20.12.2002
Biennio valutativo
molto critiche diverse Associazioni professionali
Pubblichiamo il testo di un documento sottoscritto da diverse Associazioni Professionali
La ventilata introduzione (prevista dal DdL Delega
in materia di norme generali e di livelli essenziali delle prestazioni in materia di
istruzione e di formazione professionale licenziato dal Senato) del sistema di
valutazione scolastica per periodi didattici biennali ai fini del passaggio al periodo
successivo (il cosiddetto "biennio valutativo") rappresenta una grave ipoteca
sulla qualità del sistema scolastico del nostro paese, che rischia molto verosimilmente
di compromettere qualsiasi pregio della riforma scolastica Moratti.
Siamo infatti i primi ad auspicare una didattica e una pedagogia che sollecitino negli
studenti le migliori motivazioni per lo studio, stimolandoli ad intraprendere la scoperta
dei tesori che le materie scolastiche custodiscono, quasi scrigni a disposizione di chi
voglia applicarsi con entusiasmo nello studio.
Inoltre sappiamo benissimo che il provvedimento della "bocciatura" deve essere
usato con oculatezza, considerando le ripercussioni talvolta gravi che può sortire nello
studente che sia stato respinto, e non limitandosi a considerare i voti, bensì anche la
storia personale dello studente e le diverse cause che hanno concorso a fargli conseguire
un profitto sanzionabile con la "bocciatura".
Nondimeno il biennio valutativo ci sembra esiziale per i seguenti motivi:
1. Anche gli studenti motivati, che studiano per gustare il sapore del sapere, acquisiscono la passione per lo studio solo gradualmente, perché essa è molto più una conquista che non un equipaggiamento e si consegue solo studiando e approfondendo argomenti, discipline, problemi, e quant altro: lappetito vien mangiando. In altri termini, il desiderio di conoscere è unaspirazione primigenia delluomo, ma si trova connaturato solo a livello germinale, perciò va sviluppato e attuato. Dunque, se la passione per lo studio si acquisisce solo studiando, è chiaro che geneticamente essa richiede, almeno nelle prime fasi della carriera di uno studente (ma talvolta la passione per lo studio sboccia, se sboccia, solo allUniversità), che questultimo venga obbligato a studiare se non vuole ripetere lanno. È molto difficile che uno studente impari a studiare per passione se non ha incominciato a studiare per costrizione.
2. Chiunque abbia anche la pur minima esperienza di
insegnamento sa benissimo che anche il miglior insegnante del mondo è impotente nei
riguardi di molti studenti che, per varie ragioni (personali, familiari, sociali,
storiche, culturali, o altro) ragioni che spesso gli insegnanti non sono in grado
oggettivamente di rimuovere sono insensibili e apatici rispetto a qualsiasi richiamo
del sapere e del bello e che non provano alcun interesse per lo studio. Del resto, anche
Socrate, inventore di quellarte maieutica che è il modello supremo
dellinsegnamento, non riuscì col suo magistero ad accendere la passione per la
ricerca in tutti i suoi interlocutori, e da alcuni di essi fu addirittura mandato a morte.
Pertanto per studenti apatici e insensibili lunico strumento che linsegnante
possiede per favorire lapprendimento è, purtroppo e suo malgrado, il ricorso ad una
valutazione negativa che si traduce nella "bocciatura" finale al termine
dellanno scolastico.
È chiaro, dunque, che lintroduzione del biennio valutativo costituirebbe per simili
studenti la garanzia di unimmunità totale lungo tutto il corso del primo anno, la
garanzia che non cè nessuna ragione per studiare perché anche la più totale
assenza di impegno e di applicazione non provocherà nessuna conseguenza, perché basterà
darsi un po più da fare nel secondo anno per superare due anni in un colpo solo, e
ciò senza aver studiato effettivamente per due, bensì soltanto per un anno, grazie alla
consapevolezza che l Anno iniziale non dovrà mai essere ripetuto da nessuno. O con
la consapevolezza che, anche in caso di "bocciatura" al termine del secondo
anno, soltanto questultimo viene ripetuto e non il primo. Insomma il biennio
valutativo è il lasciapassare inequivocabile ad uno studio ad anni alterni dove si
consente che tutto ciò che si insegna durante un intero anno scolastico venga
completamente ignorato.
3. Per lintera durata del primo anno linsegnante si troverà dunque a che fare con studenti che vengono a scuola solo perché obbligati e che hanno ben poche ragioni per attenersi ad un comportamento rispettoso e disciplinato che non disturbi lo svolgimento delle lezioni. Perciò, si badi, simile riforma valutativa danneggerebbe anche gli studenti motivati e volonterosi, che verrebbero disturbati dagli altri e ostacolati nel loro legittimo desiderio di imparare, di ascoltare e di intervenire nel corso delle lezioni.
4. L introduzione del biennio valutativo, oltre tutto, ci emarginerebbe dal resto dell Europa: infatti tale istituto non esiste in nessun altro Stato, con la sola eccezione della Spagna, dove ha dato pessima prova di sé, tanto che in quel paese si sta tentando di correre ai ripari: facciamo almeno tesoro dell esperienza altrui!
Il biennio valutativo si configura pertanto come l azzeramento di qualsiasi pregio che limminente riforma scolastica possa esibire, anzi dellintero sistema scolastico: che senso ha stabilire programmi di insegnamento, inserire nuove materie, progettare laggiornamento e la riqualificazione degli insegnanti, ecc., se tanto gli studenti possono per un anno intero trascurare qualsiasi materia e qualsiasi programma? Quali vantaggi dellintroduzione del biennio valutativo, se esistono, possono controbilanciare gli enormi svantaggi che esso comporta?
Per: Associazione Europea Scuola e
Professionalità Insegnante (AESPI)
Angelo Ruggiero
Per: Consulta Regionale per i Valori della
Scuola
Alfonso Indelicato
Per: Comitato Nazionale Difesa Scuola Italiana
(CNADSI)
Manfredo Anzini
Per: Associazione Nazionale Docenti (AND)
Alberto Giovanni Biuso
Per: Associazione Professionale "Scuola del Futuro"
Luigi Rapisarda
Per: Centro ricerche, studi e iniziative
"Europa 2000"
Giuseppe Manzoni di Chiosca
Per: Fondazione Cajetanus
Diego Zoia