Glossario di base di termini psicologici
Il glossario che segue è ripreso dal volume R. Vianello (1998),
Psicologia dello sviluppo (Bergamo, Junior - terza edizione.).
Viene fornito per la consultazione e per l'uso strettamente personale.
In caso di citazione di una voce è necessario indicare la fonte.
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accomodamento (Piaget)
processo che permette di acquisire nuovi dati di esperienza attraverso la
modificazione, in senso adattivo, degli schemi mentali.
acculturazione
processo di interazione fra gruppi con differenti culture, caratterizzato dal fatto che
almeno uno di questi gruppi adatta propri tratti culturali in modo da renderli più
congruenti con quelli che caratterizzano la cultura dell'altro (o degli altri) gruppi.
adattamento (Piaget)
prodotto dell'equilibrio tra processi di assimilazione e di accomodamento.
affettivo (Piaget)
sinonimo di energetico o dinamico o motivazionale, esso si riferisce a ciò che spinge
l'individuo all'azione per raggiungere un determinato scopo. Per Piaget uno dei due
aspetti presenti in ogni comportamento. L'altro aspetto è quello conoscitivo o
strutturale, in quanto struttura il comportamento in modo tale che sia possibile
raggiungere lo scopo prefissato. Per la Psicoanalisi: vedi 'affetto'.
affetto (psicoanalisi)
espressione qualitativa della quantità di energia pulsionale. E' sempre legato a una
rappresentazione: affetto e rappresentazione sono le due modalità con cui ogni pulsione
si esprime.
aggressività (psicoanalisi)
assieme alla libido è una delle due pulsioni ritenute da Freud (almeno nella più famosa
delle sue teorizzazioni, dato che egli ha proposto almeno tre diverse ipotesi al riguardo)
alla base del comportamento umano.
alfabetico, stadio
fase dell'apprendimento della lettura e della scrittura caratterizzato dall'applicazione
delle regole di trasformazione grafema - fonema (o viceversa).
alienazione
provare sentimenti di estraneità (sentirsi "alieno") nei confronti del prodotto
(oggetti culturali, rapporti sociali) della propria attività. Di norma sono presenti
anche sentimenti di impotenza e di ostilità di tali prodotti nei propri confronti.
ambientale
proprio dell'ambiente, e cioè del complesso degli elementi, naturali o culturali, che
costituiscono la realtà in cui un determinato evento si verifica e che ha una qualche
influenza sulla vita di un organismo.
ambivalenza
tendenza a risposte emotive opposte nei riguardi di uno stesso oggetto (persona o altro).
amnesia infantile (psicoanalisi)
fenomeno psichico caratteristico del periodo di latenza, per cui i meccanismi di
sublimazione, formazione reattiva e rimozione portano a non ricordare quanto avvenuto.
anale, fase (psicoanalisi)
stadio evolutivo (dai 12-18 ai 24-30 mesi di vita) in cui le sensazioni di
piacere-dispiacere di natura libidica sono legate alla ritenzione ed alla espulsione delle
feci.
analisi fattoriale
metodo matematico-statistico che permette di stabilire quanto le correlazioni tra molte
variabili siano riconducibili all'influenza di un numero minore di fattori (ad esempio 3 o
4).
angoscia (dell'ottavo mese - Spitz)
fase in cui il bambino differenzia molto bene la persona con cui ha una relazione
affettiva stabile, tanto da esprimere sentimenti di grande dispiacere di fronte ad
estranei.
anima, animus (Jung)
ciò che permette all'individuo di interagire con il proprio mondo interiore
(l'"anima" per i maschi e l' "animus" per le femmine).
animismo (Piaget)
tendenza ad attribuire vita, intenzionalità e coscienza ad elementi inanimati privi di
tali caratteristiche.
anomia
condizione caratterizzata da assenza di norme, causata da discrepanza fra le esperienze di
un individuo e le regole di comportamento che precedentemente assicuravano la coesione
sociale.
