13.10.01
Povero Dio....
Una riflessione non nuova ma credetemi sentita. Non è possibile accettare, senza
ribellarsi, la categoria della distruzione che è rappresentata dallimpotenza damore
che genera la guerra. Categoria della distruzione che si concretizza nella morte di fronte
alla quale Gesù stesso sudò sangue.
Occorre in particolare pensare a quanto è assurda una guerra (la guerra comunque è
sempre assurda!) tra uomini che (dicono di credere) credono in Dio,cristiani, ebrei,
islamici.
Torna alla mente, a questo proposito, un passo di Contadini del sud di Rocco Scotellaro.
Chironna, un contadino di Eboli
confessa il motivo che lo aveva allontanato dalla chiesa :
era la festa dei bersaglieri e per quelloccasione il colonnello ci fece
un discorso incoraggiante, come pure il cappellano, che in ultimo ci disse che il nemico
calpesta il sacro suolo a noi appartenente, e noi contribuiremo a scacciare il nemico al
di là dei nostri confini. Io incominciai a rifletterci a quello che disse il cappellano,
che bisognava distruggere il nemico , mentre pensavo che anche in Austria erano anche
cattolici e in mezzo alla truppa cerano altri cappellani che imploravano Dio che ci
distruggesse: cosicché limplorazione della distruzione era a vicenda. Allora
incominciai ad essere ribelle a me stesso contro lingiustizia di Dio.
Quale scandalo dunque nel concetto di esercito cristiano o islamico o ebreo, di preghiera a Dio per vincere le guerre contro fratelli che pure credono nello stesso Dio.
Povero Dio
come può
risponder sì alluno o allaltro popolo, fedeli ed in guerra, che lo pregano di
sterminare laltro come nemico? Può egli essere padre per luno e patrigno per
laltro?
E povera umanità
che non riesce più a considerare laltro come
fratello. Il peggior nemico delluomo è luomo, quando prevale lintegralismo
delle idee e si mette da parte il confronto.
Non vi sono più uomini buoni dei quali potersi fidare
E poveri giovani
condannati ad imbracciare il fucile, lasciare la propria
casa e i propri affetti, per difendere la causa
che sudano sangue perché nellaltro
è il nemico che può ucciderti
e sono invece giovani contro giovani
E poveri noi educatori
la contraddizione è evidente
cerchiamo di
formare uomini liberi e in pace mentre la società è sempre più competizione e duro
confronto. Sappiamo che lideale di una non violenza assoluta non è realistico
eppure sappiamo che dobbiamo mantenere lideale della non violenza come motivo
irrinunciabile.
Dobbiamo infatti dare a questi giovani un orizzonte: il senso di unepoca nuova alla
cui costruzione possono e devono partecipare.
Gli operai in lotta alla fine dell800 cantavano: muove con noi lepoca
nuova.
Girio Marabini