(22.05.99)
Consultazione nazionale sul documento
1. I PERCHÉ E I COME DELLA CONSULTAZIONE
1. Scopi della consultazione "I saperi essenziali: la parola alle scuole"
2. Un esito da interpretare
La consultazione sui saperi essenziali è pervenuta alle scuole poco dopo quella sullautonomia, in tempi particolarmente condizionati dalla fase conclusiva dellanno scolastico. Ciò nonostante, si può ritenere che le numerose risposte pervenute costituiscano comunque un positivo coinvolgimento, anche se costretto in tempi troppo veloci.
In particolare si segnalano quattro questioni che hanno in un qualche modo condizionato la risposta delle scuole:
Le osservazioni delle scuole e le relazioni regionali segnalano, in
ogni caso, una certa vivacità di discussione; ciò sembra indicare la vicinanza - anche
simbolica - del tema dei saperi agli insegnanti, i quali tendono a viverlo come "il
cuore" della scuola, come lidentità che ne connota il senso e lo scopo.
Oltre questo interesse, la consultazione ha fatto emergere anche un forte bisogno di
discutere, di proporre, di criticare al di là dei contenuti stessi del documento. Anche
dalle schede che esprimevano sfiducia sulleffettiva utilità della consultazione
emergono specifici punti di vista sulla nostra scuola e il suo futuro.
3. Dati quantitativi
La raccolta dei dati è stata difficile per il modo in cui sono state strutturate le relazioni regionali, spesso carenti di elementi statistici. Da una ricognizione svolta a livello nazionale mediante contatti diretti con i Provveditorati, emergono tuttavia alcuni dati quantitativi che qui si riassumono:
istituti che hanno risposto: 5.953 sul totale di 13.054, pari al 45,6% | |
soggetti che hanno risposto | % |
docenti |
45,4% |
genitori |
10,4% |
organi collegiali |
26,9% |
dirigenti scolastici |
7,8% |
gruppi misti |
9,5% |
|
4. Il metodo di lavoro
4.1 le scuole
Gli istituti che hanno risposto liberamente alla consultazione, attraverso diverse modalità di incontro, hanno registrato osservazioni, proposte e critiche in una scheda strutturata in brevi spazi di scrittura, nei quali dovevano essere inserite le osservazioni per ciascun argomento del Documento sui saperi essenziali, e in uno spazio finale per raccogliere osservazioni trasversali. Il metodo si è rivelato complessivamente funzionale.
4.2 Gli ispettori tecnici
Gli ispettori tecnici hanno raccolto dai Nuclei territoriali per
lautonomia le diverse gamme e frequenze di risposte, e sono stati coinvolti
nellanalisi e nellinterpretazione dei dati secondo un comune protocollo di
ricerca ed elaborazione fondato sulla statistica testuale.
Tutte le segreterie regionali degli ispettori tecnici hanno inviato, entro il mese di
novembre 1998 la loro "Relazione regionale sulla consultazione".
Le relazioni regionali degli ispettori tecnici sono, nella maggioranza dei casi,
accompagnate da pareri e suggerimenti, come richiesto dalla consultazione in forza della
loro competenza istituzionale.
Le relazioni regionali, nel loro complesso, sono la fonte principale dalla quale la
Commissione nazionale responsabile di questo Rapporto ha tratto gli elementi per redigere
la sintesi degli esiti della consultazione.
4.3 La Commissione nazionale
La Commissione ha svolto un lavoro preparatorio di analisi in due fasi distinte:
La Commissione ha infine elaborato - argomento per argomento - una sintesi dei punti principali emersi.
5. La struttura del RapportoIl presente rapporto sugli esiti della consultazione è suddiviso in due parti distinte:
a) una prima parte descrive i principali elementi emersi per ognuna delle voci del Documento, secondo una doppia scansione:
b) una seconda parte, nella quale la Commissione ha esercitato un più diretto impegno interpretativo, cerca di trarre alcune grandi sintesi sulle tendenze e sugli orientamenti emersi intorno alla questione dei saperi e ai processi da essa innescati.
