02.09.2007
I lager e la violenza: dov’era
Dio e dove sono gli uomini
di Rodolfo Marchisio
Si dice che Papa Benedetto XVI, nel visitare Auschwitz abbia esclamato: “dov’era
Dio?”, esprimendo lo sgomento del credente di fronte al ”male assoluto”. Che
fosse il Dio dei Cristiani, degli Ebrei, dei Musulmani (comunque il Dio della
tradizione giudaico-cristiana) come era possibile che avesse permesso
quell’orrore?
Un non credente potrebbe domandarsi dov’era l’uomo o meglio con P. Levi se
quello “era ancora un uomo”. Non solo il perseguitato (ebreo, zingaro,
politico, omosessuale, Testimone di Geova ….) spogliato in modo sistematico e
(si è detto) scientifico della propria personalità prima, della propria dignità,
di tutti i suoi diritti e della vita poi.
Ma anche il suo aguzzino (descritto da Levi e da altri) in quella situazione, in
quel “sistema” era ancora un uomo?
La prima domanda sottintende il rapporto fra Dio ed il male estremo che
alcuni teologi hanno risolto, anche a proposito dei lager, con l’esistenza del
libero arbitrio mentre altri, come gli autori sotto citati, hanno approfondito
diversamente.
La seconda domanda presuppone l’esistenza di valori (e quindi diritti)
e di regole interiori ed esterne, comuni a tutta la umanità e quindi
indipendenti da paese, religione, cultura, epoca.
Dei limiti, dei confini che l’aggressività umana anche in guerra o
in condizioni estreme non dovrebbe superare.
Dopo la violenza
Il genocidio voluto dal nazismo ci colpisce per diversi motivi:
a) le dimensioni della sterminio
b) il metodo quasi “scientifico” e la crudeltà con cui viene preparato prima e messo in atto poi
c) la vicinanza nel tempo
La storia ci racconta di genocidi e
persecuzioni di grandi dimensioni perpetrate prima e dopo la Shoa. Talora con
dimensioni paragonabili, anche se prive di quella preparazione “teorica” (la
costruzione delle teorie della razza e le leggi razziali) e di quella
organizzazione.
Pochi decenni fa abbiamo avuto lager, genocidi, violenze di massa in Europa a
pochi chilometri da noi, nella ex Jugoslavia. Ad esempio a
Srebenica. In Africa ormai è
cronaca quotidiana, in Asia lo è stata.
Come dopo la I° guerra “mondiale”, anche
dopo la seconda e dopo la Shoa si levò il grido: “mai piu’!”.
Prima era nata la Società delle Nazioni (assolutamente imbelle di fronte a
Hitler) e poi nascerà l’ONU, altrettanto in difficoltà a garantire la pace e i
diritti sul pianeta.
Dopo la “grande” guerra nascono i trattati, le Convenzioni di Ginevra (le
regole, i limiti da non oltrepassare in guerra) che Hitler violerà
sistematicamente; nasce nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo. Prima c’erano state quelle delle Rivoluzioni americana e francese,
poi ci saranno le Dichiarazioni di Nizza (1948 e 2000) , i tentativi di una
Costituzione europea e le varie carte dei diritti dell’ONU .
Verso una etica universale
Come è stato dimostrato (2) quei diritti
fondamentali dell’uomo non fanno parte solo della nostre radici
“giudaico-cristiane”, ma sono, in buona parte anche se non tutti (cfr
Dichiarazione dei diritti dell’ISLAM) delle regole e dei valori che
gli uomini si sono dati in vaste parti del mondo: una sfera condivisa di bene
e male, giusto ed ingiusto.
Dei limiti che gli uomini di popoli o culture diversi non dovrebbero
oltrepassare.
Bobbio ci insegna che sono diritti e regole che si affermano storicamente in un
dato momento, da condividere e da difendere e che possono cambiare; non diritti
naturali e assoluti, dati una volta per sempre.
“Non c’è diritto (NdA umano) senza obbligo e non c’è né diritto né
obbligo senza una precisa norma di condotta” (N. Bobbio)
Il problema è che l’uomo, dalla Bibbia (le XII tavole, i 10 comandamenti) ad
oggi (i trattati e le carte internazionali), sente il bisogno di darsi regole
ed esplicitare valori da condividere quando si accorge che può oltrepassare
qualsiasi limite o confine morale.
La ricerca difficile è quindi quella di una etica universale piu’
ampia della dimensione “occidentale” e della nostra tradizione, non solo
giudaico cristiana, ma anche classica, illuminista, ad esempio; oltre a tutto
quanto abbiamo mediato da tutte le culture con cui storicamente siamo venuti a
contatto.
