23.03.03
Un'ora alla settimana per parlare di pace
Ancora una volta l'umanità affronta uno stato di
guerra. Laddove parlano gli eserciti vedi distruzione e morte. E vedi tutto in diretta:
trasmissioni ininterrotte, dirette radiofoniche. Un grande spettacolo insomma! Qua dove le
armi tacciono l'umanità si divide tra favorevoli alla guerra e
pacifisti.
La politica mette in campo tutte le proprie ipocrisie ammantate dal concetto di
realismo: e allora, quindi ,secondo la convenienza, è giusta la guerra in Juguslavia non
è giusta la guerra contro Saddam , il dittatore, gridando allo scandalo perché non v'è
stato il via libera dell'ONU. Ma la guerra è sempre ingiusta e non può diventare
giusta solo perché , nel caso, vi è stato un voto di un organismo assolutamente non
democratico perché governato con il diritto di veto. O si è pacifisti sempre oppure non
lo si è. Le bombe sono sempre bombe e portano distruzione , divisione, odio... sempre!
E intanto come vivono laggiù i bambini? E quei giovani dell'una e dell'altra parte
costretti ad imbracciare il fucile che cosa pensano ? come vivono questi tragici momenti?
Accanto a loro ogni istante la paura , la morte!
Ho steso sul balcone la bandiera della pace, così manifestando la mia assoluta
contrarietà alla guerra. E' la bandiera arcobaleno ma poteva essere un drappo qualsiasi
purché mostrasse il mio sentimento. A scuola ho proposto di rinunciare ai viaggi
d'istruzione per lanciare un altro segnale oppure di portare tutti gli alunni ad Assisi
per una giornata da dedicare alla pace.
Ancora una volta però non posso non considerare che la pace resta una utopia e la
guerra è sottratta al controllo dell'uomo.
Ed ecco l'appello che mi sento di lanciare al mondo della scuola. C'è bisogno dell'azione di tutti soprattutto di noi educatori. Maria Montessori era arrivata fino al punto di proporre nelle Università un "corso per la pace". Per lei la pace non è quella dei politici che considerano il problema da un punto di vista negativo - come evitare le guerre risolvendo senza violenza i conflitti fra le nazioni- ma è un concetto positivo di superamento del disordine morale e sociale per costruire una nuova società.
La pace deve diventare una scienza, così come c'è
stata e c'è una scienza della guerra. Tale scienza della pace è la scienza
dell'educazione. Educazione dunque uguale a Pace.(M.Montessori, Educazione e Pace, Garzanti,
1970)
Contro il mostro della guerra non devono risuonare le armi ma la voce dell'uomo,
dell'uomo libero, e quindi rispettoso degli altri e delle loro ragioni. Occorre attraverso
l'educazione saper costruire quel non ancora , trovare cioè tutti gli elementi di
prossimità tra gli uomini che possano unire l'umanità e non dividerla.
La costruzione della scienza della pace avviene giorno per giorno a cominciare
dalle piccole società che sono le classi. Quante volte dobbiamo intervenire per
l'esplodere di inimicizie, per gli atti di violenza che sempre più spesso avvengono nei
nostri microcosmo !
Occorre un atteggiamento
diverso da parte degli insegnanti, un atteggiamento fondato nella dedizione
allaltro, nel mettersi in gioco ogni giorno con un linguaggio mansueto che
incoraggia, sostiene, consola, riprende senza lasciarsi scoraggiare dagli atteggiamenti
negativi.
Occorre un atteggiamento diverso da parte degli alunni, un recupero di serietà di
fronte alla vita, un recupero di impegno e di partecipazione.
Dedichiamo almeno un'ora alla settimana a questa nuova disciplina: l'educazione
alla pace.
Così Maria Montessori:" Bisognerebbe per questo che tutte le nazioni si
accordassero in un'intesa, in una specie di tregua che permettesse a ciascuna di dedicarsi
alla cura della propria umanità, per attendere da essa la soluzione pratica di problemi
sociali oggi apparentemente insolubili. Forse il raggiungimento della pace sarebbe allora
facile e prossimo, come lo svegliarsi da un sogno, come il liberarsi da una
suggestione".
Girio Marabini