19.06.00
Tutti si chiedono se con l'autonomia la scuola
sarà capace di ...
Ribaltiamo la domand: saranno capaci il MPI, gli Enti Locali e i genitori di ...?
Sul numero 17 di Scuola e Didattica (Ed.La Scuola, Brescia) è apparso un articolo di
Giuseppe Bertagna molto interessante perchè invita ad una seria riflessione sui
programmi.
Ciò che vogliamo però mettere in evidenza dell'articolo in questa sede sono gli
interrogativi iniziali che pongono dei problemi che possono anche essere considerati da
altre angolazioni
"L'autonomia delle scuole - dice l'autore - lascia ancora problemi aperti.
Soprattutto di mentalità.
Per esempio, presidi e docenti sono capaci di ragionare ed agire senza l'impulso del
superiore Ministero?"
e ancora: " Le scuole riescono e fino a che punto, ad assumere ottiche di
partenariato, non di subordinazione, con gli enti locali, con l'amministrazione periferica
della P.I., IRRSAE compresi, e con le Università ? I docenti sono nelle condizioni di
superare la tendenza all'autoreferenzialità che si estrinseca nella rivendicazione di una
professionalità insindacabile da parte degli esterni (famiglie e studenti in primo luogo)
? "
L'autore naturalmente offre delle risposte attraverso l'indicazione dello scenario
strategico di fronte al quale ci troviamo: un centro che governa, una periferia che
gestisce, un Ente terzo che valuta.
L'autore compie poi un viaggio "tra conoscenze e competenze " per arrivare a
come riscrivere i programmi in vista dei nuovi cicli.
Per parte nostra vogliamo proporvi una sorta di gioco del tre sette al contrario, quello che noi chiamiamo "il rovescino".
Proviamo allora a rovesciare le domande del prof. Bertagna
Prima domanda : Il superiore ministero sarà capace di ragionare ed agire rispettando l'autonomia delle scuole , senza lasciarsi prendere dalla tentazione di intervenire con norme mascherate da "direttive"?
Non è un interrogativo infondato, se solo si pensa che per l'avvio dell'autonomia sono
state sfornate così tante e tali circolari .
Un argomento per tutti : la questione economica.
Invece di assegnare alle scuole un vero e proprio budget da spendere autonomamente secondo
le esigenze determinate dal POF , hanno offerto una serie di direttive
che hanno costretto le scuole a "scegliere " gli ambiti di intervento se
solo volevano avere qualche fondo a disposizione : progetto speciale musica, progetto
attività motoria, progetto biblioteca, progetto lettura, progetto SeT, progetto lingue
2000, e chi più ne ha e più ne metta...
Ogni Direzione Generale ha fatto sfoggia di una cultura "progettuale" di una
pedagogia di progetto inusitata
Ma questa è vera autonomia?
Seconda domanda: gli Enti locali sono capaci di assumere ottiche di partenariato con le Scuole o invece come in molte occasioni, dimostreranno ancora scarsa sensibilità se non disinteresse anche economico ai problemi della scuola locale ?
La domanda è sicuramente retorica. Ognuno di noi sa quanti problemi la scuola deve
affrontare ogni anno, quanto e quale contenzioso si apre ogni volta con l'Ente locale per
ottenere il minimo indispensabile in ordine ai servizi essenziali...Si , va bene, possiamo
garantirci con un bel accordo di programma...e qui è in gioco la capcità manageriale del
"futuro" dirigente scolastico. Ma poi le Amministrazioni sapranno e vorranno
rispettarlo ?
Pensiamo ad esempio ai tanti Istituti comprensivi che le Amministrazioni comunali hanno
imposto al loro territorio. Sapranno esse mettere in campo una politica scolastica capace
di legare la scuola al territorio o lasceranno , come sempre, passata l'euforia iniziale i
problemi irrisolti ?
Come riuscire a conciliare le esigenze di territori diversi e di scuole diverse tenute
insieme solo nominalmente dalla dicitura "Istituto comprensivo" ?
E le Regioni sapranno uscire dalla logica dei finanziamenti solo su progetti da esse
determinati(legalità, ambiente,..) e favoriranno realmente l'autonomia delle scuole?
E le Università? Le Università saranno in grado di uscire dalle loro "Torri"?
Saranno in grado di legare i loro studi alla scuola militante? Non riesco a dare una
risposta se non dettata dalla esperienza sicuramente negativa...
Ci hanno accusato spesso di autoreferenzialità e anche a torto, ma la nostra presunta
autoreferenzialità rispetto a quella delle Università fa veramente ridere...
Per inciso abbiamo visto alcune Università alla prova dei fatti, vedi i corsi di
formazione per Dirigenti scolastici.
Approssimazione, superficialità , scarsa incisività in questi termini è possibile
definire la conoscenza che certa parte del mondo accademico ha della Scuola e della
Educazione.
Solo in questi termini è possibile giustificare in parte il fallimento di certi corsi.
E gli IRRSAE (tra l'altro speriamo presto riformati) quanto hanno inciso nella ricerca
pedagogica e nella formazione ? Poco , molto poco
in alcune realtà sono stati
considerati nei fatti alla stregua dei cosiddetti Enti inutili.
Ci rifiutiamo di credere poi che in questi anni i vertici di tali organismi siano stati
frutto di logiche politiche
.
E in questo gran bello scenario che cosa possono aver fatto le scuole?
Semplice, nel bene e nel male il loro dovere
Terza domanda: i genitori e gli studenti sapranno riconoscere le logiche della scuola autonoma e la professionalità messa in campo dai docenti ?
In particolare i genitori sapranno essere co-protagonisti delle scelte educative,
soprattutto nella scuola dell'obbligo ?
Oppure per esempio , forti del recente riconoscimento giuridico dell'interesse legittimo,
pretenderanno il successo formativo dei loro figli senza fare nulla per contribuire ad
ottenerlo , restando solo a guardare e magari citando il capo d'Istituto in giudizio ?
Certamente sulla carta il nuovo modello poliarchico di gestione del sistema educativo
sembra un modello affascinante e vincente:
Ma
c'è un ma
E' necessaria per la piena attuazione del nuovo sistema
scolastico la condivisione di ogni attore e che ogni attore compia il proprio dovere.
Non è possibile credere che la scuola da sola possa essere in grado di realizzare
l'innovazione.
Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità nel rispetto dell'autonomia di tutti.
E' ora di finirla di pensare tutto il male possibile della scuola militante e tutto il
bene possibile delle possibilità e delle capacità politiche degli enti locali , della
presunta volontà dei genitori di collaborare
Un sereno esame di coscienza farà bene a tutti
Girio Marabini