28.08.2005
S
cuole "alla gogna" per il caro-libri ?
In una delle trasmissioni radiofoniche estive,
improntate "apparentemente" al massimo disimpegno e alla
leggerezza, i
due conduttori di "Aria Condizionata" (Radio2, ore 18-19.30 tutti i pomeriggi,
sabato escluso) hanno fatto giorni fa alcune considerazioni sulla "notizie" che
come "rondini a primavera" ritornano ogni anno sui giornali quotidiani e
non solo. Ad esempio a maggio compaiono articoli sulle diete, sulle prove
costume,
sugli abbronzanti ecc. A giugno, le "paure" dei candidati per le prove
desame di Stato, a luglio le notizie sugli "esodi" dalle città, sui
flussi turistici o sui "cali" delle presenze degli italiani in vacanza:
E così via, ad agosto
il caro-libri, il caro-scuola ecc.
Questanno ci si mette anche Altroconsumo con una ricerca che è stata ripresa in
numerosi articoli sui quotidiani circa il mancato rispetto del tetto fissato dal MIUR per
il costo dei libri, nelle classi di scuola primaria e secondaria di primo grado.
Legittimo il controllo sulle scelte delle scuole da parte di Altroconsumo, sugli importi
totali relativi alle classi; altrettanto legittimo e opportuno informare i genitori e
lopinione pubblica sui dati relativi alla spesa per i libri di testo.
Ma perché la "notizia" appare solo ora? Perché del problema caro-libri i giornali si occupano solo ad agosto? Forse hanno ragione i due conduttori di Aria Condizionata? Anche il problema caro libri segue lo stesso trattamento giornalistico delle creme abbronzanti o delle diete dimagranti o degli alimenti funzionali alla preparazione degli studenti agli esami di Stato?
Il Corriere della Sera ha dedicato nientemeno che il "paginone" a colori del Corriere Milanese (giovedì 25 agosto 2005) al problema caro-libri, con tanto di tabelle, di grafici sulle percentuali delle scuole che hanno trasgredito . le regole, ricorrendo a titoli quali: "SCUOLA, NESSUN CONTROLLO SUI PREZZI DEI LIBRI" oppure :CARO-LIBRI, STANGATA IN UNA CLASSE SU TRE". Per fortuna figura tra i commenti lintervista alla collega Francesca Altomare Lavizzari dellIC Cavalieri di Milano che, con tanto buon senso e concretezza, ha detto quanto la stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici pensa e attua. In sintesi, la scuola non ha alcun interesse "privato" a superare il tetto della spesa per i libri, la scuola mira a scegliere quei testi che i docenti ritengono funzionali e utili per far apprendere e far conseguire agli allievi i risultati in termini di conoscenze, abilità, competenze come previsto dagli ordinamenti della Riforma scolastica.
In questi due ultimi anni le scuole si sono trovate in difficoltà proprio perché, prima, in attesa delle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati e poi, a seguito della loro pubblicazione, le Case editrici non sono state pronte a presentare alle scuole testi idonei. In molte scuole è scattato un atteggiamento di prudenza circa le proposte metodologiche e didattiche. Non ci si voleva trovare di fronte a proposte "rinnovate" solo da un leggero maquillage o da un ridottissimo lifting alle copertine dei libri proprio per la mancanza di tempo per predisporre testi più approfonditi e meditati, meglio calibrati sulle innovazioni introdotte dai nuovi ordinamenti. Sarebbe stato facile infatti ritrovare testi sui cui non compeggiava più "didattica modulare" o "unità didattica" ma "Unità di Apprendimento" o schede didattiche con Portfolio, ma con quali cambiamenti di metodi e di contenuti? Inoltre la prudenza era dettata, e lo è tuttora, dalla necessità di adottare testi sia per le materie che si sono aggiunte alle precedenti, sia per le attività opzionali aggiuntive facoltative che si potrebbero differenziare da quelle obbligatorie.
Ecco allora che soprattutto nella scelta dei libri per la.s. 2004-2005 (1° anno di attuazione della riforma") e per la.s. 2005-2006 (2° anno della riforma) è stato molto difficile per le scuole rispettare il tetto dei costi ( 280; 108; 124 se facciamo riferimento alle scuole secondarie di primo grado, limiti comunque fissati prima dellavvento della riforma) proprio per i cambiamenti introdotti dalla legge di riforma.
Condivido tuttavia che queste "innovazioni" non debbano diventare gli alibi per il mancato rispetto dei vincoli, ma sono dellavviso che il controllo e il monitoraggio di Altroconsumo debba essere collocato nel "momento storico" attuale e comprendere le difficoltà delle scuole.Non cè malafede né superficialità,ma difficoltà oggettive di limiti forse troppo stretti, dato anche il rincaro dei libri di testo.
Non è casuale quindi, né senza significato il fatto che, a Milano, in 85 istituti (il 75% del totale) risultano 111 classi su 353 in "over spesa" , magari per pochi euro rispetto ai massimali.
Personalmente, vista la difficoltà a rimanere al di sotto del tetto fissato annualmente (antecedente alla Riforma), esaminata la struttura del segmento scolastico in cui opero (biennio+monoennio), a livello di Collegio dei Docenti prima e di Consiglio di Istituto poi, si è deliberato per i primi tre anni di attuazione della riforma di considerare vincolante limporto totale triennale ( 280 + 108 + 124 = 512) usando il criterio di compensazione tra i vari anni.
In tal modo ci si impegna a non gravare ulteriormente sulle famiglie con unaggiunta di spesa e soprattutto nellarco dei tre anni il Consiglio di Classe potrà orientarsi nel contenere e ridurre eventualmente i costi, cercando altre soluzioni per diminuire il caro-scuola. Per effetto dellautonomia di ogni singolo istituto, il Collegio dei docenti e il Consiglio di istituto, ascoltando e coinvolgendo i genitori, potrebbero individuare altre formule per la riduzione dei costi: dal contenimento delle spese per uscite e viaggi di istruzione, per materiali di consumo, per quote assicurative, per costi relativi alla mensa, ecc. Ogni realtà scolastica potrebbe infatti esaminare le varie voci del bilancio relativo al caro-scuola e adottare soluzioni di riduzione dei costi del tutto differenti da istituto a istituto.
Tuttavia, e concludo, il problema va rivisto al tavolo di Editori, MIUR, Altroconsumo, genitori e anche .addetti ai lavori (dirigenti scolastici e docenti) per calibrare il "tetto" del caro libri sui costi attuali e sulle innovazioni metodologiche e didattiche della scuola, così come richiede la legge di riforma.
Dimenticavo: nellistituto scolastico in cui opero come dirigente su 25 classi, 7 classi hanno superato il tetto fissato (6 classi prime e una classe seconda, alcune per pochi euro!). In queste classi scatterà, come deliberato dagli organi collegiali competenti, il criterio della compensazione nel prossimo anno scolastico e nessuna classe avrà una maggiorazione di costo rispetto al totale fissato nel triennio.