Sebi Trovato
5.12.99
Una mostra sul Futurismo
La mia è la città di Giuseppe Verdi e, si dice in giro, per portare avanti le
"esigenze" del melodramma, le Amministrazioni devono fare delle scelte: da qui
il fatto che da noi di belle mostre di quadri se ne sono viste sempre pochine, anche se
molto pubblicizzate e, nel loro piccolo, ben fatte.
Quest'anno l'Assessorato alla Cultura ha puntato sui Futuristi ed io, come molti insegnanti, ho colto al balzo l'occasione.
Il titolo è avvincente: "Depero e Rubino: il Futurismo spiegato ai bambini, il bambino spiegato ai Futuristi".
Sono riservati alle scuole giorni di visite guidate per una cifra accettabile, comprensive di laboratori, domeniche riservate alle famiglie... non approfittarne sarebbe un delitto in questo fine secolo di fine millennio, quando tutti ci guardiamo indietro per vedere cosa portarci dietro.
Ma il mestiere di insegnanti ci induce a non lasciare mai nulla al caso, nemmeno se il "caso" è l'Amministrazione Comunale: ciascuno di noi, prima di una qualunque esperienza della sua classe, progetta un percorso didattico pre e post uscita: i bambini non vanno mai a visitare un luogo senza sapere cosa aspettarsi e cosa ci vanno a fare e questo modo di programmare si rivela sempre vincente per aumentare la motivazione e l'attenzione.
Il titolo preoccupa un po'..."il bambino spiegato ai Futuristi"...ma quando? I Futuristi (quelli del Manifesto del 1909) dell'umanità pensavano che "Uomini e donne sono uguali, perché entrambi ugualmente disprezzabili"... nella loro tensione alla vita (noi cantiamo "l'amore del pericolo, l'abitudine all'energia ed alla temerità" esaltando "il coraggio, l'audacia, la ribellione" "il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno") i bambini non erano compresi di certo......e comunque, non interessavano granché....perché avrebbero dovuto farseli spiegare?
Lungo la visita, lo studio e le osservazioni delle opere fatto in classe ha completato alla grande gli accenni ai temi affrontati dai Futuristi (in fondo, solo 11 e sempre quelli: la velocità, la simultaneità, la metropoli, la guerra, il cosmo, l'individuo, lo stato d'animo, la natura, la spiritualità, la casa, la scena), soprattutto sulla guerra "sola igiene del mondo", nemmeno una parola. Ne abbiamo parlato dopo, per capire come i Futuristi abbiano contribuito, non poco, a creare il clima politico - culturale che ha condotto alle guerre mondiali. E' un peccato non mostrare nessuna opera sulla guerra, perché questo implica fare "dormire" gli alunni, come direbbe il filosofo De Unamuno, "nel sonno della ragione che genera mostri". Alcune informazioni vanno esplicitate, non taciute, anche se si vuole recuperare un movimento che ha sicuramente inciso sull'arte e sui cambiamenti del 900...ma il cambiamento è davvero sempre miglioramento?
Ecco che, come sempre, interviene la mediazione della Scuola a colmare le lacune, è un lavoro di equipe insomma, in effetti una mostra per classi da 0 a 20 anni non può essere esaustiva.
Depero ci appare un po' come il nonno di Andy Warhol, nella sua factory con le sarte per fare arazzi colorati; c'è anche un catalogo che illustra il percorso ai bambini, ma fa domande ovvie persino per la materna, tipo "Vedi in questo quadro persone o animali?" "Il manifesto per il teatro è arancio marrone o tende al grigietto?" A 10 anni, ma anche a otto, ci si sente un po' presi in giro da domande retoriche di questo genere, magari, se si vuole indurre l'osservazione incuriosita si può chiedere perché tanta geometria, raccontando poi del Manifesto sulla necessità dei "fiori artificiali", oppure dell'importanza dei colori brillanti "il giallo che splende, il rosso che fiammeggia" di A. Soffici e via dicendo, anche ammettendo di dimenticare l'influenza dei Fauvisti. Gli Assessorati, per lavorare davvero in rete con la nostra Istituzione dovrebbero chiedere ai docenti come stendere il percorso degli alunni per una corretta osservazione su un argomento: questo catalogo è un po' di stile vecchiotto, come i primi tentativi che facevamo 15 anni fa, per mostrare i monumenti - documenti della via Romea (per dirla alla Le Goff).....ma la strada la fa anche la Scuola, nulla resta immobile nella didattica....ed anche gli alunni non sono più quelli, immersi come sono nelle immagini e nei suoni, sono critici attenti ben più di quanto si può aspettare un adulto se da anni non ha l'occasione di incontrarne dal vero, face to face.