annullamento (psicoanalisi)
meccanismo di difesa che consiste nel fare qualcosa che compensi, annulli il danno che
l'individuo immagina provocato dai propri desideri.
anoressia
disturbo della personalità che provoca avversione patologica per il cibo.
antropologia
studio dell'uomo nella sua espressione biologica (antropologia fisica) e nella sua
espressione socioculturale (antropologia culturale).
antropomorfismo
tendenza a spiegare la realtà utilizzando le stesse categorie interpretative che si
utilizzano per spiegare la realtà umana. Si tratta di una particolare forma di
egocentrismo.
apprendimento
modificazione relativamente permanente del comportamento e/o delle conoscenze e/o delle
funzioni cognitive che ha luogo per effetto dell'esperienza.
apprendimento sociale (Bandura)
v. apprendimento tramite osservazione
apprendimento tramite modelli
vedi "apprendimento tramite osservazione"
apprendimento tramite osservazione
è il tipo di apprendimento che avviene senza alcun compenso o rinforzo diretto, perciò
non riconducibile al 'condizionamento classico' o a quello 'operante'. Viene anche
definito "apprendimento tramite modelli " o "per modellamento" o
"vicario".
archetipo (Jung)
contenuto dell'inconscio collettivo, inteso, nella sua essenza, come il corrispondente
psicologico dell'istinto biologico. Proprietà strutturale o pre-condizione della psiche.
articolata (struttura mentale - Werner)
costruzione formale del contenuto mentale in cui una totalità risulta costituita da
parti.
artificialismo (Piaget)
tendenza a pensare che anche certi elementi naturali, come le montagne o i fiumi, o certi
fenomeni atmosferici, come le nubi, siano dovute all'azione fabbricatrice dell'uomo.
assimilazione (Piaget)
processo che permette l'acquisizione di nuovi dati di esperienza utilizzando schemi o
strutture mentali già possedute.
associazionismo
approccio teorico che considera le strutture mentali frutto del legame per abitudine di
sensazioni unitarie.
assuefazione
diminuzione della reattività ad uno stimolo per effetto di una ripetuta esposizione ad
esso.
atassica (forma ...)
disabilità motoria caratterizzata da incoordinazione motoria, reazioni di equilibrio
difettose, ipotonia
aterosclerosi
caratteristica di più malattie, per cui l'accumulo di depositi di grasso e/o la crescita
di cellule muscolari abnormi e/o di tessuti fibrosi nelle pareti delle arterie producono
un restringimento dello spazio utile per il passaggioo del sangue, tale da ridurre tale
passaggio in modo significativo.
atetosica (forma ...)
disabilità motoria caratterizzata da rallentamento con contrazioni muscolari di varie
parti del corpo ogni volta che vi è un tentativo di compiere dei movimenti volontari.
attaccamento
nozione, valorizzata soprattutto da Bowlby, secondo cui il bambino è geneticamente
predisposto a ricercare e mantenere la vicinanza con i membri della propria specie ed in
particolare con la propria madre. Nei bambini, il secondo semestre del primo anno di vita
è ritenuto il periodo "sensibile" per lo stabilirsi di un ottimo legame di
attaccamento.
atteggiamento
sistema tendenzialmente permanente (o comunque abbastanza duraturo, stabile) di credenze,
sentimenti, valutazioni e tendenze ad agire pro o contro qualcosa o qualcuno (un oggetto
sociale).
attendibilità
vedi fedeltà.
attenzione
insieme dei processi di prima selezione, codificazione ed elaborazione degli stimoli.
attività cognitiva
attività che permette la conoscenza.
attribuzione interpersonale
insieme di processi che permettono l'attribuzione a sè e ad altri di atteggiamenti,
intenzioni, capacità e responsabilità.
