Sebi Trovato
28.11.99
Non si può avere
paura di una scuola mondiale
Berlinguer propone,
ma i bambini già lo fanno
Scrive Berlinguer a Ezio Mauro su Repubblica di venerdì 26 novembre:
" Mentre ci si accapiglia sulle dimensioni delle classi, all'orizzonte si profilano aule senza confini nelle quali gli studenti dialogano col compagno di banco, ma possono farlo anche con i coetanei di Oslo o di Tokio."
Mi è venuta voglia di rispondergli, (un po' per la questione delle dimensioni delle
classi...dovrebbe vedere le nostre...) ma, soprattutto, visto che è in questa linea che
possiamo vedere il sito del Tredicesimo di Parma: già da tre anni insegniamo ai bambini
che, attraverso la rete si può collaborare con compagni molto distanti, superando le
barriere geografiche e percependo le differenze degli altri come ricchezza, perché
cooperando per un progetto comune sono importanti tutti i contributi.
Abbiamo iniziato in terza lanciando in rete dei concorsi per la risoluzioni di problemi di
logica, abbiamo proseguito in quarta proponendo due progetti diversi:
Levy direbbe che abbiamo partecipato alla
creazione della Cybercultura mettendo in comune le nostre singole intelligenze per costruire l'Intelligenza collettiva del web.
Non è stata la lingua a fermarci: abbiamo collaborato con compagni inglesi che imparavano
l'italiano, mentre noi studiavamo l'inglese.
La collaborazione è avvenuta attraverso la posta elettronica ed il www: sul nostro sito
abbiamo depositato, lungo il cammino, i prodotti inviati dalle scuole che hanno
collaborato al progetto, affinché fossero visibili da tutti i partecipanti ai nostri due
giochi.
I cd rom che abbiamo prodotto , invece, sono, come direbbe Gardner, il portfolio della nostre classi, i books che raccontano l'esperienza positiva
della collaborazione: sono ridondanti, come tutti i prodotti multimediali, di suoni
immagini, video e di tutto l'entusiasmo che ci ha pervasi in questo cammino: sono un
ricordo, un segno lasciato, come le incisure rupestri dei Camuni....ma molto meno
durevoli.
Ci ricorda ancora il Ministro:
"Il 30 settembre, a
Firenze, dieci ministri europei si sono incontrati, su iniziativa dell'Italia, per
discutere della convergenza dei sistemi educativi in Europa."
Vorremmo far sapere al Ministro, che anche noi, docenti e bambini, abbiamo
parlato insieme di convergenza educativa: le due scuole, italiana ed inglese, hanno
confrontato il tempo scuola, i ritmi di lavoro, le feste, i giochi, il tempo libero, i
cibi, i luoghi frequentati; i bambini delle scuola italiane, nel Romanzo a più mani,
hanno confrontato le loro realtà, le paure, le fantasie, le monellerie, l'attesa e
l'accoglienza dei nuovi compagni stranieri, le esperienze vissute, si sono poi anche
incontrati...come dire, a ciascuno il suo compito, ma lavoriamo tutti nella stessa
direzione.
"A scuola si deve fare
cultura europea, non solo nazionale. I sistemi istruzione devono progressivamente
avvicinarsi, ed avvicinare docenti ed alunni, costruire l'Europa della conoscenza."
In effetti, il primo passo di ogni collaborazione effettuata è avvenuto fra
insegnanti, che hanno confrontato gli obiettivi, esaminato i possibili percorsi, inventato
esperienze motivanti, scambiato consigli e data base, ma di questo possiamo parlare anche
al presente, perché è anche il lavoro di questo anno.
A proposito di Europa: lo scambio con la scuola inglese è avvenuto anche servendoci di
una canzone: "Blu Europa - Bell'Europa", scritta dai nostri alunni con
l'insegnante di musica e tradotta dai compagni inglesi, che poi l'hanno a loro volta
cantata, perché a questa Europa ci crediamo, ma...più che di cultura europea, vorremmo
far sapere al signor Ministro che al Tredicesimo preferiamo parlare di cultura mondiale, meglio di educazione interculturale ..
e non solo di astratte uguaglianze e differenze dei sistemi educativi...ma di arte,
religione, storia, vita quotidiana, impegno per la pace, di tutto ciò che tutti i Paesi
di questo secolo consegnano al nuovo millennio, possibilmente di positivo, perché la
Scuola di base, a cui apparteniamo, organizza, come Lui chiede, i Nuovi Saperi per il 2000, i Campi di significato,
non l'Enciclopedismo.
non pretendiamo certo che il Prof. Berlinguer ci navighi, ma ci piacerebbe sapesse che ciò che Lui scrive...esiste, non è utopia, forse i Ministri delle varie Istruzioni europee dovrebbero sapere che, spesso, la scuola pubblica vede anche più lontano di loro.