Direzione didattica di Pavone Canavese

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15.09.2005

Sviluppare autonomia nelle Superiori.
Una possibile sfida per questo nuovo anno

di Antonio Valentino

 

Una proposta

Se hanno senso e fondamento le preoccupazioni espresse in un precedente contributo ("Scuole superiori: perché non sia un anno a perdere"), si tratta, a partire dalla scelta dell'autonomia come terreno su cui sviluppare un protagonismo diffuso delle scuole in risposta alla marginalità e al declino attuale, di recuperare nozioni e direzioni di lavoro in gran parte fraintese o svilite.
Sul piano operativo si tratta, detta in altri termini, di lavorare ad un Piano Annuale delle Attività che faccia perno su almeno una delle quattro direzioni di lavoro indicate dall'art. 3 del Decreto sull'Autonomia, per costruire un Piano dell'Offerta formativa, come espressione di identità della scuola, ma anche punto di riferimento per il lavoro degli insegnanti e la gestione complessiva.

I quattro terreni di progettazione indicati per la realizzazione del POF sono, come è risaputo, il curricolare, l'organizzativo, l'educativo e l'integrativo dell'Offerta formativa.
La scelta di costruire POF sensati e condivisi, partendo dalla progettazione su almeno uno dei quattro terreni suindicati, potrà sembrare ad alcuni riduttiva, ad altri carica di un volontarismo che difficilmente reggerebbe l'urto di difficoltà ormai croniche e sempre più difficili da superare. L'obiezione è lecita. Ma temo che a lasciarsene condizionare, si rischia l'immobilismo e un’ulteriore marginalità. Da ciò il senso di proposte che facciano leva sull’autonomia e assumano come idea motrice il miglioramento possibile.
Dentro questa logica, e con riferimento alla ipotesi di lavoro sopra prospettata, la scelta della direzione, dipenderà ovviamente dalla storia della scuola, dalla cultura e della professionalità dei suoi insegnanti, dalla volontà di farsi carico dell'operazione. Certo, i terreni non si equivalgono e tutti conveniamo che il cuore del POF è costituito dal Curricolo di scuola, cioè dall'insieme degli insegnamenti previsti dal Piano studi e gestiti in un'ottica unitaria (almeno così dovrebbe essere). Ma l'esperienza ci dimostra anche che miglioramenti introdotti in un qualsiasi ambito della vita scolastica hanno ricadute positive anche in altri. Si consideri per esempio l'importanza che può avere un progetto organizzativo ben pensato e ben gestito anche sui risultati delle riunioni di materia o dei consigli di classe ecc., che sono gli spazi privilegiati della progettazione del curricolo.

L'idea di progettazione è centrale nel POF

Quello che però penso fondamentale in questo approccio è l'idea di POF e di progettazione a cui riferirsi.
Per quanto riguarda il POF: penso vada recuperata, senza sviamenti estranei e disorientanti, l'indicazione normativa e quindi la sua articolazione in due sezioni: quella dell'identità culturale (ciò che la scuola è come istituzione: I piani studio, i risultati in uscita, oltre all'OF integrativa del curricolo e alle regole che sostanziano le proprie scelte educative) e quella della progettazione.
Per quest'ultima vanno riprese e riconsiderate le modalità in ordine ai quattro capitoli previsti, che potremmo anche definire dell'identità progettuale (costruita in riferimento alle cose da migliorare, alle difficoltà da superare, alle innovazioni da introdurre). Sono i capitoli, già richiamati, del curricolo, dell'organizzazione, del progetto educativo, dell'OF visti nell'ottica del miglioramento progressivo (quanto a finalità) e della progettazione (quanto a modalità operativa).
Normalmente associamo all'idea di progettazione quella del "fare progetti". Ma è anche diffusa, negli ambienti della produzione e della ricerca, un'altra accezione che si intende qui considerare (e che è quella utilizzata nel più volte richiamato articolo 3 del DPR 275). Ed è quella di progettazione come prima fase di un progetto. L'insieme cioè della fase ideativa - messa in moto dopo aver individuato il problema o il campo di difficoltà su cui si intende agire - della messa a punto delle strategie o strade assunte come risolutive del problema, del risultato atteso e del piano di fattibilità (che ci dice se la cosa è fattibile e a quali condizioni). E' quindi fuori - da questa definizione operativa - tutta la parte relativa ai piani di dettaglio e quella della verifica in itinere (e dei suoi strumenti) e quella conclusiva, che costituiscono in genere la parte più corposa di un progetto.
La progettazione non è pertanto da intendere qui come insieme dei progetti, ma piuttosto come risposta a problemi / difficoltà / bisogni rispetto a cui si intende intervenire col POF. E quindi come ideazione e individuazione delle strategie, delle condizioni di fattibilità e delle risorse, in vista di obiettivi chiaramente definiti. Si supera così definitivamente l'idea del POF come documento delle buone intenzioni o di immagine, in quanto fondato sulla progettazione e quindi su fattibili ipotesi di lavoro (i modi, i percorsi e strategie operative che rimandano al Programma Annuale)
In quest'ottica quindi la progettazione curricolare, ad esempio, non è l'insieme dei progetti formativi dei singoli insegnamenti (che tra l'altro andrebbero visti come apporti specifici alla definizione del profilo in uscita dello studente) in termini di finalità, obiettivi, percorsi scanditi in segmenti didattici e relativi piani di lavoro comprensivi di metodologie ecc ecc. Ma, pensando al " prodotto", andrebbe visto come un insieme di schede (prevedibilmente una o due cartelle per ogni insegnamento) in cui, a partire dalle domande e dai problemi più condivisi in un gruppo di materia (circa i contenuti, le attività, le modalità, gli strumenti), si individuano quelle aree di miglioramento possibile e le condizioni per realizzarle, su cui non è difficile registrare posizioni comuni.

Dalla Progettazione al Piano operativo

Il passaggio successivo è dalla progettazione comune alla pianificazione di dettaglio (personale o meglio – e preferibilmente – in gruppo).
Importante è in ogni caso porsi le domande giuste, che non necessariamente sono le più complicate o dotte.
Come è altrettanto importante ricercare le risposte cui possono corrispondere maggiori possibilità di successo (gradimento degli studenti, efficacia formativa…) e che conservino tuttavia il più possibile di rigore metodologico e scientifico.
Sapendo comunque che queste risposte, per quanto riguarda ad esempio ancora la Progettazione Curricolare, non possono che essere

  1. ipotetiche
  2. devono fare i conti con difficili problemi di selezione dalle tematiche, secondo principi di significatività (rispetto alla crescita culturale dello studente),valenza formativa, rapporti col "Pof di classe" (nozione ambigua, ma piuttosto diffusa);
  3. devono fare i conti con la mediazione didattica che più assicura coinvolgimento, formatività, …

Interrogativi e ragionamenti analoghi a quelli ipotizzati per la progettazione curricolare, andrebbero fatti, con gli ovvi cambiamenti, nel caso si scelga di impegnarsi sul terreno

 Ovviamente l'intelligenza e la determinazione su questi terreni dovrà accompagnarsi alla vigilanza e al coinvolgimento sulle questioni della riforma per la quale lo sviluppo dell'autonomia scolastica è, in ogni caso, imprescindibile.

 

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