06.03.01
Una zattera per non
annegare
nella burrasca dei nei nuovi curricoli
la formazione della cittadinanza
di Girio Marabini
Proseguendo nell'analisi del documento sui curricoli della futura scuola di base , con
lo stesso atteggiamento di un naufrago alla ricerca di un tronco, di un rottame su cui
aggrapparsi disperatamente per la salvezza, ho trovato una piccola zattera alla deriva,
che pensavo persa.
E' il richiamo importante alla formazione alla cittadinanza.
La scuola nell'impostare il curricolo (una larga parte del documento cerca di dare una
definizione chiara del curricolo e di illustrare come è possibile passare dal programma
al curricolo) deve avere, come comunità educante, valori progettuali condivisi e saper
indicare i valori di riferimento agendo in dialogo con la società civile.
(Avverto che nei discorsi che seguono utilizzerò considerazioni da me svolte anche su
Pavonerisorse già dal 1998.)
E' compito della scuola contribuire dunque alla crescita di una nuova cittadinanza.
Deve offrire cioè l'immagine e l'esperienza di una comunità di persone, dove, nel
rispetto della diversità dei ruoli e delle competenze, i bambini e i ragazzi possano
imparare a vivere concretamente i processi della partecipazione, della democrazia, della
responsabilità personale del lavoro, dell'attenzione agli altri, soprattutto a chi è
meno dotato o ha problemi.
Certamente in una società come quella attuale che si caratterizza per la sua
a-centricità cioè per aver perso il centro di valori certi, occorre recuperare valori di
riferimento. Quali? Dove poter rintracciare valori condivisi rispettati dai componenti una
società ?
La risposta è che devono essere rintracciati nella nostra carta costituzionale, perchè
mediamente condivisi e perchè sono alla base della nostra convivenza civile.
Fondamento della carta costituzionale è l'idea che le norme fondamentali della convivenza
politica e sociale sono il prodotto della volontà degli uomini che agiscono secondo piani
ed obiettivi razionali e che condividono scelte di libertà.
L'educazione è sicuramente uno dei principali mezzi con cui si può mantenere vive
l'attenzione e la condivisione dei principi stabiliti dalla Costituzione. E allora se la
carta costituzionale deve essere il riferimento dell'azione della scuola vediamo quali i
principi su cui fondare la nostra azione educatrice.
E' il discorso anzitutto della libertà, di ogni libertà, la libertà di professare la
propria fede religiosa, la libertà di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo
scritto ed ogni altro mezzo di diffusione...E' bene comunque a mio avviso fermare
l'attenzione su un principio fondamentale: il principio di uguaglianza (art.3 della
costituzione).
Certamente l'alunno ha il diritto alla tutela e alla valorizzazione della propria
identità personale, culturale,etnica e religiosa e ad una educazione fondata sul rispetto
dei diritti e della libertà fondamentali, resi concreti nella comunità scolastica da una
convivenza democratica e rispettosa delle diversità.
La scuola allora deve fondare il proprio servizio sul principio di uguaglianza che va
riferita agli apprendimenti degli alunni ma non deve riguardare le differenze
personalizzanti.
Vale infatti sicuramente il principio della differenza come ricerca autonoma di una
propria originalità.
E' per questo che la scuola deve in qualche modo promuovere l'intervento delle istituzioni
per eliminare ogni ostacolo di tipo socio-economico, organizzativo-strutturale che può
essere d'impedimento o di limitazione al diritto allo studio.
Nella nostra carta costituzionale viene infatti riconosciuta la precedenza sostanziale
della persona umana; viene evidenziato il fatto che ogni persona si completa in rapporto
agli altri attraverso un rapporto empatico che si riconosce nella solidarietà economica e
spirituale.
Fondamento quindi del sistema scolastico e dell'educazione è il soggetto dell'educazione,
la persona umana, fonte unica del sistema stesso...
Tuttavia giova ricordare che la nostra carta costituzionale sottolinea con forza non
soltanto le libertà o quanto meno non si limita, a partire dall'art.2, a configurare e
garantire quelle posizioni di favore o di vantaggio, comunemente dette situazioni attive,
fra le quali spiccano i diritti soggettivi; ma pone anche in evidenza i doveri e gli
obblighi dei cittadini. Diritti, doveri ed obblighi formano un quadro di riferimento
essenziale in funzione della finalità fondamentale del sistema educativo che è quella di
"formare l'uomo ed il cittadino".
La scuola quindi praticamente deve collaborare ad educare un cittadino-orientato. A questo
punto si pone con forza l' interrogativo mai risolto: selezionare o orientare?
Da quanto ho detto, confortato anche dalla lettura del testo del documento sui curricoli , la zattera di cui parlavo, appare evidente che tutto il sistema educativo deve essere teso allo sviluppo ed alla promozione della persona umana e quindi che occorre abbandonare ogni forma di selezione in favore di processi educativi veramente di pro-mozione, che liberano le energie creative dell'uomo.
Processi educativi che rendono conto delle capacità, delle attitudini, delle
possibilità di ognuno. E allora, seppure per alcuni può apparire scontata mi sembra
necessario insistere sulla distinzione tra la scuola selettiva e la scuola orientativa. La
prima è quella fondata sui contenuti, sulle discipline codificate, che spesso diventano
obiettivi dei singoli programmi, il cui medium comunicativo è il voto con il quale si
decide della bocciatura e della promozione. Essa è per sua natura selettiva.
La seconda usa i contenuti: essi diventano strumento per la formazione dell'alunno
affinchè possa prendere coscienza di sè, della realtà, delle sue possibilità,
attitudini e capacità. e quindi non può che essere orientativa.
Occorre cioè favorire l'iniziativa del soggetto per il proprio sviluppo ponendolo in
condizione di conquistare la propria identità.
Se così è l'orientamento, come avverte lo stesso documento, non può essere ridotto a
semplice tematica ma va considerato come "crescita continua".
Dunque orientare non è un obiettivo ma la struttura fondante di ogni tipo di processo
educativo e didattico. Come e con quali strumenti? Sinteticamente:L'unità
dell'educazione, la interdisciplinarità, l'operatività, il metodo scientifico, il
curricolo.
Tutto cioè va va organizzato in modo coerente compresa la valutazione che non deve
scadere in semplice momento di verifica ma va intesa come fondamentale momento formativo
in quanto orienta e pro-muove.
Qualche lettore potrebbe ricordarmi che tali indicazioni sono le indicazioni contenute nei
programmi della Scuola Media .
E' vero . Ricordo tuttavia che lo stesso documento che stiamo analizzando dichiara
solennemente di voler valorizzare le migliori esperienze del passato.
"In accordo con soluzioni legislative e normative anche non recenti (scuola media
unificata e obbligatoria dal 1962, norme per linserimento dei portatori di handicap
del 1977, Programmi della scuola media del 1979, Programmi per la scuola elementare del
1985, circolare Mattarella sullaccoglienza di extracomunitari, Orientamenti per la
scuola dellinfanzia del 1991, eliminazione degli esami di riparazione nel 1994,
istituzione degli "istituti comprensivi" del 1994, riordino dellesame di
Stato conclusivo del 1997), la riforma ha raccolto e portato a norma i risultati migliori
delle esperienze e delle sperimentazioni attuate in questi ultimi anni e per più aspetti
addirittura negli ultimi decenni. "
Questa l'intenzione. Sarà veramente così?
Dipenderà certo da tutti noi
Girio Marabini