Direzione didattica di Pavone Canavese

 

Viaggio in mongolfiera con ....

Sebi Trovato

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24.04.2000

25 Aprile, per non dimenticare:
LA MENZOGNA DELLA RAZZA e
I BAMBINI EBREI DI PARMA NEL
CAMPO DI STERMINIO DI AUSHWITZ
Percorso di storia del '900 a cura dei bambini delle V
in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza di Parma

 

In questo mese abbiamo avuto modo di consultare parecchi documenti storici riguardanti il '900, grazie alla collaborazione con il nostro Istituto Storico della Resistenza, ma anche grazie a nonni e prozii che sono venuti a raccontarci, o che ci hanno inviato molti reperti (pagelle dell'era fascista..le avete mai viste?..., fotografie, quaderni della scuola elementare di quel tempo, un elmetto ecc). Il caso Irving, di cui si è parlato spesso in classe, ma anche il desiderio dei Savoia di tornare in Italia, avevano acceso non poche curiosità.
Naturalmente, in classe avevamo già lavorato sulle conquiste del Sud del mondo, avevamo ripercorso la storia degli Ebrei ed avevamo visitato la Sinagoga di Parma ed intervistato la Presidente riguardo alla Shoà....quindi eravamo pronti a studiare documenti per capire meglio.
Ed è così che, leggendo i documenti raccolti dall'Istituto storico della resistenza, abbiamo scoperto che l'idea di razzismo è nata in Francia ed in Inghilterra nell'800 per giustificare le conquiste e che il maggior teorico era un signore, De Goubineau, uno scienziato.
Abbiamo anche un po' ridacchiato, perchè, sempre leggendo fumetti del tempo, o manifesti pubblicitari, o problemi matematici della scuola fascista, abbiamo scoperto che gli Italiani dipingevano (sul serio, nel senso che proprio li disegnavano sui loro giornalini) i neri con i capelli lunghi e le treccine (rasta?), gli orecchini....ed i bambini all'inizio non capivano che male ci fosse ad essere così...dico, molti hanno fratelli adolescenti che di questi...elementi decorativi ne fanno un mito! (Come cambiano i tempi)
Un altro giorno abbiamo ripercorso la breve vita di tre bambini ebrei di Parma, che dal giorno alla notte, dopo le leggi razziali del 1938, prima si sono visti cacciare dalle scuole, poi hanno cambiato città, poi sono stati deportati in un campo di concentramento nella nostra provincia, infine... sono stati caricati su un vagone merci di cui abbiamo conosciuto il numero ed il codice.
Abbiamo seguito il loro viaggio sui documenti che mostravano le loro carte di identità che gli erano state ritirate, le loro firme per salire sul vagone, le 9 lire che hanno percepito a testa al campo di Bolzano per comperare un po' di cibo, l'arrivo ad Aushwitz. Infine ne abbiamo letto la data di morte. La loro e quella degli altri due bimbi loro amici, amicizia fugace e strana, due ebrei ex-jugoslavi (si direbbe ora), prima deportati in Italia durante la conquista dell'Istria.. e poi...solita strada.
Non è stato un percorso storico che tendeva al pietismo, infatti noi qui ci fermiamo, nè intendiamo entrare nella diatriba  citata anche Scalfari  sull'Espresso "se la Shoà sia equiparabile o no al Gulag", il fatto è che è importante che i bambini capiscano che tutti gli individui hanno pari dignità e che è sconvolgente che, dal giorno alla notte, uno ne sia privato, perda il lavoro, la casa, poi la dignità, infine la vita, in nome del razzismo.
Solo in questo senso abbiamo mostrato ai bambini i documenti che indicavano il manifesto con una donna italiana e che diceva "Difendila"(dai neri ndr) in occasione della guerra di Etiopia, così come le cartoline illustrate che indicavano ciò che gli Ebrei potevano fare, o cosa non dovevano più essere. (Cosa non potevano più fare era un'ordinanza del Re (Savoia), non di Mussolini. E gli elenchi del censimento degli Ebrei italiani, nel 1943, il Re o chi per lui, avrebbe potuto distruggerli, ma nessuno l'ha fatto)
Ma l'orrore della deportazione a Mauthausen, ce lo ha narrato un reduce, un ex Partigiano che vi è rimasto tre mesi e mezzo, fino all'arrivo degli Americani: un racconto secco, duro ma mai pietoso, mai crudele oltre la comprensione di un bambino: che l'Olocausto sia o no un fenomeno Holliwoodiano (come sostiene Irving) dovreste sentirlo raccontare da lui..
Conoscere tutto ciò, non è solo un dovere, è un diritto.
Affinchè si possa provare ancora orrore, affinchè non esistano più nè Shoà, nè Gulag, nè Milosevic, nè Pinochet qualsiasi, affinchè nessuno pensi che sia normale che un altro individuo, un bambino, un uomo, una madre, possa essere privato della propria dignità in nome di un qualsivoglia razzismo.

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nel sito WEB
del XIII circolo di Parma
e leggete l'intervista
ed i commenti dei bambini

sebi