16.09.2005
Non sottovalutiamo....
Più di seicento docenti e dirigenti scolastici di tutti gli
ordini di scuola hanno partecipato l8 e il 9 settembre al
convegno di studi di Grugliasco, dedicato ai diversi aspetti
della valutazione.
La partecipazione e latmosfera complessiva del convegno
hanno confermato la disponibilità ad affrontare con coraggio e volontà di ricerca questa
componente (spesso dolente e dolorosa) della professionalità
docente e dellintero sistema scolastico. Non solo per far fronte
in modo non pregiudiziale e costruttivo a richieste e imposizioni recenti, ma per dotarsi
di una cultura della valutazione indispensabile per la rivendicazione e lesercizio
della propria autonomia, individuale e di sistema.
È stato ribadito quanto possano
essere dannose forme di valutazione imposte,
errate o contraddittorie: le prove Invalsi dello scorso anno, un uso eccessivamente
valutativo o addirittura invasivo del portfolio, ladeguamento
formale e burocratico alle certificazioni di qualità, lansia illusoria
di oggettività e le frustrazioni che ne derivano
ma anche luso punitivo e
talvolta maniacale degli strumenti tradizionali di valutazione degli allievi: la nota sul
diario, il voto, il giudizio in itinere o finale
Le relazioni hanno delimitato un quadro di ricerca e di elaborazione di una valutazione intrinseca ai processi,
consapevole dei propri limiti, condivisa, alimentata da capacità e strumenti nuovi di osservazione e documentazione, garanzia e
sostegno dellapprendimento degli allievi ma anche degli insegnanti, finalizzata a
miglioramenti che non possono però essere misurati su tempi troppo brevi, con strumenti
inadeguati, sulla base di finalità e pressioni eccessivamente o erroneamente contingenti
Ciò vale per la valutazione degli apprendimenti individuali,
ma anche per le scelte di valutazione di sistema, soprattutto se si intende
attuare una valutazione coerente con una scuola che sia esercizio quotidiano di
democrazia: luogo di esperienze conoscitive vissute in un contesto cooperativo e solidale.
In tal senso si impone una ridefinizione profonda dei rapporti fra valutatore
e valutato (a tutti i livelli: di singolo, di classe, di scuola e di sistema,
di relazioni internazionali), che anzitutto non compromettano la credibilità, la
reciproca fiducia e la volontà di cooperazione fra i diversi soggetti coinvolti.
Vanno superate sia la valutazione monodirezionale
e direttiva (in cui il valutato tende ad adeguarsi ai voleri e
ai modelli del valutatore), sia gli eccessi della valutazione
esterna (in cui il valutato tende ad adeguarsi passivamente e in modo
esteriore alle prove e alle procedure che il tecnico della valutazione ha elaborato non
importa se in modo scientificamente attendibile, ma sulla base del mandato più o meno
cogente e trasparente del decisore politico).
Durante la tavola rotonda conclusiva e attraverso gli
interventi dei colleghi, oltre ad auspicare un mutamento radicale e profondo di indirizzo della politica scolastica, che parta dalla cancellazione
dei guasti prodotti in questi anni, è stata ribadita lesigenza di adottare, sul
problema della valutazione inevitabilmente connesso con quello della progettazione
educativa e delle sue finalità sociali, risposte chiare e praticabili, fra loro coerenti
a livello delle elaborazioni e delle scelte culturali e didattiche, sindacali e politiche.
Le associazioni organizzatrici si sono assunte limpegno
di considerare questo convegno un punto di partenza, cui seguiranno
la pubblicazione delle relazioni, lattivazione di gruppi di ricerca, attività di
sperimentazione nelle scuole, ma anche attenzione e partecipazione alle scelte politiche,
per realizzare lintento che era stato indicato nel sottotitolo: elaborare e mettere
in atto insieme idee, pratiche e valori condivisi per ricominciare a pensare e fare
una buona scuola di tutti e di ciascuno.
Non sottovalutiamo
la voglia e la capacità di cambiare,
purché il cambiamento sia praticabile e vada in una buona
direzione.