attribuzione, teoria della
teoria che considera le modalità con cui, a livello di senso comune, vengono spiegati i
comportamenti propri ed altrui attribuendoli a cause ambientali o personali.
autismo primario
stato di indifferenziazione, caratteristico del primo mese di vita, in cui il neonato non
distingue fra ciò che è dentro e ciò che è fuori di lui, fra ciò che gli appartiene e
ciò che appartiene alla madre
autismo infantile
fissazione o regressione a un tipo arcaico di non-differenziazione nei confronti della
madre (vedi 'autismo primario').
autostima
valore globale (positivo o negativo) che la persona attribuisce a se stessa.
basic (formazione dei concetti; di base)
il primo dei tre livelli gerarchici dei concetti, il secondo è subordinato e il terzo
è superordinato.
bastoncelli
fotoricettori della retina, contenenti rodopsina, sensibili a livelli bassi di luce, ma
non al colore. (Vedi coni)
biunivoca, corrispondenza
la corrispondenza che intercorre tra due insiemi di oggetti, quando a ogni grandezza del
primo insieme corrisponde una e una sola grandezza del secondo insieme e viceversa.
campione rappresentativo
gruppo di soggetti scelto secondo criteri tali da far supporre che i risultati da essi
ottenuti in una certa ricerca siano gli stessi che si otterrebbero considerando tutta la
popolazione di cui essi fanno parte.
carattere
termine con cui si fa riferimento alla personalità del soggetto cos" come essa si è
venuta formando grazie all'interazione fra le componenti innate (temperamento) e le
influenze ambientali. Attualmente usato come sinonimo di personalità.
casta
insieme di individui che condividono la nascita da altri individui appartenenti già a
tale insieme. L'appartenenza ad una casta è per tutta la vita. Le caste sono in gerarchia
(più o meno importanti).
cervelletto
parte del sistema nervoso centrale, racchiusa nella scatola cranica, implicato nel
controllo del movimento, nella cooordinazione sensomotoria e nella memoria di azioni
motorie.
cervello
parte del sistema nervoso centrale, racchiusa nella scatola cranica,, implicata nel
controllo dell'attività sia fisica che psichica.
ceto
secondo una prima suddivisione (dal XII secolo al XVIII) insieme di persone aventi in
comune il fatto di essere contadini o nobili o appartenenti all'alto clero.
Successivamente il termine è stato usato anche per riferirsi agli artigiani e ai
commercianti. Usata è anche la terminologia "ceto medio" e "ceto
borghese".
ciclotimica (psicosi ... - psichiatria - psicoanalisi)
patologia dell'umore caratterizzata dall'alternanza di tonalità depressive ed euforiche
(psicosi maniaco - depressiva). Questa condizione psichica è stata interpretata anche
come caratterizzata da depressione come risposta alla perdita di un oggetto che può
essere reale o immaginario, ma comunque introiettato, di cui il soggetto si lamenta e si
incolpa e da manie come un compenso antidepressivo per negare la perdita e la colpa.
ciclotimico
soggetto la cui condizione psicologica è caratterizzata da fasi o cicli in cui l'umore è
alternativamente depresso o maniacale (vedi ciclotimica). Nella teoria di Kretschmer è
uno dei tre tipi costituzionali, caratterizzato sul piano fisico da costituzione picnica,
bassa e tozza, e sul piano del temperamento da alternanza umorale. Cattel, invece, ne
sottolinea l'adattabilità, la fiducia e la modestia.
cinestesia
percezione dei movimenti e della posizione del corpo e delle sue varie parti.
classe
insieme di individui accomunati da una delle due seguenti condizioni: appartenere alla
borghesia oppure al proletariato. Attualmente è utilizzata anche l'espressione
"classe media" per riferirsi a chi non rientra nelle due categorie di cui sopra.
classificazione
processo di ripartizione di oggetti, sulla base di caratteristiche comuni, in classi o
categorie, per cui questi si differenziano gli uni dagli altri. Una classe è definita
dalla sua comprensione (cioè l'insieme delle qualità la cui compresenza è comune solo
ai membri di tale classe) e dalla sua estensione (cioè l'insieme dei membri della classe
stessa).
