per una analisi critica delle pratiche "interculturali"
A solo titolo indicativo si elencano di seguito tutta una serie di "pratiche" educative che in qualche modo si ritiene facciano parte dell'educazione interculturale. Per ogni pratica si sottolinea, in via del tutto provvisoria, qualche elemento critico
1. educazione interculturale come elemento del più ampio progetto educativo sui temi socio-politici del nostro tempo (in questo caso l'interculturalità diventa una delle "educazioni", assieme a educazione allo sviluppo, alla pace, ai diritti umani, alla legalità, stradale, ecc.... Con il rischio di diventare un elemento "esterno" alla quotidianeità educativa, un progetto [magari relegato entro il "progetto giovani o ragazzi], senza connessione con la normale "curricolarità o disciplinarietà.
2. educazione interculturale come educazione alla
cittadinanza (europea)
In questo caso l'educazione interculturale ha la finalità di rendere competente (a
livello cognitivo , comunicativo, ecc) il futuro cittadino europeo a vivere nella nuova
dimensione fissata dalla UE. Sul piano pratico ciò comporta una significativa revisione
dei curricoli (ad esempio il bi ed il tri linguismo). In realtà questa posizione
dimentica (o non tematizza a sufficienza) il dato della globalità, della
mondializzazione. Inoltre non pare sufficientemente critica nei confronti della tradizione
occidentale (rischia cioè di essere una "interculturalità settoriale, giocata solo
dentro il comune sentire occidentale) e del rischio della "occidentalizzazione del
mondo" (S. Latouche).
3. educazione interculturale come pedagogia
dell'accoglienza
Tale proposta, prendendo spunto dai limiti derivanti dall'assolutizzazione sia
dell'universalismo che del relativismo, sottolinea la necessità di formare competenze
relazionali capaci di reggere la fatica dell'incontro e del conflitto interculturale. A
mio parere tale prospettiva, rischia di lasciare in ombra le competenze
"cognitive".
4. interculturalità come educazione antirazzista
In realtà si tratta di una specificazione del punto 1 sopra descritto. Nello specifico
essa sottolinea, tuttavia, il rischio che una eccessiva e non critica sottolineatura
dell'universalismo tenda a nascondere ed a mascherare una politica tesa al mantenimento
dello status quo. Credo, tuttavia, che l'educazione antirazzista, seppure necessaria, non
possa anche dirsi sufficiente in ordine ad una compiuta proposta di educazione
interculturale.
5. intercultura e nuove tecnologie della comunicazione
Tema, questo, del tutto inesplorato in ambito pedagogico. La comunicazione telematica (ad
esempio internet) pare configurare la futura lingua interculturale. Con il rischio di
restare annegati dall'eccesso di infomrazioni oppure di ridurre tutto a sterile
chiacchiericcio. Seppure la riflessione sulle nuove tecnologie educative (si veda:
Maragliano, Calvani, Galliani) sia particolarmente avanzata e mostri significativi punti
di contatto con le tematiche interculturali non vi è ancora stata una sufficiente
ricerca/riflessione.