Pavone Risorse

Le Istituzioni scolastiche nel contesto delle autonomie


05.08.2012

Smettiamola di parlare di autonomia scolastica
di Rodolfo Marchisio

 

Il dibattito sull’Autonomia è sempre stato uno dei più importanti ed appassionanti nella politica scolastica. Giustamente.
Credo però che, nelle condizioni attuali, non abbia più senso parlarne come di una cosa reale.
Senza autonomia economica non può esistere autonomia progettuale e didattica

Il fondamento finanziario era il Fondo autonomia, che permetteva, anche pagando esperti esterni, di fare formazione organizzata dalle scuole o da reti di scuole, di attivare progetti, in altre parole di contestualizzare e integrare gli interventi. Nel tempo è stato ridotto a cifre molto basse e che servono ormai a pagare altro, anche perché i fondi per il funzionamento (quelli per la carta…) sono stati ridotti in modo pericoloso.
Il F. di Istituto era lo strumento interno per pagare o meglio invogliare
(si chiamava giustamente F. di Incentivazione, ma la parola pareva brutta…) i docenti e il personale ad attivare iniziative nuove, proporre progetti e sperimentazioni, cercare una didattica diversa, oltre a reggere la “autonoma” organizzazione della scuola.
Più volte ridotto, sempre pagato in ritardo, ora assorbe anche gli esoneri dei vice-dirigenti e non è più in possesso delle scuole, che ne dichiarano solo le ore e poi aspettano che, se tutto va bene, sia pagato direttamente col sistema del “cedolino unico”, dal centro.
La ultima novità è che le scuole devono dichiarare quanto hanno sul conto e poi trasferirlo al “centro”, alla Tesoreria unica (leggi: Banca d'Italia)
In altre parole le scuole non avranno più diritto ad avere un conto in banca ed i pochi interessi che spesso servivano a turare piccoli buchi.

In questo contesto, qualche mese fa un giudice, mentre si confermavano i finanziamenti alle scuole private, sentenziava che le scuole (pubbliche) non avevano diritto di chiedere dei soldi ai genitori sotto forma di libero contributo.
Sentenza giusta in una società in cui le cose funzionano. La scuola della Costituzione è “obbligatoria e gratuita” (ma da quanto tempo si pagano i libri di testo?).
Parere decontestualizzato nella scuola reale.
La democrazia non è un’acquisizione stabile, data per sempre (N. BOBBIO), ma si può vivere in una società sempre più o sempre meno democratica.

Quanto la scuola attuale è ormai lontana dalla scuola della Costituzione, la scuola democratica?

Senza risorse da organizzare non esiste l’autonomia
La riforma Moratti, ma soprattutto la pseudo riforma Gelmini hanno tolto alle scuole dell’obbligo tutte le risorse da organico per compresenze, attività di laboratorio, lavoro con disabili e stranieri…Pura lezione frontale. Se non siamo più in grado di garantire la scuola dell’inclusione, dell’integrazione, che sono obblighi costituzionali, come possiamo garantire una scuola del fare, dei laboratori, dei progetti, del “fare ricerca” – compiti istituzionali previsti dalla normativa? I docenti di sostegno sono stati in percentuale i più colpiti dai tagli e i servizi di zona dichiarano “se non gli manca l’uso della gambe non li possiamo più certificare”. Stiamo perdendo un’intera fascia di disabili mentali o ragazzi con problemi comportamentali non gravissimi e oramai parcheggiati inutilmente con gli altri.
Rimane quel 20 % di “flessibilità” dell’orario, dimenticato nella norma sull’autonomia, che ogni scuola può gestire, conoscendo e rispettando le regole e con un po’ di fantasia, come zoccolo duro di autogestione. Molti, per evitare calcoli e grane, se ne sono dimenticati…

E’ più facile fare un test che un’analisi e un progetto
Significativo che, mentre si sta chiudendo l’ANSAS ex INDIRE, gli ex IRRSAE poi IRRE, che avevano il compito, magari svolto male, di fare Ricerca, Sperimentazione, Aggiornamento in modo autonomo ai vari livelli, tutti i Ministri spingano per l’INVALSI.
I Ministri vogliono misurare quello che le scuole non sono in grado di fare, ma senza domandarsi perché e senza agire di conseguenza.
Intanto le scuole inseguono le risorse esterne le più disparate e disperate.
I nostri POF spesso non sono un piano formativo e didattico, ma “vanno dove ci sono i soldi” e sono un collage di progetti eterogenei.
La scuola da anni non è governata, non ha un progetto e non ha, né a livello di autonomia né ormai a livello centrale, le risorse per funzionare bene. Dopodiché è giusto trovare sistemi di valutazione - ma anche di autovalutazione - che funzionino e abbiano un senso.
Ma su questo argomento si può consultare la nostra rubrica portfolio e valutazione.

E poi è bene ricordare che non bastano le risorse strutturali per avere una scuola democratica. Dobbiamo ricordare che meno risorse significa meno autonomia della scuola, ma anche, con tutti i dovuti controlli ed autocontrolli di sistema da parte dei cittadini, meno democrazia.  Nella scuola e nella società.

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