29.09.98
Autonomia e Progetto di Istituto: l'ipotesi contrattuale
... e i vostri commenti (04.10.98)
Il 15 di settembre
scorso, l'Aran ha consegnato alle Organizzazioni Sindacali una
prima bozza di articolato relativo alla parte normativa del nuovo
contratto.
Riportiamo in questa pagina la parte relativa al Progetto
distituto.
1. Il progetto deve
tendere al miglioramento dell'offerta formativa in relazione alle
differenziate esigenze degli alunni e dell'ambiente
socio-economico e culturale di riferimento. In esso sono
esplicitate le scelte di orientamento, razionalizzazione e
finalizzazione dell'insieme delle attività formative, didattiche
e pedagogiche incluse le attività di carattere collegiale
funzionali all'insegnamento da svolgere in due o più anni.
Il documento che ne riproduce la sintesi identifica altresì la
tipologia delle professionalità occorrenti per lerogazione
del servizio in regime di autonomia dell'istituzione.
2. il progetto è deliberato dal collegio dei docenti per gli aspetti formativi, di organizzazione della didattica e pedagogici e dal consiglio di istituto per gli aspetti finanziari e organizzativi generali
3. Il progetto può formulare anche un'articolata offerta formativa rivolta al pubblico, ad esclusione degli alunni iscritti all'istituto, e prevedere che la medesima sia gestita in regime di convenzione, nell'ambito dellistituto, dai docenti in qualità di liberi professionisti.
4. Acquisito il parere del Nucleo provinciale di supporto dell'autonomia scolastica, il capo d'istituto predispone il piano attuativo del progetto e lo sottopone all'approvazione del collegio dei docenti e al consiglio d'istituto per gli aspetti di rispettiva competenza. Limitatamente agli aspetti organizzativi, il piano attuativo è oggetto di esame congiunto con le rappresentanze sindacali
5. Il capo distituto è tenuto a rinviare il progetto agli organismi che lo hanno elaborato e deliberato, qualora nel medesimo non siano individuati organi, criteri e parametri di valutazione, anche intermedia, del servizio scolastico. E tenuta altresì a trasmettere ai medesimi organismi l'eventuale richiesta di riesame del progetto pervenuta dal Nucleo provinciale di supporto dellautonomia scolastica.
A noi sembra che su questo specifico capitolo del contratto ci sia parecchio da dire; per esempio non si capisce davvero perchè, in regime di autonomia, il Progetto di Istituto debba avere una specie di "imprimatur" dal Nucleo Provinciale.
30 settembre
CHI VUOL FAR L'ALTRUI MESTIERE FA LA ZUPPA NEL PANIERE
Conoscete la decisione del TAR Lazio relativa all'art. 39 del
contratto?
Con decisione n. 1172/96 del 20 marzo 1996, il
T.A.R. del Lazio,Sez. III-bis,ha annullato
l'autorizzazione governativa alla sottoscrizione del
contratto collettivo del 1995 limitatamente
alle disposizioni di cui all'art. 38,commi 4 e 5, e
all'art. 39.
Si tratta proprio delle disposizioni che, facendo
riferimento alla collegialità della funzione
docente, prevedonol'obbligo di realizzare il P.E.C.
Il rilievo del Tar si riferisce solo alla mancanza di leggi e
regolamenti in materia che non mi risulta siano stati emanati. Io
mi domando perchè proprio il nucleo dell'autonomia, di cui fanno
parte, in maggioranza, dirigenti ed esperti che non insegnano da
anni o non hanno mai insegnato, debba dare pareri sul lavoro
delle scuole.. bell'autonomia!!!!
Io in particolare, sono proprio disperata perchè, come membro di
questo gruppo, che, per ora, si è limitato a passare carte sulle
varie consultazioni, non so immaginarmi a quale tipo di lavoro
saremo chiamati. Ho come l'impressione che sarà un lavoro
totalmente inutile.
Il nostro gruppo deve ancora decidere le proprie attività di
formazione, capire come sia possibile individuare i
"progetti complessi" in modo coerente, cosa volete che
ne sappia sui vari PEC!!!
La mia impressione è che, invece di darci uno stipendio decente
e lasciarci fare il nostro lavoro dandoci gli strumenti
necessari, stiano trovando il modo di farci lavorare 35 ore per
poterci pagare le spesa di casa... almeno in questo
accontenteranno Bertinotti!!! :.))
