28.05.2006
LA POLPETTA AVVELENATA
di Francesco Mele
Io ho la sensazione che ancora non ci si renda conto che è in
corso la preparazione, da parte del Governo, della classica polpetta avvelenata.
Eppure i segnali dovrebbero essere ormai incontrovertibili.
Abbiamo fatto i peli alle uova quando i DS hanno cominciato a parlare di
cancellazione invece di abrogazione e ora nessuno si accorge che "
rimodulazione dei tempi di attuazione del 2° ciclo della Riforma della scuola"
non vuole assolutamente dire nè ritiro, nè tantomeno sospensione del decreto
sulle superiori?
Ma vi sembra che la Bastico possa andare a raccontare una cosa a Radio Popolare
e sui giornali appaiano comunicati ufficiali che dicono altro?
E che gli stessi comunicati vengano
ripresi e manipolati da Liberazione per
poter dire che in fondo così si rispetta il programma? Allora era questo il
programma, intendevano questo per difesa dell'istruzione tecnica? Differire e rimodulare i tempi della liceizzazione della scuola superiore?
Sono allibito!
E lo sono ancora di più perchè i segnali per le elementari e le materne sono
ancora più vaghi: tutor, Indicazioni Nazionali, orario spezzatino, portfolio,
tutte cose che rimarranno lì in agguato, alcune in letargo alcune in azione, in
alcune parti del paese solo superficiali in altre corroderanno in profondità la
qualità della nostra scuola, e tutto questo chissà per quanto.
I test Invalsi? Sono già in preparazione per il prossimo ottobre e a breve verrà
effettuata l'asta per le agenzie che dovranno collaborare alla loro
realizzazione.
Per le medie poi la situazione non è neanche vaga, è certissima, il silenzio che
regna su questo segmento vuol dire che si lascerà concludere il ciclo riformato
senza intervenire in alcun modo.
Ero tra quelli che dicevano che non si poteva sparare sul Ministro solo sulla
base delle ipotesi riguardo alla ragioni che avevano portato alla sua nomina.
Occorre aspettare i suoi atti formali, mi dicevo, o almeno le sue dichiarazioni
di intenti e chissà che non ci sbagliamo tutti e non si tratti altro che di
pregiudizi.
I discorsi fatti a Barbiana e poi a Palermo confortavano questa posizione
interlocutoria, anche se ancora molte ambiguità si celavano dietro quel
"modificheremo" nelle dichiarazioni del ministro che bilanciavano la
soddisfazione per la reintroduzione del Pubblica davanti a Istruzione.
Ma ad oggi, ormai il quadro sta diventando, per me, molto chiaro e il comunicato
sugli intenti per i primi cento giorni riguardo alla scuola, fa tremare le vene
dei polsi e gonfiare le vene del collo.
Dite che sono troppo affrettato nelle mie conclusioni?
Spero di aver torto e di essere un visionario, ma sono convinto che noi dovremmo
far sentire forte e chiara la nostra voce, prima di tutto con la lettera al
Presidente e al Ministro che è propositiva, pacata e interlocutoria. Ma presto,
penso che occorrerà fare la voce grossa e prepararsi ad organizzare dal basso
una nuova stagione di resistenza, senza sconti per nessuno