Mio zio a cavallo nel 1959 nella casa vecchia in via Carignano 46.

 

Questa foto è di tanti anni fa e ritrae mio zio a cavallo. Oggi tenere un cavallo è una cosa che non possono fare tutti perché costa, invece una volta che tutti avevano un po' di campagna il cavallo era indispensabile e quasi tutti ce l'avevano perché serviva come mezzo di trasporto e come mezzo di lavoro.

Per il trasporto quando ancora non c'erano le macchine i nostri nonni, che per esempio dovevano andare a Pinerolo lo attaccavano il cavallo al BIROC, che era un carretto grande adatto solo per spostarsi ed era molto bello; per il lavoro invece usavano un altro carro e ci caricavano sopra i raccolti: fieno,paglia, pannocchie di granoturco e il cavallo portava a casa i raccolti della campagna perché non c'erano i trattori.

Doveva tirare anche tutti gli attrezzi per lavorare la terra, l'aratro, la seminatrice, il rullo; faceva tutto lui poverino, lavorava tanto, era un vero amico dell'uomo ed era anche molto intelliggente, perché da come il padrone gli dava gli ordini lui sapeva se girare a destra o a sinistra anche senza briglie; se il padrone gli diceva CISTE girava a destra se diceva SALE girava a sinistra.

Quando compravano un cavallo entrava quasi a far parte della famiglia, mi racconta mio nonno che un cavallo era rimasto con lui 15 anni finché era morto e gli erano tanto affezionati e quando aveva lavorato così tanto tutta la vita e poi moriva, dispiaceva a tutta la famiglia.

Una volta quasi tutti avevano 4-5 mucche e un cavallo e vivevano di quel poco che la terra e la stalla davano, oggi con i mezzi moderni, trattori...chi è rimasto in campagna ha la capacità di lavorare molta più terra e di tenere molti più animali, però penso che doveva essere molto più tranquillo il lavoro dei nostri nonni quando al mattino partivano per andare subito a lavorare, senza rumore, soli e con il loro amico cavallo.

(intervista a Margherita Amparore, vedova Olivero, nonna di Marco)