Direzione didattica di Pavone Canavese

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25.03.2005


Applicare la riforma
usando il grimaldello degli organici
di Dedalus
dal sito Scuolaggi del 25.03.2005

 

 Qualche tempo fa avevamo prospettato l’eventualità che una profonda modifica nell’assetto organizzativo della scuola primaria – e quindi l’introduzione di fatto dell’insegnante tutor e/o prevalente – sarebbe avvenuta per "via amministrativa", vale a dire sarebbe stata resa forse inevitabile con la definizione degli organici di istituto del prossimo anno scolastico. Non a caso si indicava nel "nodo degli organici" la questione fondamentale, la madre di tutti i cambiamenti dell’organizzazione didattica sulla scia del decreto n.59/2004. Pare che questo momento sia arrivato, almeno a considerare i dati relativi alla situazione milanese nella scuola primaria.

Va detto in premessa che a Milano si registra per l’a.s. 2005/2006 un aumento generalizzato degli alunni e quindi un aumento della richiesta di classi, in particolare a tempo pieno. I dati, in questo senso, sono eloquenti. Secondo il "monitoraggio organico di diritto a.s.2005/2006" (situazione al 15 marzo 2005) dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, in organico di fatto a.s. 2004/2005 in provincia di Milano si registravano 148.029 alunni, 7436 classi (di cui 6438 a 40 ore) per un totale di 14.918 posti docenti.

La previsione in organico di diritto 2005/2006 è di 150.301 alunni (di cui 1393 anticipo), 7535 classi richieste (di cui 6685 a 40 ore). Lo scostamento è quindi di 2272 alunni in aumento (1,5% in percentuale), con 99 classi in più complessivamente e 247 classi in più a 40 ore (trasformazione di classi precedenti, non a TP). Manca una variabile, decisiva: quanti saranno i posti docenti assegnati in provincia di Milano? E soprattutto: saranno sufficienti a soddisfare tutte le richieste delle scuole? La risposta, ormai chiara, è no.

In questi ultimi giorni i dati dell’area del sistema informatico del Miur relativi agli organici sono stati riveduti e corretti. Il CSA di Milano ha avuto una sola drastica indicazione: quella di tagliare posti.
Non si conoscono ancora i dati complessivi e i criteri utilizzati dal CSA che probabilmente saranno a disposizione delle organizzazione sindacali nei prossimi giorni (la segretaria provinciale della Cisl scuola, Rita Frigerio, ha richiesto un incontro urgente), ma la situazione aggiornata di diverse scuole, i tagli apportati agli organici di vari istituti costituiscono già una spia eloquente, un indicatore preciso di quanto sta per accadere.

Facciamo qualche esempio significativo (ma la situazione è abbastanza diffusa…). In una scuola di Cernusco sul Naviglio, a parità di classi rispetto lo scorso anno ma con una richiesta di tempo pieno in più, è stato assegnato in organico un docente in meno. In un’altra scuola, a Milano, la formazione di tre classi prime a tempo pieno nel plesso (una in più, rispetto lo scorso anno) vede assegnati quattro insegnanti e non sei. E si potrebbe continuare di questo passo, con numerosi casi analoghi e segnalazioni che pervengono dalle scuole.
Questo comporterà, se non saranno apportati correttivi, una radicale revisione dell’attuale organizzazione didattica: i Piani dell’Offerta Formativa delle scuole, nell’ambito dell’autonomia scolastica e delle decisioni in merito all’utilizzo dei docenti, prevedono classi prevalentemente a tempo pieno (due docenti per classe) e in parte a modulo (tre docenti ogni due classi). Praticamente questo assetto dovrà essere rivisto e si dovranno utilizzare i docenti assegnati per garantire la mera copertura oraria agli alunni. Quindi tempo scuola di 27 ore e tempo scuola di 30 ore (40 con la mensa), senza compresenze. E in diversi casi non si riusciranno a garantire neppure le 40 ore, per mancanza di organico.
Vale a dire la riforma Moratti in diretta, così come la prevede il decreto 59/2004, con avvio graduale e progressivo. La scomparsa di fatto dunque - a partire da diverse classi prime ma con ricadute a catena su altre classi - del tempo pieno classico e degli stessi moduli didattici. Insomma, eccoci al redde rationem. Auguri!

 

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