“Non è un caso che dopo la sciagura della seconda guerra mondiale e l’inferno
della Shoa uomini di pensiero e di governo hanno avvertito il bisogno
improcrastinabile di un soprassalto di umanità che desse consistenza e
concretezza a un’etica universale che da qualche secolo si faceva strada
all’interno e al di là di ambiti di pensiero diversi.”(E. Bianchi)
I concetti stessi di limite e
confine (anche morale) non sono altro che dei concetti costruiti, attraverso
la storia, dagli uomini. Sono quindi concetti mobili, mutevoli, come tutti i
confini.
Occorre inoltre tener conto che le regole, i valori ed i diritti, i limiti da
non oltrepassare, anche in condizioni esterne estreme o sono dentro di noi,
(perché il male è dentro ognuno di noi, come ci ha dimostrato il pensiero
umano, dalle religioni alla psicoanalisi) e sono condivise o rischiano di
fare la fine di tutte le “Carte” che le hanno precedute. E’ utile renderle
esterne ed esplicite per condividerle e per ricordarle, ma non basta.
Il nodo dei valori condivisi e rispettati, di quello che abbiamo in comune
è il tema del confronto e del dialogo che “gli uomini di buona volontà” o anche
solo quelli di buon senso si dovrebbero affannare a costruire attraverso la
storia.
Come ci ricorda infatti lo stesso Bobbio il problema di oggi è quello di una
etica universale condivisa e rispettata anche al di sopra delle leggi
contingenti di un singolo stato; di cosa la comunità internazionale può fare
per far condividere questi valori e di quali poteri e mezzi dispone per farli
rispettare anche contro il parere di un singolo governo locale.
“Diritti dell’uomo, democrazia e pace sono tre momenti necessari dello stesso
movimento storico: senza diritti dell’uomo riconosciuti e protetti non c’è
democrazia; senza democrazia non ci sono le condizioni minime per la soluzione
pacifica dei conflitti” (N. Bobbio)
Conclusione
Anche la storia recente, la Resistenza
in tutta Europa, Germania compresa, i molti “giusti” che hanno aiutato i
perseguitati dimostrano che i valori e i confini sono dentro ognuno di noi o
non sono.
Mentre Hitler violava sistematicamente ogni regola di guerra e di rispetto umano
c’è stato chi, in situazione di estremo pericolo e difficoltà, ha scelto di
lottare per i valori in cui credeva e per difendere i suoi simili. Ed ha corso
il rischio di condividere queste scelte e questi valori con altri.
Questo è uno dei grandi insegnamenti della Resistenza intesa nel senso piu’
ampio di ribellione ed opposizione alla violazione dei diritti in Europa durante
il nazifascismo ed anche dopo e si può applicare alla storia attuale ed alla
dimensione internazionale dei problemi.
“Allora i confini dell’etica sono là dove noi ogni giorno, coscientemente o
incoscientemente, ma sempre in modo “responsabile”, li spostiamo: là dove
ciascuno di noi con la propria condotta si erge a loro difesa oppure si rassegna
a capitolare.” (E. Bianchi)
Bibliografia
Volutamente abbiamo integrato il pensiero di un credente (Bianchi) già citato altre volte e quello di un non credente (Bobbio) sul cui pensiero ritorneremo spesso.
1- Le citazioni in corsivo di Bianchi sono da E. Bianchi, Dalla Genesi si arriva al lager, Tuttolibri 5/5/2007, La Stampa
2- In particolare:
a) J. Hersch, a cura di, Le droit d’etre un homme. Antologie mondiale de la liberté, UNESCO-Lattes. Una ricchissima antologia di testi, poesie ecc.. di “ogni epoca, cultura, e tipologia – dai codici legislativi alle poesie- a testimonianza di quanto alcuni principi che si sarebbero potuti pensare come figli dell’Occidente ebraico-cristiano siano in realtà da sempre patrimonio della intera umanità” E. Bianchi
b) A. Chouraqui, I dieci comandamenti: i doveri dell’uomo nelle tre religioni di Abramo, Mondatori 2001. “i doveri che derivano per ciascuno dal suo appartenere all’unica umanità”
3- le citazioni di N. Bobbio da L’età dei diritti , Einaudi
NB
1- Nel corso dell’anno sarà pubblicato un percorso didattico ed i relativi materiali di riflessione e di lavoro coi ragazzi, sul tema della cultura dei diritti.
2- Forniremo nelle “schede didattiche” spunti di riflessione per i ragazzi sui temi guerra giusta/ingiusta, guerra santa…uso della violenza.
3- Per gli avvenimenti di Srebenica rimandiamo anche a www.repubblica.it/online/mondo/tpi/scheda/scheda.html