Direzione didattica di Pavone Canavese

(6.11.99)

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Nasce a Brescia
il primo Museo nazionale sulla storia dell'industrializzazione

 

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Brescia, città che deve la sua identità sociale e culturale al processo di industrializzazione del nostro secolo, è la sede di uno tra i più importanti musei di archeologia industriale, forse l’unico a livello nazionale completamente dedicato alla storia dell’industria e del lavoro.

Il Museo, intitolato alla memoria dello studioso Eugenio Battisti, occuperà, tra breve, i locali correttamente conservati dell’ex fabbrica di materiale bellico Tempini, offrendo al visitatore un’esperienza rara in un’epoca di ristrutturazione e di smantellamento delle vecchie industrie.

 

Le collezioni di materiali (alcune uniche) e i numerosi macchinari, diversi per tipologia e funzione lavorativa, riguardano un arco di tempo che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri e appartengono all’industria tessile, meccanica, bellica, cinematografica… non solo dell’area bresciana, ma dell’intera regione.

Secondo l’ambizioso progetto dei curatori, il Museo presenterà dei percorsi interdisciplinari; ogni pezzo sarà collocato nella situazione economica, politica e sociale in cui è stato realizzato, in modo che lo sviluppo tecnologico non sia avulso dalla Storia, nel suo complesso.

Ma non è questa l’unico elemento di novità: il Museo "Eugenio Battisti", prendendo come modello le strutture museali all’avanguardia in Europa, sarà collegato telematicamente con altri patrimoni culturali della Lombardia, quali il parco archeologico di Brescia, i parchi minerari della Val Trompia, il Museo dell’energia idroelettrica in Val Camonica, il Museo dell’agricoltura moderna di Montichiari.

Ma com’è nato l’"Eugenio Battisti"?

Questa istituzione è la conclusione di un percorso intrapreso da Luigi Micheletti, intellettuale, partigiano, operaio e imprenditore bresciano, che ha "fermato" il ‘900 con la raccolta di migliaia di documenti riguardanti la lotta partigiana, la Repubblica di Salò, la vita culturale, ma soprattutto l’industria e il lavoro del nostro secolo.
Appassionato di archeologia industriale, Micheletti, in collaborazione con storici e studiosi, diede vita alla Fondazione omonima, un centro di documentazione e di ricerca: il cuore dell’attuale Museo.

(v.a.)