Carmelo Maniaci, Direttore Generale Istruzione elementare, ha introdotto i lavori ricordando come il seminario di Stresa, che segue i precedenti di Sestri Levante sul Meditarraneo e di Vico Equense sulla formazione dei docenti, vada collocato entro il più ampio impegno del Ministero nei confronti delle problematiche dell'educazione interculturale come progetto educativo per la società italiana che ogni giorno di più si manifesta come società multiculturale.
Oggetto del seminario è, a partire dalle migliori esperienze e dai più innovativi progetti realizzati nelle diverse scuole, elaborare e proporre strategie educative e metodologie di intervento per l'insegnamento della lingua italiana come lingua straniera per gli alunni stranieri che frequentano la scuola italiana.
La Sottosegretaria all'Istruzione, senatrice Carla
Rocchi, è intervenuta con un messaggio in video ricordando che l'imparare
a vivere insieme è condizione fondante dell'essere umano e che ciò deve avvenire a
partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle differenze, di genere in primo
luogo.
Nello specifico del tema del Seminario la Sottosegretaria ha sostenuto che ogni lingua
imparata è un mondo che si apre, non solo dal punto di vista culturale ma anche della
cittadinanza e dei diritti della cittadinanza.
Il prof. Arturo Tosi,
della Royal Hollaway University of London, ha presentato una comparazione dei modelli
educativi in campo europeo, con lobiettivo di offrire la ricchezza delle esperienze
straniere e riferimenti utili alla situazione italiana.
Tosi ha così sostenuto che mentre nei paesi scandinavi ed anglosassoni il bilinguismo è
visto come caratteristica positiva, nei paesi del Centro Europa invece esso è visto
troppe volte come un ostacolo, una difficoltà.
Nello specifico della situazione italiana, che è caratterizzata dalla mancanza di una
identità nazionale forte, il prof. Tosi ha sostenuto la necessità di un organico piano
nazionale di formazione dei docenti.
Sullo stesso tema è intervenuta la professoressa Serena Ambroso (Linguista dellUniversità di Roma 3) che, dopo aver delineato la complessa tipologia degli alunni stranieri con riguardo alla competenza linguistica, ha sostenuto che è compito dei docenti divenire facilitatori dell'apprendimento linguistico. Si tratta, ha concluso la Ambroso, di non pretendere di interpretare le altre lingue e le comunicazioni dei ragazzi stranieri utilizzando il filtro dellItaliano: solo così la ricchezza di cui ogni lingua ed ogni alunno sono portatori possono trasformarsi in ricchezza per tutta la società.
Nella giornata di martedì 9 marzo sono state presentate 8 esperienze specifiche riguardanti sia l'aspetto della formazione linguistica degli insegnanti (Progetto Milia, Irrsae Liguria e Progetto Qui è la nostra lingua del Comune di Roma) sia le problematiche relative all'accoglienza ed all'apprendimento della lingua italiana da parte degli studenti stranieri (Centro COME di Milano, Progetto LITOS di Torino, progetto Parole per accogliere delIrrsae Puglia) che, da ultimo, le problematiche relative alle minoranze storiche ed ai mediatori linguistici ed interculturali (Opera Nomadi di Milano, progetto dell Iprase di Trento, Progetto del Rue di Udine).
I partecipanti si sono poi divisi in 5 gruppi di lavoro che da diverse angolature affrontano le diverse sfide poste alla scuola dalla presenza di studenti stranieri che, proprio attraverso i processi formativi e lacquisizione critica e consapevole della lingua italiana, fanno esperienza di convivenza democratica e nuova cittadinanza.
I lavori continuano oggi 10 marzo con la presentazione delle sintesi dei lavori di gruppo e gli interventi dei professori Alessandro Bosi (Università di Parma) e Duccio Demetrio (Università statale di Milano) e saranno conclusi dal direttore Generale Carmelo Maniaci.