2. GLI ESITI DELLA CONSULTAZIONE
LA PREMESSA
a. osservazioni prevalenti rilevate
La premessa è stata la parte sulla quale le scuole hanno espresso il maggior numero di osservazioni, attraverso unarticolazione di argomenti che vanno in alcuni casi anche oltre il tema specifico. Nel complesso emergono con maggiore frequenza le seguenti osservazioni:
una disponibilità condivisa a ridiscutere lapparato dei saperi della scuola attuale, più accentuata nella scuola materna ed elementare, più critica e incerta nella scuola media e superiore;
un consenso sulla necessità di ripensare i saperi attraverso lindividuazione dei contenuti essenziali;
una complessiva condivisione della proposta di partire dal nuovo ruolo della scuola rispetto ai cambiamenti in atto per individuare la definizione dei saperi;
la convinzione che sia necessaria una maggiore connessione e precisazione del rapporto tra saperi e valori: tra i quali i principi della democrazia, della tolleranza, delle opportunità per tutti;
un atteggiamento "più professionale-operativo" che "intellettuale-speculativo" nei confronti dei saperi, con una particolare attenzione al rapporto tra questi ultimi, le prassi didattiche e i curricoli;
un bisogno di ulteriori precisazioni a proposito delle competenze: cè un dibattito aperto sull attenzione da porre alle metacompetenze (e in alcuni casi a competenze descritte come "concettuali") e a quelle disciplinari, alle loro connessioni e alla loro ricaduta nei processi didattici concreti;
una frequente osservazione, da parte della scuola di base, di una coincidenza tra i contenuti del Documento e i curricoli già concretamente attivati;
unapertura verso una "didattica della promozione" delle potenzialità di ogni alunno;
un apprezzamento per lattenzione espressa nel documento alla necessità di valorizzare gli insegnanti: tale apprezzamento si specifica nella richiesta di una formazione del personale più organica e meno legata alle emergenze e di una definizione più compiuta dello status e del ruolo dei docenti in rapporto alle nuove sfide dellistruzione;
lesigenza - variamente espressa - di una maggiore attenzione alle metodologie didattiche;
limportanza - attribuita in molti rapporti - alla formazione "civica" come elemento strutturale della cittadinanza individuale e collettiva e della nostra cultura contemporanea;
la necessità di una maggiore attenzione alla cultura religiosa, sia nel richiamo alla tradizione cattolica, sia nella sua valenza di incontro multiculturale;
lauspicio che lincontro con i saperi favorisca un orientamento personale e critico degli alunni, evitando forme tradizionali meramente trasmissive;
la richiesta di una vera continuità, senza sovrapposizioni e ridondanze, allinterno dellintero ciclo dellistruzione obbligatoria.
b. alcuni nodi critici
Sono molto diffuse osservazioni che esprimono la necessità di sviluppare e qualificare strumenti e strutture, sia come bisogno del presente, sia come esigenza ineludibile per una scuola che in futuro agisca sui contenuti e sulle competenze. La prospettiva del "saper fare" come traduzione operativa dei saperi rappresenta una condizione essenziale (e non accessoria) per una positiva realizzazione di curricoli efficaci e postula anche una materialità (strutturale e didattica) della scuola;
emerge una condivisione di massima circa lalleggerimento dei contenuti, ma anche la preoccupazione che questi possano ridursi a "saperi minimi". Sono presenti attese incentrate sulla ricerca dei principi organizzatori strutturali dei vari ambiti disciplinari come risposta alle questioni dellalleggerimento. Sintomatiche appaiono frasi frequenti come: "daccordo per un curricolo più leggero, ma che sia più profondo";
unattenzione viva agli obiettivi di apprendimento e alle competenze, anche se con una variegata serie di osservazioni. Si evidenziano sia una "attesa" di maggiore chiarezza su concetti oggi molto presenti quali standard e competenze, sia un "timore" che i primi, invece di rappresentare unoccasione di maggiore trasparenza in relazione agli esiti degli apprendimenti degli alunni, possano diventare nuove forme di controllo degli insegnanti. Si segnala infine che gli standard, i livelli, le competenze debbono essere apprezzamento dei potenziali individuali di apprendimento piuttosto che misurazione dei minimi acquisiti, anche al fine di evitare nuove forme di selezione;
una diffusa critica ai libri di testo sia nel loro contenuto che nel loro utilizzo e la conseguente esigenza di un loro miglioramento complessivo, anche nella prospettiva dei nuovi curricoli.
1. DISCORSO PARLATO E SCRITTO
a. osservazioni prevalenti rilevate
consenso e interesse in relazione a unidea articolata di lingua centrata, oltre - e più - che sullascolto e sulla fruizione, sulle capacità di comunicare il proprio pensiero e le proprie esperienze nelle diverse forme parlate e scritte, anche in rapporto con i diversi contesti disciplinari;
importanza strategica della lingua straniera fin dalla scuola materna;
b. alcuni nodi critici
2. LINGUAGGI E MULTIDISCIPLINARITA |
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
3. CONOSCENZE SCIENTIFICHE E MATEMATICA
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
6. LA TRADIZIONE CLASSICA
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
netta differenziazione tra le opinioni dei licei (e di alcune scuole medie) e quelle degli altri ordini di scuola a proposito dello studio delle lingue antiche per linsegnamento della tradizione classica;
discussione su una possibile interpretazione della tradizione classica anche in chiave multiculturale.