CMMS, Columbia Mental Maturity Scale
test di valutazione dello sviluppo dell'intelligenza adatto per la seconda infanzia e la
fanciullezza, composto da alcune decine di prove (varianti con l'età). Sua peculiare
caratteristica è che la consegna è sempre la stessa, e cioè quella di trovare tra
alcuni elementi quello che "non c'entra".
coatta, nevrosi
vedi ossessiva.
coefficiente di correlazione (statistica)
indice statistico del grado di relazione tra due variabili. Il coefficiente di
correlazione permette di verificare se tra due o più variabili vi è un qualche rapporto.
Tuttavia esso non ci informa in modo diretto su eventuali rapporti di causa ed effetto. Si
ha una correlazione positiva quando a punteggi quando a punteggi alti nella prima
variabile corrispondono punteggi alti nella seconda, a punteggi medi corrispondono
punteggi medi, a punteggi bassi corrispondono punteggi bassi. La correlazione è negativa
quando a punteggi alti nella prima corrispondono punteggi bassi nella seconda, ecc. Sulla
base di particolari calcoli statistici il grado di correlazione viene indicato con un
punteggio che va da +1 (correlazione positiva perfetta) a -1 (correlazione negativa
perfetta). Il valore 0 indica assenza totale di correlazione. Per sapere se una certo
coefficiente di correlazione (ad esempio .40) è abbastanza positivo, vengono utilizzate
tecniche di analisi statistica (considerando il numero dei soggetti esaminati, la loro
media, le differenze tra la media ed i punteggi dei singoli soggetti, ecc.) che permettono
di stabilire quante sono le probabilità che il risultato sia stato prodotto per caso e
non rispecchi una vera correlazione fra le variabili. Spesso una correlazione viene
accettata come sufficientemente alta quando la probabilità di essere di fronte ad un
evento casuale è inferiore al 5%. Si dice al proposito che la correlazione è
significativa con p < .05.
cognitivismo
approccio psicologico che, attraverso metodi il più possibile sperimentali, ha come
obiettivo principale la descrizione del funzionamento della mente umana (meccanismi,
strutture e processi mentali)
cognitivista, teoria delle emozioni
la teoria di Scherer prevede che lo sviluppo emotivo sia condizionato dalle capacità di
valutazione del bambino. Secondo Harris le capacità cognitive del bambino permetterebbero
fin dal primo anno di vita la consapevolezza delle proprie esperienze soggettive e dal
secondo anno una sempre più adeguata comprensione delle esperienze emotive altrui.
cognitivo
per Piaget: vedi 'affettivo'. Vedi attività cognitiva.
competenza, motivazione di ("effectance")
secondo White bisogno intrinseco di affrontare in modo adeguato l'ambiente, che sarebbe
alla base del comportamento esplorativo.
comportamentismo
scuola psicologica fondata da J.B. Watson che sostiene che la psicologia deve avere come
unico oggetto di studio il comportamento, che ogni apprendimento è frutto di processi di
condizionamento e che la psicologia come scienza non deve utilizzare interpretazioni
soggettive del comportamento nè il metodo introspettivo, ma solo descrizioni obiettive in
termini di stimolo - risposta. Alla base della teoria comportamentista, chiamata anche
teoria dell'apprendimento, sta anche la convinzione che il comportamento è ampiamente
condizionato dall'ambiente.
comportamento
insieme di azioni e reazioni di un organismo in interazione con l'ambiente esterno o con
l'interno dell'organismo stesso. Per Piaget: vedi affettivo.
