LA SCUOLA CHE CAMBIA...
Le "REGOLE"
I "COMPITI" per ...
LE REGOLE
Tutte le norme che si stanno via via accumulando per regolamentare il nuovo sistema delle AUTONOMIE SCOLASTICHE sono ispirate alle dieci regole che spieghiamo di seguito.
Esse sono dei principi fondamentali cui devono ispirarsi tutte le scuole autonome e, pertanto, per loro diventano dei doveri e, per le famiglie, sono la base per rivendicare il diritto ai servizi educativi per i propri figli.
RESPONSABILITA
di tutte le decisioni prese dalla scuola (sia da parte dei singoli, che da parte
degli Organi Collegiali ) sono responsabili coloro i quali le hanno assunte, e ne
rispondono sia agli utenti (genitori, studenti, opinione pubblica), sia agli Organi di
Controllo (provveditori, Ministero, Corte dei Conti...).
Ciò significa che chiunque può e deve essere messo in grado di risalire al responsabile
di qualunque scelta organizzativa, didattica o amministrativa fatta da ciascuna scuola.
Inoltre, dato che sono le scuole a decidere le proprie scelte educative, deve essere
assicurata la coerenza tra i bisogni delle comunità e le risposte educative offerte dalle
scuole autonome.
Proprio in virtù di questo principio le prestazioni delle scuole e degli operatori
scolastici possono essere valutati... (vedi alle voci Valutazione e Controllo)
FLESSIBILITA'
ogni scuola deve organizzarsi in modo tale da assicurare al meglio la risposta ai
bisogni formativi espressi dagli studenti, dalle famiglie e dalle comunità locali. In
altri termini i "programmi scolastici" devono essere adattati alle capacità ed
attitudini di ogni singolo alunno (vedi alla voce Curricoli), sia dal punto di vista dei
contenuti che dei metodi di insegnamento.
INTEGRAZIONE
le scuole autonome sono tenute ad attuare costruttive relazioni sia con gli
Enti Locali (comuni e province), sia con le agenzie ed associazioni che,
dallesterno, curano altri e diversi aspetti delleducazione: ciò allo scopo di
realizzare appieno il "diritto alla formazione", che è cosa diversa e più
articolata rispetto al diritto allo studio (vedi anche alla voce Formazione)
PROGRAMMAZIONE
ogni scuola autonoma è tenuta a realizzare i propri servizi sulla base di precisi
orientamenti programmatici; ovvero deve prendere iniziative che siano state previste e
discusse in precedenza dagli organi collegiali competenti. Soprattutto gli insegnanti
hanno lobbligo di programmare le proprie attività educative e didattiche insieme ai
colleghi che operano con gli stessi allievi. Le programmazioni delle scuole devono essere
sempre documentate adeguatamente anche per poter assicurare la trasparenza delle scelte
effettuate nei riguardi dellesterno (vedi alla voce Trasparenza)
PARTECIPAZIONE
i servizi offerti dalle scuole devono essere "condivisi" sia dagli
operatori (personale docente e non docente), sia dagli "utenti" (genitori,
studenti, amministratori...). Per condivisione si intende tanto il fatto che deve essere
assicurata la preventiva informazione sulle programmazioni messe in atto, quanto la
possibilità del "controllo" durante le attività e della valutazione al termine
di esse (vedi alle voci Controllo
e Valutazione)
EFFICACIA
le scuole autonome svolgono i propri servizi formativi sulla base di precisi e ben
definiti obiettivi che esse si danno in coerenza con le finalità generali della scuola di
Stato; sulla base di tali obiettivi esse possono essere giudicate più o meno efficaci,
ovvero più o meno capaci di conseguire i risultati che si sono prefissate e che hanno
condiviso (vedi alla voce Partecipazione)
IMPARZIALITA
è il principio base che regola tutta intera lazione della Pubblica
Amministrazione. Per le scuole autonome imparzialità significa assicurare a tutti e per
tutti il trattamento formativo di cui sono responsabili, senza discriminazione alcuna: nè
di razza, nè di religione, nè di sesso... Ciò non significa dare a tutti le stesse
cose, ma garantire ad ognuno, secondo il suo potenziale di crescita, in relazione ai
bisogni di integrazione sociale culturale e professionale delle persone, lofferta
formativa adeguata .
