Quando eravamo in terza elementare, la maestra
di religione, Mariangela, ci ha parlato del progetto CATAVENTO: un progetto che aiuta i
bambini abbandonati lungo le strade del Brasile. La parola CATAVENTO per noi significa
girandola, che cattura il vento. Questo progetto è stato chiamato così perché la
girandola è un gioco semplice, povero, costruito dalle mani e dalla fantasia dei bambini
di strada, che non possono permettersi altro.
La mattina di giovedì 17 marzo 2005, una signora
brasiliana di nome Patricia è venuta da noi, a scuola, per parlarci del progetto e per
mostrarci alcune diapositive sul Brasile: una terra vasta, dove
convivono grande ricchezza e profonda povertà.
Patricia, attraverso un proiettore, ha proiettato davanti ai nostri occhi meravigliati ed increduli varie scene sulla vita delle famiglie povere del Brasile e sulle case del progetto, che sono state fondate per ospitare, per istruire e dare dunque un futuro ai ragazzini raccolti dalla strada. | Le cose che ci hanno colpiti maggiormente sono state le case delle famiglie povere costruite in mezzo ai rifiuti, con cartone, teli e materiali trovati nelle discariche. Ancora più sconvolgenti sono state le diapositive che mostravano i bambini abbandonati, che dormivano per strada, sdraiati su muretti, facili prede per adulti senza scrupoli, che li rapiscono, li sfruttano o li picchiano e li uccidono. | |
Spesso è la polizia che li elimina, perché non
infastidiscano i turisti e non diano una brutta immagine del paese. |
A cura della classe IV B di Banchette