comunicazione
concetto che può essere definito in modo ampio, includendo qualsiasi caratteristica
dell'aspetto o del comportamento di un individuo che influenza, di fatto, un altro
individuo, o, in modo più ristretto, ponendo l'accento sull'intenzionalità di modificare
il comportamento dell'altro e cioè come un processo mediante il quale un
individuo-segnalatore utilizza un segnale o un'esibizione prodotti con lo scopo specifico
di modificare il comportamento di un individuo-reagente.
comunità
insieme di individui che di norma abitano in un certo luogo geografico, in cui i membri
interagiscono fra di loro, svolgendo attività che tendono a soddisfare i bisogni comuni.
concepimento
unione di uno spermatozoo del padre con l'ovulo della madre.
concetto
rappresentazione mentale di una categoria.
condizionamento
il provocare nell'ambiente naturale (fisico o sociale) una condizione affinchè
l'individuo apprenda un determinato comportamento.
condizionamento classico (induzione di una risposta condizionata)
è il tipo di apprendimento (studiato da Pavlov con il famoso esperimento sulla
salivazione dei cani, nel quale uno stimolo neutrale (ad esempio il suono di un
campanello) diventa condizionato nel momento in cui viene accostato o associato ad uno
stimolo non condizionato (cioè uno stimolo che è fin dall'inizio efficace).
condizionamento operante
condizionamento, evidenziato dagli studi di Skinner, che permette, a differenza di quello
classico (vedi), l'apprendimento di risposte nuove. Esso è basato sull'agire, sulla
modificazione dell'ambiente al fine di raggiungere risultati.
condizionamento strumentale
sinonimo di condizionamento operante (vedi).
condizione sperimentale
ogni valore sulla variabile indipendente.
conformismo
tendenza a comportarsi secondo quanto è tipico e frequente della maggioranza dei soggetti
appartenenti alla comunità (o gruppo di riferimento) in cui si vive. Ciò che conta non
è uniformarsi a ciò che è obiettivamente più frequente, ma a ciò che si ritiene sia
tipico della comunità o del gruppo a cui si vuole appartenere.
coni
fotoricettori della retina responsabili della percezione cromatica.
conoscitivo (Piaget)
vedi affettivo.
conscio (psicoanalisi)
a seconda della conoscenza che l'individuo ha dei propri dati psichici essi possono essere
distinti in consci, preconsci od inconsci. Un dato psichico è conscio quando esso è
conosciuto da parte dell'individuo. Oppure: è ritenuta conscia la parte del dato psichico
di cui il soggetto è consapevole (cioè conosce). A differenza di quanto a volte si
ritiene a livello divulgativo, non esiste perciò una "parte", un
"posto" chiamato "conscio", ma solo una eventuale "qualità"
del dato psichico in riferimento al fatto che esso o parte di esso sia conosciuto o no.
(Vedi preconscio ed inconscio)
conservazione
invarianza di una qualità di un oggetto, che per altri aspetti ha subito una
trasformazione. Piaget ha studiato quando i bambini di età compresa fra 4 e 11-14 anni
sono in grado di comprendere che in certe situazioni la quantità, il peso, il volume, la
lunghezza, ecc. di alcuni oggetti rimangono tali nonostante sia avvenuta una modificazione
di alcune loro caratteristiche (ad esempio della forma, ma non del peso di un pezzo di
plastilina).
convenzionale, sviluppo morale (Kohlberg)
livello di sviluppo del pensiero morale in cui "l'adeguarsi alle regole della propria
famiglia, del gruppo cui si appartiene, o della propria nazione è percepito come qualcosa
di oggettivamente valido." (Kohlberg, 1974)
convergente, produzione (Guilford)
capacità di scoprire, di fronte ad una situazione problematica, la soluzione tipica.
cornea
parte dell'occhio che permette la messa a fuoco per la retina.
correlazione
relazione tra i valori di due variabili che si riferiscono ad uno stesso gruppo di
soggetti. Il coefficiente di correlazione (r) esprime il valore numerico di tale
relazione.
coscienza
avere coscienza: essere consapevole, cioè sapere di conoscere o provare qualcosa.
