Direzione didattica di Pavone Canavese

Il dibattito (sulla scuola, ma non solo...) - a cura di Ennio De Marzo

(15.03.2009)

La crisi c'è ma non si vede (anzi non si DEVE vedere)


L'altra settimana il TG4 di Emilio Fede ha mandato in onda un servizio sui benefici dell'ottimismo. La primavera sta arrivando – dichiarava, tutto sorridente, il direttore – e questo favorisce la ripresa psico-fisica dell'organismo dopo un lungo e freddo inverno. Insomma, come recitava un noto spot pubblicitario qualche anno fa, “l'ottimismo è il profumo della vita” (o anche il sale, dipende dai punti di vista). In effetti il sole sembra finalmente avere ripreso forza e con esso il calore, che finalmente ci scalda dopo un inverno che, indubbiamente, è stato piuttosto lungo. Ma siamo poi così sicuri che tutti odino il freddo e la neve? Se si fa un giro su internet si contano centinaia di forum e blog affollati da veri e propri patiti dell'inverno. E siamo sicuri che tutti amino la primavera? Lo si chieda a chi è affetto dalle allergie di stagione.

L'apertura del telegiornale era invece dedicata a Berlusconi, che se la prendeva con la deriva pessimistica in atto nel nostro paese, frutto di una campagna ben orchestrata dai principali mass media tutti in qualche modo riconducibili alle forze di opposizione. La crisi, insomma, sta soprattutto nella testa di chi vuole male all'Italia e agli italiani. D'altro canto, come fanno a non essere ottimisti coloro che evadono il fisco, visto che il governo ha deciso di non perseguirli? E come si fa a non respirare questo splendido profumo di primavera quando si sa che le proprie aziende, fabbriche, finanziarie, banche saranno comunque aiutate o salvate dai soldi di chi le tasse le paga?

E tuttavia l'ottimismo non è una filosofia che muta con il passare degli anni o delle stagioni. Un ottimista, in quanto tale, lo è per natura: non si lascia condizionare da alcunché. Se si andasse un po' a ritroso con la memoria (un esercizio che il popolo italiano compie molto raramente e con molta difficoltà), non tanto, basta un anno, non si potrebbe fare a meno di notare la faccia adombrata e preoccupata del conduttore del TG4, tutto intento a descrivere e denunciare un paese allo sbando, impoverito, stretto nella morsa una criminalità e di una corruzione dilaganti. Eppure i soliti, famigerati, dannati dati reali descrivevano un paese in ripresa dopo i cinque anni di governo precedente, con un deficit, sebbene sempre preoccupante, in via di risanamento, una disoccupazione sicuramente preoccupante, soprattutto al Sud, ma meno di oggi e di quanto si prevede nei prossimi mesi, una produzione industriale indubbiamente non eccellente, ma comunque sopra lo zero, proprio come le temperature in primavera. E a proposito di clima, il biennio 2006/2007 è stato uno dei più miti degli ultimi anni. Ma allora perché tutto quel pessimismo? Credendo alla buona fede del conduttore del TG4, non si può non pensare che egli fosse in possesso di ben altri dati, che i media di allora, tutti asserviti al governo, volutamente censuravano. Come un novello Schopenhauer, Emilio Fede squarciava il velo di Maya, mostrando al paese la cruda verità.

Fortunatamente quel periodo è passato. Ora sì che possiamo goderci l'arrivo della primavera. Che gli italiani non si lascino intimorire dalla solita propaganda di un sistema mass mediatico asservito ai nemici della patria: che spendano, che vadano in vacanza, che assaporino il profumo e il sale della vita. Che si godano questo privilegio, di essere l'unico paese al riparo dagli effetti di una drammatica crisi economica internazionale, perché guidato da politici che conoscono il loro mestiere e che, soprattutto, hanno di mira un solo obiettivo: il bene pubblico.

Ah, dimenticavo. I soliti corvacci, che sembrano si annidino persino nelle agenzie meteorologiche, prevedono un piccolo colpo di coda invernale per fine mese. Non dategli retta e riponete negli armadi giacche, guanti e cappelli. È tempo di costumi e tintarella: tutti al mare … che tanto a mostrar le chiappe chiare ci pensano i precari, i cassintegrati e i lavoratori della scuola, per i quali, invece, si preannuncia un inverno senza fine.

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