In mostra ci sono le "Parolibere": le abbiamo riconosciute subito, perché avevamo già visto in classe quelle di Carrà, di Azari e di Benedetta (unica donna Futurista, solo perché moglie di Marinetti, anche questa, sulle differenze di genere, la direbbe lunga sui Futuristi, ma nemmeno una parola) e...per paradosso, avevamo anche "costretto" Caterina, la nostra tirocinante, a mostrarci il suo diario di adolescente, che così tanti spunti ha preso, inconsapevolmente, dai poeti della poesia visiva, da Mallarmè ai Futuristi, fino a Basquiat ed ai graffitari.
Il ciclista
di Depero, mentre attraversa la metropoli che "cade" per dare il senso della velocità... è davvero splendido e dà tante idee sulla simultaneità (che, nel Manifesto di Soffici sulla pittura futurista, incredibile, assomiglia alla reticolarità ipertestuale della multimedialità!), soprattutto se in classe hai già mostrato "la bambina che corre sul balcone" di Balla ed "il treno partorito dal sole", di Depero: la velocità e la contemporaneità erano, a quel tempo, come le nuove tecnologie ora, solo questo paragone può rendere ai bambini il motivo di tanto entusiasmo: loro l'auto l'hanno tutti, spostarsi velocemente almeno da casa a scuola, al mattino, è un obbligo "morale", guai il contrario..In classe abbiamo poi letto l'ode "
All'automobile da corsa" di Marinetti, anche perché andava chiarito che i nostri amici Futuristi non erano solo pittori, erano artisti poliedrici: artigiani-architetti-pubblicitari-scrittori-vignettisti, antenati delle correnti successive, fino alla Pop Art.E' stato importante anche ricordare ai bambini l'interesse per la metropoli, il "nuovo" che sostituisce "vecchio": la folla che si incontra scontra, le tensioni della grande città, le zuffe...prendendo lo spunto dai manifesti del Campari o della magnesia che iniziavano a comparire sui muri delle città ad opera dei Futuristi.
La visita alla mostra vale la pena, possibilmente visitandola con calma, e, soprattutto, se si può proseguire al piano superiore, dove ci sono i fumetti di Rubino...muti, senza nuvolette.. i bambini hanno suggerito che, forse, erano così perché la gente, allora, era analfabeta, o le illustrazioni della versione femminili del Gianburrasca, il suo "Viperetta" (però qui, mica siamo più Futuristi, il secondo dopoguerra li ha visti o morti eroicamente o ottuagenari passati ad altre correnti....) e, dulcis in fundo, una meravigliosa cameretta in legno e ossa, meglio, colori, dipinta per un bambino....ovviamente un bambino ricco, perché mi chiedo quanti dei nostri padri, nel dopoguerra, dormissero in camere...singole...ma esistevano?
Se volete vederla |
Questo va ricordato ai bambini...quindi ecco lo spunto per recuperare un po' di storia del
900 invitando qualche nonno a parlarci del suo dopoguerra.
Alla fine, il laboratorio, un'idea carina e divertente per i bambini, ma non si capiva la differenza tra colorare futurista utilizzando triangolini collages, ed i collages dadaisti: a scuola poi abbiamo reso a Cesare quel che è di Cesare.
Tutto questo per dire che la Scuola è sempre pronta a cogliere le occasioni culturali del Territorio, perché la collaborazione è importante, ma che nulla avviene senza la mediazione della professionalità docente, sarebbe bene che chi parla delle carenze della Scuola pubblica lo venisse a sapere: le scelte che si fanno, per Campi di significato e non per Enciclopedismo, come direbbero i Saggi, richiedono ore di studio e riflessione, nonché traduzione in didattica.
Se passate da Parma, vi accompagniamo noi di quinta, vi va?