Prendere coscienza: diventare consapevole.
costanza percettiva
fenomeno per cui una proprietà percettiva (per esempio la forma o il colore dell'oggetto)
rimane costante anche se varia il corrispondente insieme di stimoli fisici (ad esempio
radiazioni ottiche) che interessano l'apparato sensoriale coinvolto nel processo
percettivo.
costituzionalismo
studio dei rapporti tra costituzioni fisiche e caratteristiche di personalità.
costruttivismo
approccio teorico che enfatizza il ruolo attivo del soggetto nella conoscenza. Si
differenzia dall'innatismo per l'importanza attribuita all'interazione con l'ambiente e
dall'empirismo per l'importanza attribuita alle caratteristiche del soggetto più che a
quelle del reale.
covariazione, principio di
principio secondo cui un effetto è attribuito proprio ad una certa condizione in quanto
essa è presente quando l'effetto è presente ed è assente quando l'effetto è assente.
craniostenosi
chiusura prematura delle suture craniche che provoca danni al cervello e di conseguenza
ritardo mentale.
cristallino
si trova fra la pupilla e l'iride. E' trasparente e di forma più o meno ovale. Esso si
modifica in modo che gli oggetti vengano proiettati nitidamente sulla retina.
cromosomi
filamenti presenti nel nucleo della cellula, contenenti i geni. Di norma in ogni cellula
vi sono 23 coppie, metà provenienti dalla madre e metà dal padre. In 22 coppie (presenti
nell'uovo fecondato, o zigote) i cromosomi (detti autosomi) sono uguali nel maschio e
nella femmina. Una coppia, determinante il sesso, è diversa. Gli zigoti che diventeranno
maschi hanno un cromosoma X (ereditato dalla madre) ed uno Y (ereditato dal padre, dato
che ogni spermatozoo contiene un cromosoma X o uno Y). Gli zigoti che diventeranno femmine
hanno due cromosoma X (uno del padre e uno della madre).
cultura
sistema peculiare di conoscenze (relative a contenuti scientifici, letterari, storici,
geografici, giuridici, ecc.) e valori (o ideali), che tendono a formare degli
atteggiamenti, che, a loro volta, dovrebbero orientare le opinioni ed i comportamenti
degli individui.
curva normale
la curva di distribuzione di frequenza rappresentativa della più comune, o probabile, o
normale, distribuzione di un fenomeno (ad esempio l'altezza o il peso degli studenti di un
Istituto).
daltonismo
anomalia congenita della visione dei colori; tipo particolare di
discromatopsia, dovuta a una particolare cecità per i colori rosso (protanopia) e verde
(deuteranopia).
danno
perdita o anormalità di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o
anatomiche.
decibel
misura dell'intensità fisica del suono. La scala dei decibel si riferisce a come i suoni
vengono percepiti ed è logaritmica.
depressione
disturbo della personalità che provoca sentimenti di vuoto interiore, noia, carenza di
interessi, sfiducia in se stesso, pessimismo rispetto al futuro.
determinismo psichico
una delle ipotesi su cui si fonda la teoria psicoanalitica, secondo la quale il nostro
comportamento è determinato da forze psichiche sia consapevoli sia, in gran parte,
inconsce.
devianza
infrazione di norme sociali ritenute fondamentali dagli individui di una società.
deviazione media
(vedi media)
deviazione standard
indice di dispersione di una distribuzione di frequenza, che si calcola estraendo la
radice quadrata della varianza, cioè della media dei quadrati delle deviazioni dalla
media. Fornisce una misura dell'addensamento, più o meno accentuato, di dati della
variabile intorno al valore medio.
diacronica, analisi (linguistica)
studio e descrizione dei fatti linguistici da un punto di vista genetico.