7. LE ARTI
a. osservazioni prevalenti rilevate
b. alcuni nodi critici
8. LE NUOVE TECNOLOGIE
a. osservazioni prevalenti rilevate
b.
alcuni nodi critici
3. UNA PRIMA SINTESI DELLE TENDENZE
Tra attese, timori, desideri: le parole guida della scuola sui saperi essenziali
1. Una disponibilità critica a ripensare i saperi: le attese della scuola
In genere sono stati condivisi gli intenti cui il Documento si ispira e
la necessità di adeguare i saperi alle nuove esigenze della modernità. È emersa nel
contempo la volontà di mantenere solida la tradizione culturale, pur in una apertura
verso il futuro.
Le proposte avanzate dal Documento sono state accolte in modo sostanzialmente positivo
soprattutto nelle scuole dell'istruzione obbligatoria. Più critico è apparso invece
l'atteggiamento delle scuole secondarie superiori.
Nel complesso, emerge la condivisione della necessità di stabilire una valida piattaforma
culturale e valoriale per la formazione delle nuove generazioni, nella quale trovino
spazio:
Appare quindi una disponibilità, accompagnata da attese (e da
incertezze), circa la traduzione concreta, nei curricoli e nelle prassi didattiche, della
riflessione sui saperi essenziali della scuola.
La disponibilità è subordinata ad unesigenza di riqualificare e di valorizzare il
ruolo degli insegnanti. Ne scaturiscono numerose e legittime osservazioni sulla formazione
specifica, sullo status, sul valore sociale della professione docente. Ma cè
anche la percezione che la discussione sui saperi aprirà nuovi spazi di identità alla
funzione docente sia in termini operativi che valoriali: da qui grandi attese ma anche,
ovviamente, timori e diffidenze circa gli esiti concreti.
La consultazione ha mostrato nel complesso un atteggiamento propositivo e non ha espresso
polemiche, se non su alcuni aspetti secondari, spesso legati alle specificità degli
ordini scolastici, o ad alcune incertezze derivate da alcune affermazioni del documento
stesso (es. per la filosofia nellobbligo).
2. Dai saperi al curricolo materiale
Il dibattito è stato vissuto dalla scuola con occhio professionale,
pensando ai saperi come ambiti concreti dellinsegnamento ed evitando discussioni
astratte o accademiche. In questa forma di risposta delle scuole non soltanto non si
rileva un limite di pragmatismo, ma emerge positivamente una percezione di realtà in
ordine alla connessione inevitabile e necessaria tra saperi e scuola reale e/o scuola
attesa, in ordine ai valori fondamentali dellistruzione e alla sua concretizzazione
nei curricoli, negli anni scolastici, nelle didattiche.
Rispetto allessenzialità dei contenuti, se da un lato emerge linevitabile
timore di un rischio di riduzionismo, dallaltro si segnala unincertezza su come
tale essenzialità sarà conseguita: mentre se ne condivide il principio, si attende come
essa verrà realizzata. Alcuni suggerimenti (connettività, nuclei fondanti, organizzatori
strutturali ecc.) postulano la necessità di un lavoro meditato sui concetti di
"alleggerimento" e di "essenziali".
Forte è lesigenza di tradurre i saperi in curricoli sia nella loro sincronia (quali
gli "essenziali" e come) che nella diacronia (come svilupparli nel loro
divenire e nel processo dellistruzione tra i diversi ordini): in questo senso è
sentita una necessità di "sobrietà" dei curricoli, di maggiore flessibilità
negli insegnamenti, di un curricolo cioè non più enciclopedico e ripetitivo tra i
diversi cicli. È espressa, anche se non descritta compiutamente, una preferenza verso la
dimensione qualitativa piuttosto che quantitativa dei contenuti.
3. Le discipline in funzione dei risultati dellapprendimento: la questione delle competenze
Sempre nellottica professionale della scuola, vivace è stata la discussione sulle competenze e gli standard, come era già accaduto nella precedente consultazione sullautonomia didattica. Molto diffuse sono le richieste di chiarimenti: si tratta di una richiesta di tutto rispetto cui deve essere data a breve termine una esaustiva soddisfazione.