TRASPARENZA
anche questo è un principio introdotto di recente nella Amministrazione (1991)
e significa che le scuole hanno lobbligo di dar conto sempre e a chiunque (nelle
forme e secondo le modalità di legge) delle ragioni delle proprie scelte educative. Per
questo è necessario che le scuole autonome si dotino di un adeguato sistema di
documentazione
VALUTAZIONE
con lautonomia viene modificato il concetto stesso di verifica e di
valutazione. Mentre sino ad ora lunica preoccupazione delle scuole era quella di
rispettare le procedure previste dalle infinite norme emanate dal Parlamento e dagli
Organi di Governo (bastava dimostrare di rispettarle per "essere a posto"!),
lautonomia ha introdotto il criterio della valutazione delle scuole e degli
insegnanti a partire dai risultati ottenuti (vedi anche alla voce Efficacia). A valutare la qualità delle scuole e
degli insegnanti sono -oltre agli utenti (vedi alla voce Controllo) - gli stessi operatori
(autovalutazione) ovvero organismi tecnici preposti attraverso il SISTEMA NAZIONALE DI
VALUTAZIONE
CONTROLLO
è il complesso delle azioni di valutazione, ovvero dei modi con cui si
apprezza o meno la qualità del servizio scolastico. Le scuole sono tenute, ogni anno, a
svolgere una rilevazione degli apprezzamenti dei genitori al riguardo della efficacia
delle azioni formative intraprese dalla scuola e dichiarate dal POF e dalle programmazioni
educative e didattiche degli insegnanti. A volte esse usano una specie di questionario di
fine anno, altre volte dedicano specifiche riunioni degli Organi Collegiali in cui sono
rappresentati anche i genitori, altre volte ancora ... se ne dimenticano... Non solo, ma
al termine di ogni anno, il Dirigente Scolastico è tenuto a svolgere al Consiglio di
Istituto una dettagliata relazione sui reclami ricevuti e sulle risposte date.
I "CAMBIAMENTI"
...nella FORMAZIONE
la scuola italiana sta diventando "sistema formativo" ,
trasformando il "diritto allo studio" (garanzia per tutti di poter accedere
allistruzione) in "diritto alla formazione" (garanzia di poter entrare ed
uscire dalla formazione durante lintero arco della vita). Le scuole autonome hanno
la responsabilità di assicurare con i loro POF tale diritto, naturalmente integrando i
propri servizi con quelli di altre scuole e/o con la Formazione professionale che è
gestita dalle Regioni. In attesa che si completi il "sistema", attualmente le
novità sono queste:
...nei CURRICOLI
il curricolo è il "corso degli studi" che tutte le scuole
autonome devono predisporre sulla base di "standard di competenza" che verranno
fissati gradualmente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Quindi, a guidare le scelte
delle scuole per quanto riguarda la predisposizione dei curricoli, non saranno più le
"materie" (come avviene ora), ma saranno le capacità e le abilità che gli
studenti dovranno dimostrare di aver acquisito al termine degli studi "per
mezzo" delle materie. In altri termini, agli studenti si chiederà di dimostrare di sapere,
fare, essere con le conoscenze acquisite durante il corso degli studi, non tanto di
sapere la matematica, la storia, il greco, ecc. Tantè che in alcune scuole si
stanno già sperimentando "nuovi saperi" come: le comunicazioni di massa;
una lingua straniera (si potrà cominciare dalla scuola materna con la prima lingua
e dalla media con una seconda...) ; i linguaggi (musicale, artistico, audivisivo,
telematico ecc.); gli studi sociali (storia, geografia, ecologia, sociologia ecc.).
Le scuole autonome hanno il dovere di adattare i programmi nazionali, introducendo queste
o altre nuove forme di conoscenza nei loro curricoli per completare la formazione che
intendono impartire agli allievi: tali "nuovi saperi" potranno essere opzionali
(cioè scelti soltanto da alcuni studenti) o integrativi (cioè obbligatori per
tutti) e potranno, in parte, sostituire alcune parti delle materie tradizionali di quella
scuola. Si capisce come, in questo contesto, sia estremamente importante per le scuole
dotarsi di un sistema di orientamento degli alunni (magari in rete con famiglie, ASL ed
Enti Locali) e di personale competente in queste nuove forme di conoscenza...
