16.11.2004
I nodi vengono al pettine
di Dedalus
(da www.scuolaoggi.org del 14.11.2004)
Da tempo andiamo sostenendo che il vero obiettivo della riforma Moratti, al di là delle fumisterie pedagogiche di contorno (la "personalizzazione", il portfolio ed altre suppellettili) è la realizzazione di un modello di scuola pubblica e statale "leggero". Meno tempo scuola, meno docenti. Questa la sostanza, al fondo della discussione. Ora le ultime misure introdotte dal ministro dellEconomia Siniscalco allemendamento alla Finanziaria 2005 che dovrebbe essere presentato vanno esattamente in questa direzione. Si tratta di un indicatore chiaro, inequivocabile. Per la scuola si prevede una riduzione del 2 per cento del personale docente rispetto le dotazioni organiche dellanno 2004-2005 (circa 14 mila unità). A meno che non si preveda una forte diminuzione della popolazione scolastica e quindi delle classi (ma i dati relativi alla primaria e lo stesso anticipo a 5 anni e mezzo non sembrano preludere a questo), lunica possibilità per diminuire il numero degli insegnanti è quella di diminuire il tempo scuola, appunto.
La manovra sugli organici dovrà inevitabilmente andare a toccare il rapporto docenti necessari/tempo del servizio scolastico. E a questo punto, se lorario base previsto dalla riforma in particolare nella scuola primaria è dato dalle 27 ore obbligatorie (elevabili a trenta in caso di eventuali ore aggiuntive-facoltative), gli organici dei singoli istituti dovrebbero essere ridefiniti in base a questi parametri. Questo comporta la fine del tempo pieno (o comunque, nella migliore delle ipotesi, lattuazione delle "40 ore" senza le compresenze, secondo il modello Moratti) come da tempo molti, e non senza ragione, paventano. E proprio il caso di dire, parafrasando il vecchio Marx, che ancora una volta la struttura determina la sovrastruttura.
Sempre sul fronte della riforma non si può non rilevare la situazione di incertezza e di disorientamento in cui si trovano le scuole e gli operatori scolastici. Su tante questioni, troppe, le cose sono tuttaltro che chiare. Per quanto riguarda lattuazione del tutor siamo in alto mare, veri programmi didattici devono ancora essere concepiti, sulla valutazione la confusione regna sovrana.
Prendiamo ad esempio la questione della scheda di valutazione. Da varie parti (soprattutto di area ministeriale) si sostiene che il documento di valutazione è stato abrogato e che quindi le scuole non disporranno più delle vecchie schede. Per quanto riguarda la scuola primaria, infatti, la scheda di valutazione degli alunni è stata abolita dal regolamento sullautonomia: larticolo 17 del DPR 275/1999 ha disapplicato larticolo 144 del Testo Unico. Negli anni successivi luso della scheda è stato consentito in via transitoria (nota prot. 12735 del 20 ottobre 2000), in attesa della definizione della riforma del sistema di istruzione e della ridefinizione dei piani programmatici. Questo vale anche per la prima classe della scuola media; in questo caso labrogazione della scheda di valutazione degli alunni viene fatta derivare dalle disapplicazioni del D.lgs 59 (lart. 19 abroga lart. 177 del TU).
Adesso, si dice, cè il portfolio. Questo strumento dovrebbe raccogliere tutti i materiali relativi alla documentazione del percorso formativo del singolo alunno ed ogni scuola, nellambito della propria autonomia didattica, dovrebbe stabilirne le caratteristiche. Sì ma, come è stato giustamente osservato, una cosa è lorientamento/documentazione unaltra la valutazione/certificazione. Un conto è la documentazione dei processi formativi, un altro è un documento finale di valutazione che attesti i risultati raggiunti e certifichi la promozione o meno, il passaggio alla classe superiore o meno. E vero che in passato non cera la cosiddetta autonomia degli istituti scolastici, ma da che mondo è mondo non è mai successo che nella scuola pubblica e di Stato non ci fosse un documento di certificazione/attestato unico, valido su tutto il territorio nazionale e di competenza del Ministero dellistruzione. Insomma, non sarà casuale se nelle scuole ci si interroga ancora sulla scheda di valutazione (deve essere ancora utilizzata? verrà sostituita da qualcosaltro? e da che cosa?). Vorrà pur dire che la questione non è affatto chiara .
A Milano è previsto per la settimana prossima un
incontro, promosso dallUfficio Scolastico Regionale, con i dirigenti delle scuole
statali e paritarie del primo ciclo dellistruzione della Lombardia sul tema della
valutazione e del portfolio, con la presenza del dott. Silvio Criscuoli, responsabile
della Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici.
Chissà che lelefante del MIUR, dopo aver calpestato piatti e bicchieri in una
recente iniziativa di formazione sullargomento del tutor, non si esibisca in
unaltra pesante sortita su queste altre questioni. Attendiamo con ansia nuove
esternazioni e lumi.
Nel frattempo non possiamo che augurarci che una forte adesione allo sciopero e alla
manifestazione nazionale del 15 novembre dimostri ancora una volta che la politica
scolastica del governo nel suo complesso - una politica di attacco e di smantellamento
della scuola pubblica - lungi dal trovare consenso, è nettamente rifiutata dal mondo
della scuola, da insegnanti, studenti e genitori.