Enrico Bottero e
Alessandro Padovani
Pedagogia della musica.
Orientamenti e proposte didattiche per la formazione di base
(Guerini e Associati,
Milano)
Occuparsi di formazione musicale significa prima di tutto fare i conti con due realtà istituzionali.
Nella parte terza del volume si contestualizza il discorso pedagogico fin qui prefigurato allinterno dellorganizzazione scuola, oggi impegnata nelle radicali trasformazioni connesse alla riforma dellautonomia. Vengono così indagate le questioni della didattica della musica come progetto pedagogico (senso e significato di una progettualità didattica orientata alla forma ma aperta alla continua rinegoziazione ), del laboratorio musicale come luogo del "fare" produttivo di senso e di conoscenza e, infine, la questione cruciale della formazione degli insegnanti (viziata da sempre, come si sa, e più che in altre aree disciplinari, da una mancata formazione iniziale).
Il volume si conclude con alcuni capitoli dedicati alle proposte didattiche : prime esplorazioni e manipolazioni dei suoni ( esperienze multisensoriali delle coppie oppositive che costituiscono lesperienza primaria del bambino con i suoni), parola ritmo, melodia (esperienze ritmico melodiche con la voce, il corpo, gli strumenti: cellule ritmiche e ritmico - melodiche, brevi cenni di armonia), ascolto (esempi di percorsi di ascolto che, a partire dalle principali strutture compositive, portano a delineare, mediante giochi di improvvisazione creazione, nuovi percorsi da sviluppare in molteplici direzioni), sonorizzazione ( attività di esplorazione delle potenzialità espressivo - musicali presenti in un testo).
Il testo , dedicato principalmente alla formazione musicale di base , si rivolge a studenti di musica e di scienze delleducazione, a insegnanti (in particolare della scuola di base e a quelli di loro che, con lo sviluppo dei laboratori musicali , intendono occuparsi di progettualità didattica e formativa con particolare riferimento alla musica) ad animatori musicali e culturali, a formatori.
A titolo esemplificativo, riportiamo di seguito due giochi musicali proposti nel volume, rispettivamente nel capitolo decimo (Prime esplorazioni e manipolazioni dei suoni) e undicesimo (Parola, ritmo, melodia. Esperienze ritmico - melodiche con la voce, il corpo, gli strumenti).
"Il direttore dorchestra".
Suono/silenzio, piano/forte. Prima esperienza di musica dinsieme
(p. 129).
Il direttore, in piedi in mezzo alla stanza, tende le braccia in avanti con i pugni chiusi uno vicino allaltro inducendo allattenzione e al silenzio. Quando i pugni si aprono facendo vibrare le dita, tutti suonano il proprio strumento, ma quando i pugni del direttore dorchestra tornano a essere chiusi ritorna il silenzio.
In questo gioco, grazie allutilizzo dello schema corporeo e allo scambio di ruolo tra esecutore e direttore dorchestra , si avvia in modo attivo e partecipato lesplorazione dei principali elementi del linguaggio musicale, spesso basati su coppie oppositive come suono/silenzio, forte/piano, acuto/grave, crescendo/diminuendo.
Le braccia tese in avanti indicano che si deve suonare nella modalità piano , le braccia completamente aperte in fuori indicano il suono forte. Ciò accade solo se le mani sono aperte e le dita vibrano. Con i pugni chiusi ,infatti, in qualsiasi posizione c'è il silenzio. Come per la coppia suono/silenzio, anche qui la principale discriminazione è tra due polarità: il piano e il forte.
Giocando sullintensità, il bambino percepisce prima di tutto la distinzione semplice e binaria forte/piano e, solo successivamente e con gradualità, riesce ad acquisire le altre gradazioni di intensità. Ecco perché partiamo prima dalla distinzione netta forte/piano e solo in un secondo momento inseriamo anche il crescendo e il diminuendo. Per far questo le braccia dellinsegnante si allargano lentamente facendo aumentare lintensità del suono fino al massimo (braccia completamente aperte) e poi ritornano, sempre lentamente, alla posizione di partenza diminuendo gradualmente il suono.
"Una gru a spasso con un gatto". Dallespressione ritmico -corporea a quella grafico - strumentale (pp.151 152).
Linsegnante disegna alla lavagna la figura della gru e ne imita landatura , portando verso lalto un braccio e tenendo la mano racchiusa in avanti così da rappresentare il lungo collo con il grosso becco. Laltro braccio, piegato lateralmente e con dita appoggiate sulla spalla, rappresenta una delle due ali. le gambe si muovono lentamente con grandi passi. Ogni volta che i piedi dellinsegnante toccano il pavimento , tutta la scolaresca batte le mani sulle cosce e contemporaneamente dice: "Gru".
In questa prima fase del gioco i bambini sono impegnati in un lavoro di coordinamento oculo verbo - motorio. Essi osservano, pronunciano la parola "gru" e battono le mani sulle cosce , guidati dalla cadenza lenta e regolare imposta dai passi dellanimale. Essi, pronunciando ripetutamente la parola "gru" determinano sequenze ritmiche regolari paragonabili a semiminime (1/4).
Ma ecco che la gru si ferma: ha visto un gatto, un suo vecchio amico. Questo nuovo personaggio si muove in modo differente dalla gru. Infatti cammina battendo forte il piede sinistro seguito subito da quello destro il quale, a sua volta, batte piano. Il ritmo della camminata del gatto è regolare ma più veloce rispetto a quella della gru. Corrisponde, più o meno, a una duina di crome (1\8 + 1\8). Come per la gru, anche in questo caso i bambini seguono i passi dellinsegnante - gatto e ritmano la camminata con la voce e con il gesto - suono. Il primo passo (quello forte), fa dire "Gat " con la voce e battere un colpo sulle cosce , il secondo fa dire " to" contemporaneamente a un battito di mani. Ora linsegnante invita tutti i bambini a provare i passi della gru e del gatto. Per far questo suona i due tamburi grande e piccolo, con i quali ritma alternativamente le due andature. Quando i tamburi non suonano, tutti stanno fermi.
Inizialmente si ripete più volte lo stesso animale in modo che i bambini abbiano il tempo di provare, correggere (con laiuto delleducatore ) e interiorizzare il coordinamento ritmico - corporeo necessario per fare il passo della gru e del gatto. Linsegnante o leducatore mostra a questo punto come devono essere suonati sui tamburi i due ritmi. A turno ogni bambino prova a batterli mentre gli altri si muovono con il passo della gru o del gatto a seconda dellindicazione che arriva dal compagno che sta suonando.
Esecuzione con lettura grafica. Riprodotte graficamente alla lavagna le due cellule verbo - ritmiche, i bambini leggono ad alta voce le varie sequenze. Contemporaneamente battono le mani sulle cosce in corrispondenza dellaccento tonico e le mani tra loro in corrispondenza dellimpulso debole.
Invenzioni di ritmi con gru e gatto. Dopo aver familiarizzato con il ritmo della gru e del gatto attraverso vari passaggi che hanno coinvolto i bambini dal punto di vista cognitivo, corporeo ed emotivo, siamo ora pronti per inventare semplici sequenze da scrivere ed eseguire con la voce, il corpo e gli strumenti. le due cellule ritmiche vengono combinate in vari modi.