Ciò che mi preoccupa è l'idea di scolarizzazione della
società, quasi come se per gli insegnanti non facesse differenza
progettare offerte formative per gli alunni delle scuole o per il
"pubblico"...
Mi immagino già alle prese con una libera docenza offerta al
pubblico di anziani del mio paese del "basso novarese"
sull'utilità del quartino di vino nel contesto dlla partita di
briscola.
Ma osando un po' potremo anche arrivare alla scuola aperta 24 ore
su 24, una scuola che supplisca a tutte le mancanze, dall'asilo
nido alla casa per gli anziani, dal centro sociale all'oratorio,
dalla prevenzione primaria al servizio per l'handicap...
Mi meraviglio che non abbiano ancora proposto di istituire un
nuovo sabato fascista, ovviamente dandogli un nome più gradito
al governo, sarebbe tutto in tono con la nuova immagine della
scuola italiana dove si spendono tanti soldi per l'autonomia e
,nella mia, da 7 anni, nessuno ha una lira per cambiare la
lampadina della lavagna luminosa.
La cosa più divertente è che quando chiederanno ai docenti il
parere sul contratto PERCENTUALI BULGARE AFFERMERANNO CHE E' UN
CONTRATTO FAVOLOSO...
Laura Razzano
1 ottobre
Sono d'accordo con voi: altrimenti che cavolo di autonomia è ?
Carmelo Galluzzo
2 ottobre
MEGLIO IL CENTRALISMO, SE L'AUTONOMIA QUESTA
E la chiamarono autonomia.... I 400 docenti messi fuori ruolo nella proposta del collegato alla finanziaria sono i nuovi censori del lavoro dei colleghi? Mi viene il dubbio che qualcuno vuole farci rimpiangere e rivolere il vecchio ministero accentratore e dirigista.
Francesco Salmazo
2 ottobre
AUTONOMIA ? NON SCHERZIAMO, QUESTO E' UN PATTO POLITICO
Sintetico e preciso ha detto già tutto
Carmelo Galluso. Non è un profilo d'autonomia quello che ci
viene proposto, ma un patto politico fra ministero e sindacati
della scuola (tutti quanti, storici e no, grandi e piccoli, di
'regime' o di 'opposizione'). Vera autonomia sarebbe affidare
coraggiosamente alla componente professionale della scuola
(ovviamente in contatto con il territorio, l'utenza... ecc. ecc.
) il compito di progettare la scuola e ovviamente e
responsabilmente di 'pagare' gli errori eventualmente
compiuti. Troppo pericoloso, così come politicamente pericoloso
sarebbe affidarsi direttamente alle comunità locali, viste le
tendenze settarie od ideologiche che circolano nella società
attuale. Resta quindi la via del grande baratto: se si osserva
con attenzione, quasi in ogni riga del documento Aran c'è una
parte di proposta che vuole accontentare qualcuno: una volta si
chiamava clientelismo, oggi si chiama concertazione. Il problema
è che in questo modo si deprimono ancor più le risorse interne
della scuola e si rischia di nuovo di innescare conflitti fra le
consuete periferie (scuole) ed il ricomposto centro (funzionari
del provveditorato + l'imbarcata sindacale dei nuclei
dell'autonomia). In realtà in tutto questo manca una chiara idea
della scuola da realizzare e come si sa le grandi idee sono tali
di forza propria e non perchè cercano di accontentano sul piano
contingente, questi + questi + questi ....
Angelo Luppi
4 ottobre
E PER ORA FINANZIAMENTI RIDICOLI E NUCLEI LOTTIZZATI
Tante speranze ha suscitato in noi tutti
l'idea dell'autonomia; finalmente la prospettiva di poter gestire
la scuola in modo non rigido e centralizzato, la possibilità di
fare ricerca educativa, la voglia di sentire la scuola come
"propria"... Non ultima la speranza del riconoscimento
di professionalità e ruoli differenziati.
Per ora niente di tutto ciò: una grande confusione,
finanziamenti ridicoli, libertà di manovrea quasi nulla (mi
riferisco ai progetti per l' "autonomia") e Nuclei di
supporto lottizzati.
Che ci riserva il futuro?
Lorella Marini