...nella
ORGANIZZAZIONE
con lautonomia le scuole devono predisporre il proprio PIANO
DELLOFFERTA FORMATIVA (POF) che è il documento nel quale sono descritti i servizi
educativi che ciascun istituto è in grado di offrire agli studenti ed alle famiglie. In
esso vengono precisati: il curricolo di scuola (vedi alla voce precedente); le iniziative
integrative (lingue straniere, corsi di recupero, corsi post-qualifica -per le superiori-
progetti europei, ed altro...); le iniziative di "personalizzazione
dellinsegnamento" per gli alunni con particolari necessità; le proposte
culturali e formative rivolte agli adulti (genitori e non) delle comunità locali; i
tempi, gli spazi e le tecnologie per linsegnamento di cui la scuola intende far uso
ecc.
Il POF può prevedere, anche sulla base delle regole di cui si è detto prima, una maggiore o minore flessibilità nelluso del personale docente sia interno alla scuola che esterno ad essa per progetti particolari o sulla base di competenze specifiche; così come possono essere previsti raggruppamenti di studenti diversi dalle solite classi (per realizzare attività "personalizzate" anche sulla base degli interessi degli alunni medesimi).
In ogni caso i cambiamenti significativi nella organizzazione delle scuole possono riguardare:
- i tempi scolastici: sulla base del POF può essere modificato il calendario scolastico, la durata delle lezioni, il numero dei rientri pomeridiani, la quantità di ore per ogni materia o gruppo di materie (nellarco di un anno o di un ciclo). Non può essere modificato il numero di ore complessive annuali da erogare per linsegnamento: esso si calcola moltiplicando per 33 il numero delle ore obbligatorie a settimana.
- gli ambienti per lapprendimento: sulla base di intese con Enti ed Associazioni le scuole possono utilizzare ambienti ed attrezzature di altre scuole o messe a disposizioni dalle comunità locali (ad esempio biblioteche, musei, aziende...) sia nella forma dello stage, sia in quella di singoli progetti speciali realizzati in accordo con tali organismi
- i gruppi di insegnamento e di apprendimento: le scuole, per motivate ragioni da esplicitare nel POF, possono prevedere forme di insegnamento collegiali da parte di insegnanti esperti in determinati ambiti culturali sia che facciano parte dellorganico della scuola, sia che siano assunti al di fuori di esso; allo stesso modo possono modificare i raggruppamenti degli alunni, formando gruppi alternativi e diversi dalle classi di età o di livello al contrario di quello che avviene quasi sempre attualmente.
... nella
AMMINISTRAZIONE
dopo aver detto che lautonomia delle scuole si inserisce anche nel quadro
generale di Riforma della Pubblica Amministrazione (vedi alle voci Imparzialità e Trasparenza),
segnaliamo i principali cambiamenti in atto nella Amministrazione Scolastica:
educazione degli adulti
interventi di orientamento scolastico e professionale
pari opportunità di istruzione
supporti alla continuità orizzontale( tra scuole e territorio) e verticale (tra scuole di ordine e grado diverso)
prevenzione della dispersione scolastica ed educazione alla salute
interventi perequativi per assicurare a tutti il diritto alla formazione
...leggi, e decreti per l AUTONOMIA...
Legge 7 agosto 1990 N. 241
Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi
Decreto Legislativo 3 febbraio 1993
Razionalizzazione dellorganizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione
della disciplina in materia di pubblico impiego
Decreto del Presidente della Repubblica 1 ottobre 1996 n. 567
Disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative delle
istituzioni scolastiche
Legge 15 marzo 1997 n. 59
Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali
per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa
Legge 24 giugno 1997 n. 196
Norme in materia di promozione delloccupazione
Legge 18 dicembre 1997 n. 440
Istituzione del Fondo per larricchimento e lampliamento dellofferta
formativa e per gli interventi perequativi
Decreto Legislativo 6 marzo 1998 n. 59
Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche
autonome
Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n.112
Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regione ed agli enti
locali
Decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998 n. 233
Regolamento recante norme per il dimensionamento dlele istituzioni scolastiche e per la
determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti
Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998 n. 249
Regolamento recante lo statuto degli studenti e delle studentesse
Decreto Legislativo del 30 giugno 1999 n. 233
Riforma degli Organi Collegiali Territoriali della scuola
Legge 17 maggio 1999 n. 144 (artt. 68 e 69)
Collegato alla legge di Bilancio dello Stato (Obbligo di formazione fino a 18 anni)
I "COMPITI" per ....
(*) La guida che viene qui presentata è stata ideata dall'ispettore Italo Bassotto del Nucleo di Supporto all'Autonomia del Provveditorato agli Studi di Mantova