Direzione didattica di Pavone Canavese

vai alla pagina della rubrica PSTD

 

28.11.1999

Antinomie sempre meno convincenti
di Marco Guastavigna


Non è certo la prima volta che intervengo sulla (discutibile) contrapposizione tra testi e ipertesti che per lungo tempo ha agitato il dibattito sull'uso formativo dei più recenti strumenti di comunicazione - cfr. "
La rete? E' vecchia come il cervello umano!", "Botta-risposta" con Roberto Maragliano, "Testi, Ipertesti, iperTesti", "Testo contro Ipertesto? Fate un po' (da) voi!", Per la precisione".

A spingermi a riprendere ancora questa tematica è stata la soddisfazione provata nel leggere una definizione di ipertesto forse un po' zoppicante sul piano linguistico e non propriamente aristotelica su quello epistemologico, ma interessante dal punto di vista cognitivo: "Un ipertesto è un insieme di unità, eventualmente afferenti a differenti sfere percettive, la cui sequenza di fruizione non è rigorosamente sequenziale, né determinata in modo completo dall'autore, ma che permette invece gradi di libertà al fruitore stesso nella determinazione delle selezione dei possibili percorsi" (M. Maiocchi "Ipertesti" - FrancoAngeli, Milano, 2000 - sic).

Riprendendo non per caso la concettualizzazione di Ted Nelson, il prof. Maiocchi da una parte riporta l'attenzione sull'attività consapevole dell'autore e del lettore piuttosto che su presunte proprietà assolute della tecnologia in sé e dall'altra evita di assumere posizioni prescrittive su cosa debba essere e/o su quali debba essere i contenuti di un ipertesto, differenziandosi così da molti altri autori.

Per approfondire ulteriormente l'argomento propongo qui di seguito tre mappe concettuali sul tema del rapporto tra testo e ipertesto.

Cominciamo con il concetto di ipertesto di cui propongo una mia definizione: tecnologia di comunicazione a flusso reticolare esplicito e prevalente, che ne diviene l'aspetto più evidente e l'elemento più potente (esplicita moltiplicazione  dei percorsi e delle prospettive) e contemporaneamente più condizionante (messa a carico, ancora esplicita, del lettore della ri/costruzione di sensi, significati, direzioni e versi della lettura).

ingrandisci lo schema

clicca sul micro-schema per ingrandirlo

Proseguiamo con il testo. Nella mappa ne riconosco la "natura" di strumento di comunicazione a flusso prevalentemente lineare, destinata a sostenera l'opera di ricostruzione del lettore, ma ne metto contemporaneamente in evidenza l'ampio tessuto reticolare.

ingrandisci lo schema

clicca sul micro-schema per ingrandirlo

E concludiamo con una sintesi che cerca di superare la poco convincente contrapposizione tra testo e ipertesto e integra secondo una prospettiva più ampia i due strumenti di comunicazione. La reticolarità cessa di essere proprietà delle tecnologie di comunicazione e torna a essere caratteristica dei processi cognitivi, la scrittura si vede riattribuire le sue peculiarità di tecnologia necessaria per l'astrazione e la decontestualizzazione comunicativa, testo e ipertesto dispiegano tutta la loro ricchezza di risposte a diversi bisogni dei processi di conoscenza e della loro complessità, alla scuola (intesa non tanto come istituzione, ma come strumento per l'apprendimento della comunità) vengono restituite accresciute responsabilità di mediazione culturale.

ingrandisci lo schema

clicca sul micro-schema per ingrandirlo