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Direzione didattica di
Pavone Canavese |
Scuola maestra di vita
07.05.00
Finamiola con il pubblico e
ritiriamoci nel privato
Dentro il comparto o fuori ?
Dirigenti tipici, atipici o generici ?
Riflessioni a margine, dopo la conclusione dei corsi per diventare dirigenti.
(di Girio Marabini)
(*) titoli e
sottotitoli sono redazionali
Scagli la prima pietra chi non ha provato la
tentazione mortale che ogni tanto ci prende : la tentazione di fuggire, di spezzare ogni
legame con le cose pubbliche, di ritirarsi nel proprio particolare ,di farla finita in
qualche modo con le cariche e le responsabilità.
In questo momento davvero difficile per la scuola è una tentazione che coglie molti di
noi.
Vediamo.
Come il cane di Pavlov
Ho l'impressione di trovarmi nella stessa condizione del cane di Pavlov.
Ad un cane viene presentato un pezzo di carne e contemporaneamente viene fatto suonare un
campanello . Il cane alla vista della carne inizia a salivare , poi il suo, dopo tante
prove , diventa un riflesso condizionato :è sufficiente il suono del campanello perché
salivi.
A noi della scuola hanno presentato un bel pezzo di carne, almeno all'apparenza - l'
autonomia, la riforma della scuola
- e contemporaneamente hanno suonato un
campanello: tutti pronti si parte. All'invito conviviale siamo stati chiamati tutti
Alla fine però è rimasto solo il suono del campanello : venite ma badate che è rimasta
solo l'apparenza. La riforma forse sarà sospesa (che cosa farà questo Ministro?);quali
saranno i curricoli per l'autonomia
Non è che per caso, dato che il dimensionamento
in alcune regioni è ancora in alto mare , verrà rinviata l'attribuzione della
personalità giuridica alle scuole?
Non sono preoccupazioni da poco, data la leggerezza e la provvisorietà con cui si
affrontano in politica i "grandi temi".
Rimosso per eccesso di riforme
Non è stato sufficiente che un Ministro incappasse in uno sciopero , lo sciopero degli
insegnanti, perché venisse rimosso?
Non importa se è stato il ministro delle riforme, andava rimosso per non perdere la
faccia
E' stato rimosso per eccesso di riforme
"Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio
" debbo dire che non ho
molto amato questo ministro che in un colpo solo ha messo fine alle esperienze della
scuola media e della scuola elementare.
Molte sono state le mie perplessità per l'opera di un ministro che affermava di costruire
un mosaico.
Di quel mosaico infatti nessuno conosceva il disegno; si univano tessere a tessere senza
avere definito un quadro complessivo, con il rischio che alla fine apparisse un ibrido, un
mostro e non una bella figura.
Nessuno di noi sapeva dove saremmo andati a finire.
Si diceva che la riforma era necessaria e questo era sufficiente per accettare qualsiasi
riforma. Si aveva timore che una calma, seria riflessione pedagogica avrebbe finito, come
al solito, per bloccare l'innovazione.
Così però, mi pare, tutto diventa difficile : non si può cambiare il timoniere a metà
del guado.
E allora sorge forte la tentazione di vivere alla giornata, nel nostro
"particulare".
Chi fa il ragno e vive dentro il suo buco, sta al riparo da ogni problema
Meglio chiudersi nel privato, forse
E' stato questo l'atteggiamento di molti intellettuali di fronte alle innovazioni in atto
nella scuola.
L'uomo di cultura ,penso, ha ragionato più o meno così:" i libri non mordono, la
ricerca intellettuale esalta e soddisfa; chi mi spinge a rompermi il capo per
l'organizzazione della cultura, la responsabilità della scuola, le conferenze, i
dibattiti? Meglio stare tranquillo nella bella torre della mia solitudine soddisfatta; la
cultura in fondo è un bel gioco solitario."(I.Mancini)
E' stato questo anche l'atteggiamento di tanti di noi, capi d'istituto, che abbiamo fatto
decidere ad altri della nostra formazione con i risultati che ormai tutti conosciamo!
Eppure non possiamo farci vincere dal pessimismo: dobbiamo continuare a lavorare come se
la tempesta politica non sia mai avvenuta.
Si impone tuttavia una pausa di riflessione .
Si impone soprattutto per noi capi d'Istituto chiamati a svolgere un ruolo fondamentale
per lo sviluppo della scuola .
E in questo senso è ora che la finiscano a pensare a noi come
dei manager : la scuola non è una azienda ma è un luogo pedagogico "per sua natura cooperativistico, in cui sono presenti soggetti
portatori di diritti, di doveri, di autonomia professionale che vanno composti costruendo
sinergie ed eliminando conflitti e definendo in modo preciso il quadro delle
responsabilità." ( vedi documento CGIL,CISL,UIL)
La teoria di Katz
Al corso di formazione per dirigenti scolastici un giorno ci hanno parlato della teoria di
Katz per cui un soggetto più sale i gradi della dirigenza e meno specifico e
specialistico diventa il suo lavoro, come a dire : la dirigenza dovrà essere generica e
perdere in qualche modo la sua specificità.
E allora, semplicisticamente, un giorno forse non lontano potremo essere chiamati a
dirigere qualsiasi ufficio pubblico.
Non so a voi ma a me questa prospettiva non piace. Nella scuola posso dare qualcosa di me
stesso, fuori della scuola sarei un peso morto...
Scusate la brutalità del mio dire.
Sono però convinto ,e in questo sono con i sindacati
confederali, che occorre dare seguito alle previsioni dell'art.
21 della L. 59/97, che
individua nel comparto scuola una specifica area della dirigenza scolastica, con un
contratto autonomo.
La specificità è un valore che è garanzia per la scuola
pubblica.
Dobbiamo alzare il tono del dibattito per capirci ed essere
capiti.
Non è bene in questo momento vangare il proprio orto e lasciare fuori
le tribolazioni pubbliche.
Il bene comune, costi quel che costi, viene prima di tutto.
E in questo momento, oportet ut scandala eveniant, la questione economica ,in
qualche modo privata , è secondaria.
E' secondaria rispetto alla chiara determinazione del nostro ruolo e delle nostre
competenze ai fini della gestione unitaria della scuola.
Lo dobbiamo in primo luogo agli alunni che sono la nostra ragione d'essere.
Costruita e definita che sia la nostra funzione su di essa si può basare ogni logica e
conseguente rivendicazione economica.
E conservando la nostra natura e la nostra competenza pedagogica di "direttori
didattici" potremo sicuramente avere garantito il riconoscimento economico anche
perché significa riconoscere il lavoro che in tutti questi anni abbiamo svolto nella
scuola e per la scuola.
Privato è bello, ma poco umano
Per concludere questo breve intervento che vuole chiamare tutti al
"convito", alla discussione, alla compagnia con il valore etimologico del
mangiare il pane insieme (cum pane), scritto di getto, voglio ricordare questo brano
tratto dalla Institutio di Calvino : "Cosa piacevole indubbiamente, il ritrarsi
dalla società per filosofeggiare interiormente in un segreto luogo; che un uomo però,
quasi per odio del genere umano, fugga nel deserto per starvi solitario, astenendosi da
quello che il Signore richiede da tutti i suoi e cioè l'aiuto reciproco, questo non è
confacente alla fraternità cristiana".
Non lasciamo al solito che altri decidano per noi, facciamo sentire
la nostra voce