difesa, meccanismi di (psicoanalisi)
meccanismi attraverso i quali l'Io media tra l'Es, il Super-Io e la realtà, tra i quali i
fondamentali sono stati descritti da A.Freud. (Vedi cap. 1)
differenziale, teoria (Izard)
teoria che suppone che ogni emozione primaria sia universalmente predeterminata nelle sue
caratteristiche, che abbia caratteristiche peculiari non riconducibili ad una
differenziazione da altre emozioni, che compaiano al momento opportuno, cioè quando
assumono un valore adattivo, su base maturazionale.
differenziazione
processo che produce un progressivo aumento delle differenze fra due o più elementi.
differenziazione (Lewin)
concetto considerato da Lewin (assieme a quello di rigidificazione) cruciale per la
descrizione dello sviluppo. Levin sottolinea in particolare come emozioni, sentimenti e
comportamenti si differenziano tra loro diventando sempre più complessi.
differenziazione, teoria della (emozioni - Bridges)
teoria secondo la quale inizialmente nel neonato si può distinguere solo uno stato di
minore o maggiore eccitazione, solo successivamente avviene una differenziazione
progressiva che permette di distinguere fra stati emotivi diversi.
differenziazione, teoria di Jakobson della
teoria dello sviluppo fonologico secondo la quale il bambino tende a costruirsi un sistema
fonematico producendo all'inizio solo i fonemi che si differenziano massimamente tra di
loro, per attuare, poi, differenziazioni sempre più sottili.
differenziato, fenomeno (Werner)
contenuto mentale, atto o significato che rappresenta qualcosa di relativamente specifico,
individuale e non ambiguo.
diffusa, struttura mentale (Werner)
costruzione formale del contenuto mentale relativamente uniforme ed omogenea, nella quale
le parti sono divenute più o meno indistinte e non sono più caratterizzate da
autosufficienza.
diplegia
disturbo motorio a carico contemporaneo di due arti.
disabilità
carenza, parziale o totale, secondaria a un danno, in una certa attività, rispetto alle
prestazioni considerate come normali.
discromatopsia
anomalia del senso cromatico da alterata visione centrale dei colori, per lesioni a
livello della macula o del fascio papillo-maculare.
disgrafismo
disturbo nell'apprendimento della lettura, collegato generalmente a carenze viso-motorie,
o nell'orientamento spazio-temporale, o nella motricità fine.
dislessia specifica
gravi difficoltà nella lettura non riconducibili a scarsa intelligenza generale, nè a
svantaggio socio-culturale, nè a scarsa motivazione.
dispersione (statistica)
distribuzione di punteggi attorno ad un valore centrale. Misure di dispersione
particolarmente usate sono la deviazione standard e la varianza (vedi).
dissonanza cognitiva, teoria della
secondo Festinger, che ha formulato questa teoria, chi ha credenze dissonanti su un
argomento, tende a modificarle per ridurre la dissonanza.
distribuzione normale (statistica)
distribuzione ("a campana") caratterizzata dal fatto che le frequenze della
maggior parte dei punteggi (circa 2/3 dei punteggi) si colloca fra +1 e -1 deviazioni
standard, mentre le frequenze degli altri diminuiscono progressivamente con l'avvicinarsi
ai punti estremi (in modo che vi sia più del 94% dei punteggi tra +2 e -2 deviazioni
standard).
distribuzione di frequenza (statistica)
insieme di punteggi ordinati per grandezza e raggruppati secondo dati intervalli. Una
distribuzione di frequenza indica quante volte ricorre ciascun raggruppamento di punteggi.
divergente, produzione (Guilford)
capacità di formulare, di fronte ad una situazione problematica, non una sola, ma
svariate e diverse ipotesi per giungere alla soluzione.
Down, Sindrome di
ritardo mentale causato da anormalità cromosomica, contraddistinta dalla presenza di 3
cromosomi 21 anzichè 2 (da cui la dizione "trisomia 21").