12.12.02
Lettera di Natale ai genitori e agli insegnant
Il
mese di dicembre chiama sempre ognuno di noi ad un bilancio: si chiude un anno con le sue
luci ed ombre e si apre un nuovo periodo carico di attese, di ansie
di speranze.
E allora, come ogni anno, consentitemi di svolgere una breve riflessione ad alta voce.
Un tempo si parlava del consumismo come valore negativo.
Chi ha la mia età ricorda sicuramente il grande salvadanaio posto sulla cattedra della
maestra, era il simbolo della giornata del risparmio che ogni anno veniva celebrata.
Si cercava di insegnare ai giovani il valore del risparmio.
Non era solo un principio economico, era anche un costume di vita.
Risparmiare ha infatti il senso del non
sprecare
non sprecare e non consumare il tempo, i sentimenti, il proprio corpo
non sprecare la vita.
E' anche il conservare, il "mettere da parte "per il futuro. Ad esempio il
conservare integri i valori, gli ideali.
Oggi
, al contrario, il consumismo è un valore, più si consuma più si favorisce la
produzione e il mercato.
Non interessiamo più dunque in quanto persone ma solo come consumatori.
E così anche i nostri bambini, i nostri ragazzi sono piccoli consumatori,
anzi molto spesso essi stessi diventano il tramite formidabile per i consumi : la
pubblicità sa che ogni loro desiderio verrà da noi soddisfatto!
Produzione,
consumo,efficienza, sono gli indicatori di questa nuova condizione dellesistere.
La società che ne deriva conferisce
vocazioni e talenti solo alla macchina: la macchina sicuramente superiore alluomo
per la rapidità delle operazioni e le enormi possibilità operative, è il motore delleconomia
e quindi è un dovere favorire il suo sviluppo anche a scapito delle attitudini delluomo
e della sua libertà.
Alluomo , ridotto alla funzione del consumo, non resta che la consolazione di
vergognarsi della propria inadeguatezza di fronte alla macchina. (N.Filograsso)
E ancora: alluomo, ingranaggio della macchina, non resta che lobbligo di
produrre e ad ottenere successo. In questa sua attuale esistenza egli deve continuamente
giustificarsi.
E può giustificarsi solo documentando la propria efficienza. Non cè speranza per
chi non può produrre o non ha i mezzi per consumare così come impone il mercato.
E questo il futuro che immaginiamo per
i nostri figli e per i nostri alunni? Mi rifiuto di crederlo.
Cosa succederebbe se invece noi educatori e noi genitori decidessimo di tornare a puntare
sulla intelligenza,sulla creatività e sul sentimento ? Se decidessimo di considerare la
macchina, ad esempio il computer, solo un mezzo per lo sviluppo della intelligenza , una
protesi dellintelligenza per la promozione umana? Se decidessimo che in fondo la
macchina è solo Hardware e non potrebbe funzionare senza il Software che è prodotto dallintelligenza
delluomo? Se ci fermassimo a parlare con i nostri giovani con il linguaggio mansueto
dellesortazione, dellincoraggiamento, della consolazione, dellaiuto?
Alcune delle prime conseguenze che mi vengono in mente sono che forse i giovani potranno
tornare a leggere un buon libro, a scrivere
frasi intere piuttosto che brevi messaggi sincopati SMS, a parlare con gli
altri riscoprendo il valore del dialogo, profondo ed appassionato. Potranno tornare al
loro tempo, ai tempi dellapprendimento, quelli necessari senza tante accelerazioni,
al tempo dello studio, ma anche del gioco, al tempo della vita spensierata e al tempo del lavoro
senza fretta, senza
ansie, senza sprecare la propria vita rincorrendo le mode ,ahinoi, degli adulti, anticipando tempi che non sono i
loro.
Sta
a noi adulti fare in modo che la loro vita non sia consumata ma vissuta con lintensità
e lamore che merita.
E con questo auspicio che auguro a tutti un buon Natale ed un anno nuovo carico di
soddisfazioni.
Girio Marabini