (e diversi stili di vita). Secondo Taylor linterpretazione liberale della politica (che si fonda sulluniversalismo delle norme giuridiche e quindi rimane neutrale rispetto ai diversi stili di vita e alle diverse culture) non riesce a rispondere fino in fondo alle domande di riconoscimento poste dalle culture altre e dagli altri stili di vita che chiedono che valgano in sede politica anche diritti culturali collettivi..
Alla posizione di Taylor, che appartiene alla cosiddetta schiera dei comunitaristi, risponde Habermas che cerca una mediazione tra la posizione di Taylor e quella dei liberali più rigidi. Per Habermas il "sistema dei diritti non può essere cieco né verso le condizioni sociali diseguali né verso le differenze culturali" (pag. 69) anche se non esistono diritti collettivi in quanto la valorizzazione delle diversità deve sempre essere riferita ad una prassi fondata su criteri costituzionali universalistici e transculturali.
Il dibattito, che a prima vista può sembrare solo teorico-filosofico, riguarda in realtà problemi molto concreti quali le politiche di pari opportunità, il riconoscimento delle minoranze, leducazione multiculturale ecc.
Con linguaggio abbastanza semplice i due studiosi offrono un ventaglio di prospettive e problemi che quotidianamente sfidano la società multiculturale nella quale viviamo.
Estremamente interessante inoltre la distinzione posta da Habermas tra i diversi gradi di assimilazione possibile tra stranieri e società che li accoglie (pp. 98-99) oltre ad una lucidissima analisi della funzione economica rivestita dallemigrazione europea nel XIX e XX secolo (pp. 102-103) e ad una dura presa di posizione contro la politica della Germania in ordine al diritto dasilo.
Il volume contiene anche unottima bibliografia ragionata curata da Luisa Azzolini.
a.t.