Gli elementi da considerare possono essere i seguenti:
Sullo sfondo, le questioni della valutazione delle competenze (sia
degli alunni che degli insegnanti) sembrano esprimere attese "formative" (che
aiutino cioè a migliorarsi) e insieme timori di rischi giudicatori o classificatori
(soprattutto verso i docenti).
È sentita lesigenza di una scuola più ricca di opportunità per tutti ed è
condivisa lidea della scuola di ognuno. Il rapporto tra saperi e selezione è
rovesciato in quello tra saperi e nuove opportunità per tutti gli alunni: da qui una
costante attenzione al rapporto tra finalità formative e le metodologie, le didattiche,
le strumentazioni.
4. La trasversalità come connessione degli "essenziali"
Cè insieme attenzione e incertezza su tutte le questioni di
carattere trasversale tra discipline, competenze, saperi ed esperienze. Daltra
parte, se si escludono la geografia e leducazione fisica, non emergono cahiers de
doleances significativi sullassenza o sulla presenza di una qualche disciplina,
mentre è molto più forte la discussione sulle relazioni trasversali degli apprendimenti.
Sembrano farsi strada sia il convincimento che i saperi debbano essere letti in rete tra
loro, sia la necessità di una visione integrata degli insegnamenti e degli apprendimenti.
Molto più difficile appare invece la traduzione operativa nel fare scuola in ordine sia
alle competenze dei docenti, sia allorganizzazione della scuola, sia alla presenza
di spazi, strutture e servizi appositi.
In particolare sulle nuove tecnologie, nonostante il permanere di qualche timore,
cè la convinzione di una loro necessità nella pratica scolastica, nella duplice
funzione di elemento critico di produzione e di interpretazione, nonché di possibile
veicolo per facilitare le strategie trasversali di apprendimento.
Lassunzione di una prospettiva di trasversalità, senza negare il valore
epistemologico di ciascuna disciplina, riafferma la necessità di dare loro un senso anche
civile e antropologico. In sostanza, si cerca di avere maggiore chiarezza sul progetto
complessivo della scuola in termini culturali, etici e valoriali e di condizionare a ciò
gli effetti organizzativi, relazionali, curricolari propri delle pratiche quotidiane.
5. La centralità della didattica
E diffusa la convinzione che, quali che siano i saperi essenziali, le metodologie e le didattiche non siano affatto ininfluenti non solo rispetto al loro positivo insegnamento, ma anche ad una corretta valorizzazione del loro senso epistemologico e culturale. In questa direzione si è mossa la discussione sulla dimensione produttiva e creativa dei saperi artistici, connessa ad una più generale riconsiderazione della loro traduzione operativa. Questa centralità, che segna prima ancora di ogni riforma strutturale la fine del tradizionale modello di insegnamento- apprendimento, sottolinea però anche la necessità di operare per una maggiore adeguatezza degli insegnanti in rapporto alla loro formazione e di adeguatezza delle scuole in ordine alla qualità degli ambienti educativi.
6. La sfida della contemporaneità tra incontro di culture e nuovi diritti di cittadinanza
La risposta delle scuole afferma, forse più di quanto non faccia il
documento, lesigenza di unattenzione multiculturale ai temi dei saperi e dei
curricoli. Si rivela così un aspetto importante di una rappresentazione degli insegnanti
come soggetti di mediazione e di incontro tra diverse culture. Lesigenza, di valore
civile e culturale, segnala bisogni formativi e lurgenza di una maggiore coerenza
nei curricoli.
Allo stesso modo è vivace la sensibilità verso una scuola delle opportunità. In questa
direzione si esprime unidea positiva della diversità che punta sulla sua
valorizzazione, evitando rischi omologanti e riaffermando invece il possibile ruolo e una
nuova identità della scuola rispetto alle sfide della contemporaneità.
7. Saperi e docenti: dal malessere ad una nuova identità
Nella consultazione il malessere si esprime assieme alle attese: la
ricerca di una valorizzazione di status e di senso si accompagna al desiderio di
maggiore qualità professionale e di più sicura identità.
La percezione che la questione dei saperi è un elemento cruciale per la configurazione
del ruolo professionale dellinsegnante è molto estesa: da qui attese, ma anche
timori di nuova marginalizzazione o di nuove contraddizioni, come pure di perdita di
alcuni elementi di garanzie o di abitudini consolidate.
