06.10.98
LISLAM E
LITALIA
a cura della Associazione Italiana Internazionale per linformazione sullIslam.
Milano, La Sintesi editrice, 1996, pp.154
Gli autori
Lassociazione Italiana Internazionale per lInformazione sullIslam raccoglie intellettuali musulmani di origine europea. Organizza e partecipa a numerose iniziative con istituti di dialogo interreligioso e istituzioni accademiche, in Italia ed allestero.
Ha collaborato con lIRRSAE Lombardia curando corsi di aggiornamento per docenti di cui il volume qui presentato costituisce una sintesi.
Il volume
Il volume è diviso in tre sezioni:
A. I fondamenti dellIslam
B. Islam e Cristianesimo
LIslam in Italia
Da leggere perché...
La peculiarità del volume è presto spiegata: per la prima volta in Italia i fondamenti dottrinali e intellettuali dellIslam vengono espressi dallinterno stesso della tradizione religiosa. Non si tratta di una cosa da poco: credo infatti sia sempre meglio farsi spiegare da chi vive unesperienza i tratti caratteristici della stessa piuttosto che ricorrere a "mediatori" più o meno neutrali.
La donna e lo hijab
Inutile sottolineare che la presentazione è esaustiva e tocca tutti
i punti salienti dellIslam.
Di grande interese, inoltre, i capitoli dedicati al rapporto ed alla possibile convivenza
entro la stessa società di cittadini di diversa confessione religiosa.
Fra i diversi interventi si segnalano Scuola ed educazione islamica, Lintesa
fra Stato e la Comunità Islamica e La comunità e la famiglia nellIslam.
In essi sono affrontati alcuni problemi specifici tra cui anche quello concernente lhijab,
il velo femminile. Al riguardo Faridah Peruzzi Vincenzo scrive: "La copertura del
capo è un gesto dal simbolismo profondo che manifesta il timore, la devozione e
lubbidienza a Dio. Loccultamento dei capelli simboleggia, inoltre,
labbandono delle limitazioni connesse allesistenza e quindi esprime la
tensione verso il superamento della propria individualità per il raggiungimento del
Principio. Non è un caso che la Vergine Maria venga sempre raffigurata con il capo
coperto, così come in generale le sante..." (pag 87).
Il tutto iscritto entro una concezione della relazione uomo-donna che, certamente, non è quella occidentale ma che è meglio farci spiegare dagli islmaici stessi, senza per questo necessariamente condividerla ("NellIslam la donna ha effettivamente una posizione diversa dalluomo che funge nei suoi confronti da intermediario fra questultima e Dio. La natura ontologica del principio attivo delluomo gli conferisce uno slancio intellettuale, mentre la donna, a sua volta, funge da equilibratrice e stabilizzatrice delluomo, rivestendo un ruolo complementare e non meno importante di quello maschile. Luomo a cui la donna deve ubbidire è del resto luomo sottomesso a Dio..." pag 86).
Un volume, dunque, di grande interesse.
Come di grande interesse è il volume "Gerusalemme. Pellegrini, santi e cavalieri nel monoteismo abramico" (Milano, La Sintesi ed. 1996) dove, a partire da Gerusalemme, città santa per i tre monoteismi, si confrontano ebrei, cristiani e musulmani in un avvicente (ma non per questo meno difficile e complesso) dialogo interreligioso.
(at)