La domanda di formazione è molto alta, ma va evitato che diventi un alibi per
giustificare il mancato avvio dei processi di innovazione. Appare invece maggiormente
sentita lesigenza di una pratica di formazione più vicina alla professione per
valorizzarne le potenzialità. Una formazione dunque più motivante e capace di generare
processi di innovazione, piuttosto che di tipo trasmissivo, accademica o compensativa.
8. La consultazione sui saperi: una rappresentazione dellidea di sé della scuola
Dalle risposte alla consultazione sembrano emergere diverse rappresentazioni che la scuola fa di se stessa. É probabile che questo variegato quadro di autorappresentazione definisca bene lo stato delle diverse fasi di transizione dei vari ordini e gradi di scuola in rapporto ai processi di innovazione. A tale proposito appare essenziale che, come per lautonomia, la questione dei saperi e dei curricoli coinvolga - in ununica visione strategica - lintero sistema formativo, tenendo ovviamente conto dei diversi contesti di partenza .
4. LE PISTE DI LAVORO
I saperi
La Consultazione ha prodotto un insieme di risposte che sembrano condividere lesigenza di ripensare in modo strutturale nella realtà socio-culturale odierna lintero assetto dei saperi, passando dalla fase della ricerca e dellesplorazione di ordine ancora generale (la Commissione dei Saggi) a quella della necessaria definizione dei saperi stessi in termini di statuti disciplinari. In questa direzione si apre una interessante pista di lavoro: si tratta di individuare gli strumenti che consentano, da un lato, di affrontare le questioni della "essenzialità" e della ciclicità, dallaltro, di collocare nel divenire storico e sociale attraverso un lavoro in progress le conoscenze indispensabili nella formazione delle giovani generazioni.
Le competenze e i curricoli e nellautonomia
Lesigenza relativa alla definizione dei campi del sapere si coniuga, nelle risposte alla Consultazione, a quella di individuare un centro di responsabilità nella concreta realizzazione dei curricoli fondati su obiettivi di apprendimento e competenze. Ciò è coerente anche con le prospettive aperte dal Regolamento dellautonomia organizzativa, didattica e amministrativa di recente approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Questultimo affida infatti al Ministro della Pubblica Istruzione la determinazione degli obiettivi generali di apprendimento, delle relative competenze e delle quote nazionali di curricolo. Questo impegno apre allora una seconda pista di lavoro: quella della concreta discesa nello specifico disciplinare e didattico, destinata a superare unarea di incertezza espressa con forza dalle scuole e a pervenire alla costruzione concreta di curricoli e alla definizione delle competenze.
Il ruolo della scuola
La Consultazione ha messo in rilievo quanto siano necessari, in questo
periodo di transizione, un continuo coinvolgimento e una diretta partecipazione delle
scuole. Daltro canto, lo stesso Regolamento dellautonomia attribuisce in
questa fase alle istituzioni scolastiche il compito di "contribuire a definire gli
obiettivi specifici di apprendimento", attraverso una sperimentazione che
coinvolga linsieme dei curricoli. Si costruisce in tal modo un nuovo livello di
responsabilità in precedenza non attivato e si apre una terza pista di lavoro: quella che
ravvisa la possibilità per le scuole di impegnarsi direttamente nella elaborazione delle
modalità di determinazione dei curricoli.
Si tratta, ad un tempo, di una possibilità e di una sfida. Le risposte alla Consultazione
sui saperi lasciano sperare che questa sfida sarà raccolta e che la fase di transizione
assumerà i connotati di un grande laboratorio culturale.
Lanalisi istruttoria delle relazioni di sintesi e delle schede campione inviate dalle scuole è stata curata da un gruppo di lavoro appositamente costituito con D.M. 18 dicembre 1998, composto da: Caterina Petruzzi (coordinatore), Roberto Maragliano, Cesarina Checcacci, Raffaele Iosa, Marta de Vita Genoviè, Anna Sgherri, Marisa Valagussa, Liliana Borrello, Dino Cristanini, Italo Barbati, Anna Piperno, Luigi Clavarino, Giancarlo Cerini, Elisabetta Davoli, Michele Tortorici, Franco Rigola, Anna Laura De Martino, Antonio Valentino, Cinzia Buscherini, Rossella Mengucci, Laura Goggi, Primo Padelli.
Il rapporto finale di sintesi è stato redatto da: Italo Barbati, Cinzia Buscherini, Cesarina Checcacci, Elisabetta Davoli, Laura Goggi, Raffaele Iosa, Rossella Mengucci, Primo Padelli, Franco Rigola, Michele Tortorici, Marisa Valagussa.